Massimo Ciancimino



28
maggio

TG1, MINZOLINI DENUNCIA “MANGANELLATE MEDIATICHE”. POI ALLUDE A SANTORO: NON ACCETTO LEZIONI DAI MASANIELLI (VIDEO)

Augusto Minzolini

A’ la guerre comme a’ la guerre. Augusto Minzolini torna ad usare la ghigliottina della parola, arma di legittima difesa e soluzione estrema per tranciare la testa ai “Robespierre da strapazzo” che agitano l’informazione televisiva. Chiamato alle armi dal clima giacobino che si respira di recente, ieri sera il direttore del Tg1 è intervenuto di persona nel notiziario delle 20 con un editoriale di contrattacco alle critiche rivolte alla sua testata per la lunga intervista concessa a Silvio Berlusconi. “Più che critiche sono state rivolte vere e proprie manganellate mediatiche anche in una trasmissione di questa azienda” ha denunciato il Minzo riferendosi a giudizi di merito espressi in questi giorni sulla giornalista che aveva realizzato il servizio col premier poi sanzionato dall’Agcom.

Rispetto a chi sentenzia sull’operato altrui, il ‘direttorissimo’ precisa: “il sottoscritto non condivide tutto quello che va in onda sulle reti Rai però rispetta ogni trasmissione e ogni punto di vista. Non ho mai espresso giudizi negativi, usate espressioni al limite dell’insulto verso altri nè tantomeno ho chiesto epurazioni“. E probabilmente – lascia intuire – avrebbe potuto fare diversamente, ad esempio quando qualche “pseudo sacerdote dell’informazione ha elevato al rango di icona antimafia un mezzo cialtrone come Massimo Ciancimino“. Invece ha taciuto “per un senso di tolleranza” e di rispetto verso ‘mamma Rai’.

Se si vuole salvaguardare il pluralismo nell’informazione di questo Paese bisogna essere tolleranti. La ricchezza di posizioni – predica frate Augusto dal pulpito del Tg1 - è un bene non un male, l’importante però è che queste siano espresse sempre con il dovuto rispetto verso chi non la pensa come noi. Siamo all’abc della democrazia” spiega il penitenziere dell’informazione filogovernativa. Poi Minzolini imbraccia la baionetta e attacca: “non accetto che Masanielli improvvisati o Robespierre da strapazzo si ergano a giudici inappellabili su ciò che è buona informazione e su ciò che non lo è. Trovo surreale che chi grida al regime e si atteggia a vittima nel contempo si trasformi in aguzzino di un regime alla rovescia“.




21
aprile

ARRESTATO MASSIMO CIANCIMINO, IL SUPERTESTIMONE CHE RACCONTA LA TRATTATIVA STATO-MAFIA IN TV

Massimo Ciancimino ad Annozero

L’accusa di “calunnia pluriaggravata” nei confronti dell’ex capo della Polizia Gianni De Gennaro ha fatto scattare l’arresto. Nel pomeriggio di oggi la Dia di Palermo ha fermato Massimo Ciancimino, figlio dell’ex sindaco mafioso Vito e supertestimone nei processi della presunta trattativa tra Stato e Cosa nostra. Secondo la Procura, l’imprenditore avrebbe falsificato alcuni “pizzini” dai quali risultava che l’ex numero uno della Polizia avesse tenuto contatti con esponenti della criminalità organizzata. Si trattava di una bufala? Calma e gesso: troppo presto per stabilirlo. Intanto, però, sorgono legittimi dubbi sull’attendibilità e le contraddizioni di Ciancimino Jr, uno degli personaggi a cui, negli ultimi tempi, certo giornalismo televisivo ha offerto più spazio.

Ogni volta che il supertestimone accettasse di parlare in tv, parte del pubblico si legava alla poltrona in attesa di chissà quali rivelazioni sugli oscuri rapporti tra colletti bianchi e malavita. Telecamere, microfoni, interviste ed ospitate gli venivano offerte alla vigilia degli importanti processi nei quali sta testimoniando tutt’oggi. A riguardo, l’atteggiamento della tv nei suoi confronti è sempre stato dicotomico: da una parte chi, come il Tg1 di Minzolini, ha sempre dato poco risalto alle rivelazioni di Ciancimino e dall’altra chi invece ne ha forse attribuito troppo.

E’ questo il caso di Michele Santoro, il quale ha più volte ospitato il supertestimone ad Annozero. Il giornalista di Rai2 invitava Ciancimino per ascoltare la sua versione sulle trattative che dal ‘92 avrebbero coinvolto lo Stato, i servizi segreti e Cosa Nostra. In un incastro di date ed inquietanti avvenimenti, l’imprenditore rivelava in diretta tv anche di una lettera di Bernardo Provenzano a Silvio Berlusconi, tramite il senatore Marcello Dell’utri. In quelle puntate gli ascolti di Annozero schizzavano alle stelle e Santoro, che aveva capito l’antifona, si mise a tradurre quei racconti in scenette e disegni che esplicassero meglio le losche faccende.