il capo dei capi



29
novembre

LA SFIDA DELLE SFIDE : BENIGNI VS RIINA

Roberto Benigni - Il Capo dei Capi @ Davide Maggio .it

di alexspooky per davidemaggio.it

Da sempre, dall’inizio dei tempi, quella tra bene e male, tra paradiso e inferno, è stata una lotta senza esclusione di colpi, giocata senza quartiere, spesso servendosi anche di mezzi al limite del consentito.

Ora la lotta si sposta sulla tv generalista italiana e statene certi, dopo la battaglia solo una delle due fazioni potrà dirsi vincitrice sull’altra.

Detta così, sembrerebbe quasi la voce fuori campo dell’ennesimo filmaccio pseudo-apocalittico americano ma, invece, vi posso assicurare che la cosa è molto più terrena e molto meno spaventosa di quanto sembri. Stiamo parlando della sfida incrociata che vedrà questa sera, l’uno di fronte all’altro, in prima serata, Roberto Benigni e Totò Riina. Da una parte, il Roberto Nazionale diletterà, o annoierà a seconda delle circostanze, il suo pubblico con una lettura del V° canto dell’inferno; dall’altra, Canale 5 presenterà l’epilogo delle travagliate vicende del sanguinario Boss di Cosa Nostra prima della sua cattura, nell’ultima attesissima puntata de “Il Capo dei Capi”.

E sarà, o dovrebbe essere, davvero una battaglia all’ultimo spettatore. Perchè se da una parte le (rare) apparizioni televisive dell’attore premio Oscar sono sempre state premiate da ascolti record, dall’altra abbiamo sicuramente quella che da tutti è stata definita la fiction dell’anno che nell’ultima puntata ha raggiunto l’incredibile risultato di 8 milioni di telespettatori. E c’è da giurare che gli 8 milioni di persone incollate davanti alla tv giovedì scorso, difficilmente sceglieranno di tradire “Toto’ u curtu” per seguire una lettura filologica di Dante.

Per partecipare al sondaggio,




29
ottobre

GUERRA E PACE? UN MEZZO FLOP!

Guerra e Pace @ Davide Maggio .it

Le attività di DM iniziano a tornare alla normalità…

Una prima considerazione da condividere con Voi riguarda quello che doveva essere un evento televisivo eclatante.

Sostenuto da un battage pubblicitario pressante che ha coinvolto persino internet oltre ai canali tradizionali, Guerra e Pace è stato annunciato come “qualosa di difficilmente ripetibile” nel breve periodo sul piccolo schermo.

Un countdown mediatico scandiva i giorni mancanti al debutto di questo prodotto straordinario. Questo era, quanto meno, ciò che pensava la RAI.

Eppure, sin dalla pubblicizzazione dell’ “evento”, sostenevo che avremmo assistito ad un piccolo flop rispetto alle megalomani previsioni.

Pensavo questo sulla base di poche, semplici, considerazioni.

In primis ho sempre pensato che sul piccolo schermo (soprattutto sul piccolo schermo generalista) prodotti “storici” non possano trovare, di per sè, un largo consenso di pubblico.

Il problema non risiede, come sostengono in molti, nell’overdose di fiction in costume ma nella storia che c’è sotto i… costumi!

Nel caso di Guerra e Pace sono stati tradotti in chiave televisiva interessi troppo settoriali per far breccia sul grande pubblico e il confronto con quello che è stato un capolavoro della letteratura non poteva non tradursi in termini negativi per la riproposizione televisiva con la conseguenza che il risultato sarebbe stato inevitabilmente deludente.

Obietterete : “ma la fiction è riuscita ugualmente a “portare a casa” quasi 6 milioni di telespettatori”.

Certo, ma se consideriamo che un prodotto frivolo e decisamente scarso come “Un Ciclone in Famiglia” ha quasi raggiunto i 4 milioni di telespettatori, il paragone è presto fatto.

Non sono in discussione, in questo caso, i valori assoluti relativi agli ascolti ma la presentazione della fiction come “evento televisivo straordinario”, cosa che sarà costata non poco a mamma Rai sia da un punto di vista pubblicitario che in termini di sforzi (economici) produttivi che facevano sperare in risultati altrettanto straordinari.

Risultati straordinari che, ahimè (anzi ahiloro), non sono arrivati.

E’ stata singolare la risposta geniale anche se assolutamente fuoriluogo di Mediaset che ha utilizzato la stessa formula pubblicitaria del countdown per proporre la fiction “Il Capo dei Capi“.

Un prodotto sicuramente meno costoso e decisamente più popolare che, grazie al tema sempreverde della criminalità organizzata, è riuscito a totalizzare ottimi ascolti. Probabilmente superiori alle aspettative!