A sentirle di mattina, certe storie di ordinaria ingiustizia ti mandano il caffè di traverso. Ma in tv c’è modo e modo di raccontare le cose, e in tal senso Mi manda Raitre segna un punto a proprio favore. Il programma condotto da Elsa Di Gati, infatti, presenta ogni giorno casi di furberie, vessazioni e truffe all’italiana, provando a tutelare i cittadini in modo concreto e senza spettacolarizzazioni. Per intenderci, non ci sono piazze urlanti o personaggi con la bava alla bocca, ma al contrario il vero protagonista è il confronto verbale tra le parti.
Il merito va attribuito al longevo format della terza rete, ma anche alle innovazioni ad esso apportate in occasione del debutto nel daytime, avvenuto proprio quest’anno. La nuova collocazione, dalle 10 alle 11, ha reso la narrazione di Mi manda Raitre più agile (le lungaggini del prime time avevano fatto il loro tempo) e la scelta di affidare la conduzione ad Elsa Di Gati si è dimostrata coerente in tal senso. La giornalista, infatti, possiede il pragmatismo adatto ai temi trattati e di recente – proprio quando i toni del confronto si stavano accendendo – abbiamo apprezzato il suo invito ad “abbassare i toni e trovare una soluzione concreta“.
Un po’ per tradizione e un po’ per necessità (la concorrenza di La7 di fa sentire), il programma mette spesso in scaletta vicende legate all’attualità. In una fascia oraria ormai conquistata dal talk d’approfondimento, Mi manda Raitre parla anche di crisi, redditometro, Imu, di indebiti pensionistici, stalking… I protagonisti delle storie e gli esperti presenti in studio a loro sostegno, tuttavia, non sono dei vip e questo punto segna la differenza con Coffee Break, il diretto competitor della rete terzopolista. Tra i due programmi la sfida è aperta e il duello degli ascolti è serrato.