John Dickie



1
gennaio

DE GUSTIBUS: HISTORY RACCONTA LA STORIA DEGLI ITALIANI A TAVOLA

De Gustibus

L’epica storia degli italiani a tavola” raccontata per il piccolo schermo. Partirà stasera su History Channel “De Gustibus”, un viaggio nel tempo alla scoperta del legame tra italiani e cucina, condotto dallo storico inglese John Dickie. Si tratta di un appuntamento settimanale che vedremo appunto ogni venerdì, alle 22, per sei puntate.

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16
aprile

JOHN DICKIE A DM: SU HISTORY CHANNEL SVELO LA CHIESA MAFIOSA. UN ATTENTATO A PAPA FRANCESCO? SAREBBE UN AUTOGOL DEI BOSS

John Dickie

Feste patronali finanziate dalla criminalità organizzata, Messe celebrate nei nascondigli dei boss, preti disposti ad assolvere i picciotti. John Dickie scopre gli altarini – è proprio il caso di dirlo – e su History Channel racconta le connivenze tra mafia e religione. Chiesa Nostra è il titolo del documentario che lo storico inglese ha realizzato sull’argomento e che vedremo in onda in prima visione giovedì 28 maggio prossimo. In prime time sul canale 407 di Sky, Dickie condurrà un viaggio nell’Italia meridionale, là dove alcuni uomini di Chiesa hanno accettato di stringere una pericolosa alleanza con le mafie. E’ lo stesso storico ad anticiparci i contenuti del suo reportage, co-prodotto da GA&A Productions e ZDF Arte:

E’ un documentario che racconta una storia lunga, che ha una svolta importantissima in questa fase storica: il rapporto tra Mafia e Chiesa. Perché c’è una mafia devota a modo suo, ma anche una Chiesa colpevole di silenzi e addirittura di collusioni.

John, perché parli di Chiesa colpevole?

Ci sono stati dei casi di preti mafiosi, che sparano e fanno parte del mondo mafioso. Ma a parte questi episodi, che non sono tipici, più in generale mi riferisco a una disponibilità a legittimare un potere mafioso che cerca di manifestarsi in modo pubblico, per esempio attraverso l’infiltrazione in processioni religiose. Questa è una pratica molto diffusa nel sud Italia: il boss si esibisce in prima fila nella processione del santo locale o in chiesa, accanto alle autorità. E’ un modo per rendere accettabile il potere della mafia.

Di recente Papa Francesco ha detto che “i mafiosi non sono in comunione con Dio, sono scomunicati“. Queste parole di condanna cambieranno qualcosa o resteranno lettera morta?

E’ proprio questo lo scopo della nostra indagine: capire se questa scomunica è davvero una svolta profonda o se invece è un gesto retorico che può essere interpretato in diversi modi e che, nelle zone ad alta densità mafiosa, non avrà conseguenze concrete. Da quello che abbiamo visto, i preti più esposti – ad esempio il cappellano di un carcere pieno di ‘ndranghetisti o il sacerdote in un territorio tradizionalmente mafioso – sono più propensi a non vedere la novità. Però c’è piuttosto un segnale di cambiamento storico nella gerarchia della Chiesa. Bisogna vedere se questo nuovo capitolo verrà comunicato anche alla base.

Il Papa deve temere ritorsioni?