Fedele Confalonieri



18
marzo

DIRITTI TV GONFIATI: PIERSILVIO BERLUSCONI E FEDELE CONFALONIERI CONDANNATI IN APPELLO PER FRODE FISCALE. “SENTENZA INCOMPRENSIBILE”

Piersilvio Berlusconi, Fedele Confalonieri

Sentenza ribaltata per Piersilvio Berlusconi e Fedele Confalonieri. Nell’ambito del processo Mediatrade, la Corte d’appello di Milano ha condannato il Vicepresidente e il Presidente di Mediaset a un anno e due mesi di carcere per frode fiscale. Il verdetto, emesso ieri, ha smentito il pronunciamento di primo grado ed ha sancito l’assoluzione degli altri sei imputati coinvolti, tra cui il produttore statunitense Frank Agrama. Secondo l’accusa, i diritti tv oggetto di compravendita sarebbero stati “gonfiati” per ragioni fiscali.




9
aprile

TOP MANAGER TV: ECCO I COMPENSI. MEDIASET TAGLIA ANCORA, URBANO CAIRO RICEVE 5MILA EURO L’ANNO

Piersilvio Berlusconi

La spending review colpisce anche i top manager del piccolo schermo. Sia ben inteso: i loro restano pur sempre stipendi da capogiro, ma un raffronto tra il 2014 e l’anno precedente attesta una riduzione degli emolumenti. Chi più, chi meno, i vertici aziendali hanno dovuto rinunciare a qualcosa. In particolare, una elaborazione di Italia Oggi sulle relazioni dei singoli gruppi editoriali dimostra che ad effettuare i tagli più significativi è stata Mediaset, che già lo scorso anno aveva sfoltito i compensi dei propri top manager.

Mediaset: i compensi dei top manager

Piersilvio Berlusconi, vicepresidente Mediaset, nel 2014 si è ridotto il compenso del 10% rispetto all’anno prima. La sua remunerazione è passata così a 1,7 milioni di euro. Il Presidente del Biscione Fedele Confalonieri (confermato per i prossimi tre anni), invece, ha sfoltito il proprio stipendio ’solo’ dell’1,4%, incassando 3.682.612 euro. Marco Giordani (chief financial officer), Niccolò Querci (Direttore centrale del personale dell’organizzazione) e Gina Nieri (Consigliere d’Amministrazione) hanno rispettivamente ricevuto tagli allo stipendio del 13,9% (1.168.039 euro l’importo corrisposto), del 16,3% (1.131.912 euro) e del 15% (1.119.721 euro). La decurtazione più cospicua, però, è stata riservata al Direttore Generale dell’informazione Mauro Crippa, che con una riduzione del 19,1% è sceso a quota 965 mila euro.

In controtendenza è stata la remunerazione di Giuliano Adreani, AD del gruppo Mediaset, che è lievitata del 20,1% rispetto al 2013, ammontando a quasi 4 milioni di euro. Tale cifra si spiega col fatto che nel maggio 2014 Adreani abbia interrotto il proprio rapporto come dirigente interno, incassando così 500 mila euro di indennità di cessazione del rapporto e 841.125 euro di tfr. A questi si aggiungono i 2.612.110 euro di remunerazione per le cariche tutt’ora ricoperte come collaboratore esterno.

La7: il compenso di Urbano Cairo


16
febbraio

BERLUSCONI VENDE IL 7,79% DI MEDIASET. INCASSO PREVISTO: 377 MILIONI

Mediaset

A Mediaset è arrivato il tempo di fare cassa. Così, Fininvest ha avviato il collocamento sul mercato del 7,79% del capitale di Mediaset con una procedura di accelerated bookbuilding, che permette ai grandi azionisti delle società quotate in Borsa di vendere consistenti pacchetti societari in tempi brevi e presso investitori istituzionali. Fininvest passa dall’attuale 41,28% al 33,4% del gruppo di Cologno Monzese, mantenendo quindi il potere di condizionare le assemblee straordinarie.

Fininvest vende il 7,79% di Mediaset

La manovra non è cosa da poco: la holding, infatti, con questa operazione ha collocato i 92 milioni di azioni a un prezzo finale di 4,1 euro l’una ed otterrà un incasso previsto di 377,2 milioni. La procedura va collocata nell’ottica di nuovi investimenti, come si può capire da una nota della società.

La liquidità che si renderà disponibile con questa operazione consentirà tra l’altro a Fininvest di proseguire nel rafforzamento della struttura finanziaria e patrimoniale della società e di agevolare eventuali investimenti in un’ottica di diversificazione del portafoglio azionario” si legge nel comunicato.

Mediaset: Confalonieri smentisce le dimissioni





4
aprile

MEDIASET: STIPENDI TAGLIATI IN TEMPO DI CRISI. CONFALONIERI GUADAGNA 811MILA EURO IN MENO

Piersilvio Berlusconi, Fedele Confalonieri, Giuliano Adreani

I tempi d’oro sono finiti un po’ per tutti, e anche a Mediaset le contingenze della crisi hanno fatto sentire i loro effetti. Da un anno a questa parte la parola d’ordine sembra sia una sola: spending review. Nel 2012 l’azienda del Biscione ha risparmiato 307 milioni e per il 2014 l’obiettivo è fissato a quota 450 milioni. Del resto il fantasma dei conti in rosso è lì, sempre in agguato. Così si tira la cinghia a più livelli, e stavolta anche i vertici aziendali hanno dovuto fare i conti con i tagli.

Per questi ultimi, tuttavia, la manovra ha assunto tinte più light. Niente lacrime e sangue, insomma. Secondo quanto riporta Il Fatto Quotidiano, la riduzione complessiva dei compensi di amministratori e dirigenti è stata infatti inferiore al 9%, pari a 1,16 milioni di euro. Piccoli o grandi che fossero, però, i tagli ci sono stati: nel 2012 il presidente di Mediaset Fedele Confalonieri si è ridotto lo stipendio di 811mila euro (-22%) e di conseguenza ha guadagnato 2 milioni e 745mila euro, più 293mila in azioni.

Il dirigente più pagato risulta invece Giuliano Adreani, Presidente e Amministratore Delegato di Publitalia, che guadagna 2 milioni e 987mila euro, più 176mila in azioni. Il suo compenso è stato ridotto del 10%. Il vicepresidente Piersilvio Berlusconi ha invece incassato 1milione e 464mila euro (più 243mila in titoli), con una decurtazione dell’1,41% sul 2011. Accanto ai tagli, però, l’azienda del Biscione ha anche erogato alcuni premi “una tantum” ai dirigenti con responsabilità strategiche.


18
aprile

BERLUSCONI JR.: “DE FILIPPI A SKY E’ FANTAMERCATO”. POSSIBILE SOSPENSIONE DEL GF.

Piersilvio Berlusconi, Fedele Confalonieri e Giuliano Adreani

E’ in corso a Cologno Monzese la tradizionale assemblea degli azionisti Mediaset cui spetta il compito di approvare il bilancio del 2011. Oltre ai 664 azionisti sono presenti anche i vertici del gruppo per rispondere alle domande sui temi più caldi. A cominciare dalla sospensione del beauty contest, contro cui Fedele Confalonieri annuncia di aver fatto ricorso, aggiungendo che la polemica “è esplosa dopo che Sky ha annunciato il suo ritiro dalla gara“. Sempre il Presidente ha parlato della crisi, come si legge in una nota di TMNews:

Mediaset di per sé non è neanche lontanamente un’azienda in crisi. Si dice che opera in un mercato maturo e che la tv generalista è destinata a perdere peso a causa della frammentazione degli ascolti. In verità, crescono sia il numero dei telespettatori sia il tempo medio passato davanti alla tv. Stiamo governando con successo la frammentazione, che sicuramente esiste, con la creazione di nuove reti televisive tematiche e con le offerte pay. La televisione, come mezzo, è tutt’altro che superata“.

E continua:

La nostra soluzione è ridisegnare una Mediaset adatta a muoversi in un mondo diverso da quello che ci ha visto nascere e prosperare. Stiamo facendo e faremo sacrifici e continueremo a farli durante tutto il 2012. Alla fine, Mediaset sarà molto più leggera e notevolmente più efficiente. Tutto questo, senza impoverire le nostre offerte“.

Riguardo all’uscita della società da Endemol, ancora Confalonieri afferma:





30
agosto

FEDELE CONFALONIERI RIVELA: MENTANA VOLEVA MINZOLINI AL TG5. SANTORO? LO PREFERIVO SUL PONTE DI BAGDAD

Enrico Mentana e Augusto Minzolini

Chi l’avrebbe mai detto: nel suo harem di telegiornalisti del TG5, tra Lamberto Sposini, Emilio Carelli e Cesara Buonamici, Enrico Mentana avrebbe voluto anche Augusto Minzolini. Lo ha rivelato Fedele Confalonieri in un intervento radiofonico nel corso del programma ‘La Zanzara’ condotto da Giuseppe Cruciani su Radio 24. E chissà che il Presidente Mediaset non abbia volutamente punto Chicco Mentana ripescando un vecchio scheletro dall’armadio:

Minzolini a Mediaset? I direttori gia’ li abbiamo, sta bene lì dov’è. E poi a Mediaset voleva portarlo Mentana una decina di anni fa, quando era alla Stampa e Mentana era il direttore del Tg5. Voleva assumerlo. Oggi e’ un’altra storia“.

E com’è andata la storia è sotto gli occhi di tutti: Mentana che ha riconquistato la scena imponendosi come l’anti-Minzolini, raccogliendo consensi proprio grazie al suo telegiornale che si è nettamente contrapposto al modello minzoliniano per stile e per scelta delle notizie. Confalonieri ha parlato anche del futuro di Emilio Fede, per il quale si era vociferato di una possibile sostituzione alla direzione del TG4:

No, per ora resta lì. E poi quelli di una certa età vanno ascoltati. Una volta erano i consiglieri, nel villaggio di Asterix erano quelli con la pozione magica che danno i consigli ai giovani”.


25
aprile

MEDIASET: L’AZIONISTA MARCO BAVA ATTACCA L’AZIENDA.”PIERSILVIO BERLUSCONI E’ CONTRO FEDELE CONFALONIERI, HA IDEE INNOVATIVE MA LE MANI BLOCCATE”

Piersilvio Berlusconi e Fedele Confalonieri

Piersilvio Berlusconi e Fedele Confalonieri

Volano stracci a Cologno Monzese. Se pensavate che le riunioni di fuoco fossero una prerogativa di Viale Mazzini, avete sbagliato di grosso. L’ultima assemblea Mediaset sul bilancio 2010 pare infatti sia stata la più “frizzante” degli ultimi anni. Fuoco e fiamme grazie al Presidente Fedele Confalonieri che per la prima volta in 16 anni ha posto un limite di tempo sugli interventi degli azionisti, e a Marco Bava, socio dell’azienda di Cologno, che si è scagliato contro i suoi amministratori e contro il suo Presidente.

Partiamo dall’inizio. Marco Bava ha chiesto al gup Maria Vicidomini l’accesso agli atti del Processo Mediatrade, richiesta però non concessa non essendo socio di Mediatrade o RTI nonostante, stando a quanto dichiarato nell’intervista al Riformista, “l’unica parte lesa è Mediaset, direttamente danneggiata in quanto azionista di Mediatrade e RTI”. Per questo durante l’assemblea sul bilancio ha letto la sua richiesta di costituzione in giudizio, scaldando gli animi in aula, soprattutto quelli di Confalonieri che avrebbe risposto togliendogli la parola.

Uno scontro che non si è limitato però al Processo Mediatrade. Bava ha infatti chiesto un’azione di responsabilità nei confronti dei consiglieri: “C’è un articolo del codice che dice che qualsiasi socio quando è in discussione il bilancio può chiedere l’azione di responsabilità nei confronti degli amministratori.”. Ma Confalonieri non avrebbe messo in votazione la sua richiesta, violando la legge. Una battaglia, quella di Bava, che pare sia condivisa anche da altri soci: “Continuo a chiedere ai fondi e ai soci presenti di dare voto negativo nei confronti del management. Contro Confalonieri ci sono stati 73 milioni di voti.” Intanto per farsi sentire ha deciso di sporgere querela: “Penso di querelare Mediaset per falso in bilancio. Il falso in bilancio è un reato perseguibile solo su querela.”


12
gennaio

DAHLIA TV ABBASSA LA SARACINESCA E VA IN LIQUIDAZIONE. INTERVIENE MEDIASET PREMIUM?

Dahlia TV

Dahlia TV in liquidazione

Era nell’aria già da tempo ma mancava solo la decisione da parte della società. Dahlia TV, la pay tv italo-svedese (l’83% della società è in mano ad AirPlus, il resto a Telecom Italia Media e Filmmaster) nata dalle ceneri di La7 Cartapiù e concorrente sul digitale terrestre di Mediaset Premium, chiuderà ufficialmente baracca e burattini e andrà in liquidazione, in altre parole verrà sciolta.

La decisione, a quanto pare piuttosto sofferta, è stata presa dal Consiglio di Amministrazione dopo un’attenta valutazione del panorama televisivo a pagamento, in cui è entrata con buoni propositi ma ne è uscita, dopo la nuova assegnazione delle squadre di Serie A per il biennio 2011-2012 da parte della Lega Calcio, con le ossa rotte (solo 300 mila abbonamenti, l’obiettivo per coprire i debiti pare fosse di 350 mila). Tante le preoccupazioni sullo scioglimento della società, a partire dal destino delle otto squadre di calcio di Serie A assegnate (Cagliari, Catania, Cesena, Chievo Verona, Lecce, Parma, Sampdoria e Udinese) e di Serie B che potrebbero così sparire dagli schermi del digitale terrestre.

Proprio per questo e per salvaguardare le famiglie abbonate e i lavoratori è intervenuto anche il Ministro Paolo Romani, anche se al momento non è chiaro che fine faranno i 150 dipendenti (molti dei quali sotto contratto con Filmmaster Television, “corpo produttivo” di Dahlia) che in virtù di ciò hanno immediatamente chiesto un incontro con il Ministero dello Sviluppo Economico.