Cinzia Bancone



12
gennaio

MIA NONNA E’ IMPAZZITA. VUOLE ANDARE A “UOMINI E DONNE”

Vedova dal 1985, nove figli, e un’infanzia tra stenti e bombardamenti. Ieri, nonna Rosa ha avuto finalmente il suo momento di gloria mediatica! Il riscatto delle over 70. E, come sempre, a pensare a tutti noi c’è lei: Maria.

Dopo tronisti gonfi, lampadati e corteggiatrici trampolate, e plastificate, ieri abbiamo potuto assistere all’ennesimo esperimento della nostra De Filippi: una sperimentale puntata di “Uomini e donneover 70. Ada, Francesca, Rita, Miresa, vere “donne” che hanno attraversato epoche, guerre, e cataclismi, sono ora accolte dalla mano di Maria per andare a prendere posto in studio; la musica che le accompagna è sempre quella (il tormentone che ci fa subito pensare a Bisio-Claudiano!) ma stavolta niente cosce che falcano a tempo di musica, solo gambette tremolanti, scarpe deformate da cipolle, e ardue deambulazioni, fino al momento clou: “facciamo entrare i signori”.

L’effetto è straniante. I primi piani indugiano su rughe, porri, lenti doppie e triple, occhiaie, macchie della pelle, doppi menti, una fiera di imperfezioni cutanee senza pari. Addio occhi languidi e giovani, addio pelli vellutate. Questo ora è lo show! E anche stavolta lo show c’è tutto. Non riesco a staccarmi e non riesco a staccare nonna Rosa che non può credere che al posto dei figlioli ci siano dei geronti come lei.




4
novembre

SE VUOI DEBELLARE IL TUO ORMONE IN MODO DEFINITIVO, GUARDA UN FRAMMENTO DI UN MEDICO IN FAMIGLIA 6

Un Medico in Famiglia 6

Je t’aime mon amour, je t’aime tout le jour, je t’aime chi lo sa com’è che andrà… Eeeee???

All’inizio sembrava così insulsa questa sigla ma, mio malgrado, dopo qualche martedì ho iniziato a canticchiarla. Ci dovrà essere un motivo se 6 milioni e mezzo di italiani ogni volta aspettano Un medico in famiglia, e ci sarà più di un motivo se otto milioni di spagnoli da quattordici anni seguono “Mèdico de familia”, fieri della paternità e del successo planetario del loro super-format.

Inutile girarci intorno, sono costretta a fare outing: “io, a volte, guardo Un medico in famiglia 6” e lo faccio pur sapendo che si tratta di un prodotto ammazza-ormone, almeno quanto il competitor “il Falco e la colomba”. Ma questo è il tipico caso in cui la tv fa la tv. Sì, perché Un Medico in famiglia è ai limiti della realtà, apoteosi di famiglie cresciute a pale di mulino bianco, che possono veder sublimati i conflitti, le beghe tipiche delle tanto tipiche e incasinate famiglie allargate in un piantino di nonno Libero. Qui, si vive allegramente in quindici sotto lo stesso tetto, in una casa da sit-com, in una strada dove solo la spasimante di Lele poteva aprire un’improbabile cioccolateria. E le colazioni, i pranzi e le cene tutti i giorni, tutti assieme, senza tempo, prima di raggiungere l’ospedale dove il capo-famiglia, medico, abbraccerà il paziente piangendo con lui, per la sua cistifellea.


17
ottobre

ESCO DOPO COLORADO

Colorado (Nicola Savino e Rossella Brescia)

Son già tre settimane che mi frega! Mi sintonizzo il venerdì sera, mentre mi preparo per uscire ma la nuova versione-maratona di Colorado mi tiene lì. E tra una phonata ai capelli e un giro nell’armadio finisce che mi divano ancora un po’ per guardarlo, e lì resto!

E pensare che tutti eravamo perplessi sulla dipartita della storica coppia Savino – Digei Angelo dalla Rai, dal timone notturno di Scorie alla prima serata di Italia1, eppure, ce l‘hanno fatta anche qui. Forse perché in tv, più di ogni altra caratteristica, vince semplicemente la “simpatia” e i portatori sani di simpatia ce la fanno sempre, talvolta anche a prescindere dal talento: avete mai sentito dire a qualcuno “che antipatica la Hunziker! Che antipatica la Ventura, Fiorello o la Maionchi? Personaggi senz’altro talentuosi ma che un po’ tutti vorremmo avere soprattutto come amici. Ecco, ho l’impressione che Nicola Savino (qui una nostra intervista) appartenga a questa categoria di televisivi “positivi”.

In radio con Linus, a Quelli che, su Facebook con i suoi circa 40.000 fans, in tutte le salse, Savino ha questo fare “semplice” e umile che ci dimostra che in tv non arrivano solo i figli d’arte o i raccomandati ma anche chi ha lavorato duro per anni e si è creato col tempo un suo spazio, per una volta, meritocraticamente.

Ma torniamo allo show.





18
settembre

TV TALK, DA DOMANI CI RIMETTE IL NASO…

Tv Talk, Massimo Bernardini e lo staff

Eccoci! Siamo tornati! L’appuntamento con Tv Talk è quello consueto, quello del sabato mattina, su Raitre, dalle 9.00 alle 10.30, quello che fa saltar dal letto i tanti aficionados che ogni anno ci aspettano per “guardare” la tv con la lente d’ingrandimento.

Addetti ai lavori, giovani universitari  semplici appassionati si ritrovano, ormai da anni, con noi, ad osservare la tv da dentro, da dietro, da ogni angolo che possa restituire una conoscenza e una consapevolezza in più sulle dinamiche dello show business, e del variegato mondo della comunicazione. E, come ogni stagione, gli stimoli non mancano: tv straniera, digitale, satellitare, generalista, tematica, web, a pagamento, palinsesti, spostamenti, mostri, fenomeni, censure, novità, anteprime, critiche, backstage, conferenze, lanci e slanci, insomma, un mondo in continuo mutamento che ci apprestiamo a capire e raccontare.

Per stare sui fenomeni, in questa prima puntata, già non poteva non balzarci all’occhio la “freakettizzazione” dei talent show. La goffa Susan Boyle che tutti ricorderete, si è rivelata, infatti, antesignana di una deriva (sempre che di deriva si tratti) “corridizzatrice” dei talent nostrani, ma non solo: avete già visto l’82enne concorrente del nuovo X Factor inglese? (che non canta poi così bene) o la nostra strepitosa Chiara Ranieri (X Factor Italia) trasformata in esile geisha dall’estro di Tommassini?


14
luglio

CHI DI ZAPPING FERISCE… D’ESTATE PERISCE

Zapping

Metti una giornata d’estate a casa, sì, perché può capitare di stare in casa a luglio, o no? E come milioni di italiani, può capitare di non avere Sky e di essere inguaribili romantici della generalista “free”, o no? Perché non è che a giugno si prende il televisore e lo si mette in cantina a svernare… quello rimane lì dov’è sempre stato e lo si accende, ma, ora più che mai, chi di zapping ferisce di zapping perisce!

D’inverno, per un’intera annata tv, sotto il plaid, scanaliamo con passione e sentimento dieci canali guardabili che, all’improvviso, d’estate, “fuori periodo di garanzia”, lontano da fasti incassi e da numeri mirabolanti, diventano infami traditori e ci regalano sostanzialmente ed inevitabimente avanzi, conditi però sempre con spot, più abbronzanti, ma sempre spot.

E allora ecco che lo zapping diventa un tic. Dalle prime ore del giorno, le più fresche, all’ora di pranzo, possiamo zappettare tra succulente repliche dei tribunali più incredibili d’Italia e goderci le beghe di condominio della Rita o zappettare sul primo per non perderci LEI, l’irrinunciabile Signora in Giallo (del resto che estate sarebbe senza la simpatica voce della Fletcher?). Ma poi, sgranocchiando la fresca insalatina, aspettiamo qualcosa di altrettanto fresco, roba fatta lì al momento, i TG. E lo zapping-tic si acquieta: d’estate i nostri notiziari diventano proprio simpatici, e tra un servizio sul “ritorno degli asini” (giuro, l’ho visto coi miei occhi!), uno sui consigli per proteggersi dal caldo (bere molto, stare in casa nelle ore più calde, pensa te!) e quello sulle malattie da esposizione al sole (un po’ di terrorismo non può mancare, ci fa crescere sani!) arriviamo al lungo, infinito pomeriggio (detto anche “pomeriggio d’amore”).





25
giugno

ZITELLA REFERENZIATA CERCA TRONISTA AL SECONDO GIRO. NO PERDITEMPO.

Zitella Cerca Tronista

Voglio lanciare un appello alla tv. Eh si, perché alla tv ormai possiam chieder di tutto, no? Di risolverci piccoli problemi legali e sentimentali, di consolarci se siamo vittime di ingiustizie, di farci processare nel migliore dei modi e col minimo della pena, di renderci più belli, e di trovarci marito. E già! Da molto ci prova la tv: è da decenni che le mogli di Costanzo s’impegnano, prima la Marta, poi la Maria.

Però, accidenti, il marito lo trovan sempre per quelle che non lo vogliono. Si, perché le corteggiatrici, mamma che giovani le corteggiatrici, hanno ancora tanto tempo davanti e poi non lo vogliono davvero il tronista di Maria; loro, quando sarà il momento, si cercheranno un bel calciatore di serie A.

Produttori, broadcaster italiani, c’è un buco, un buco di format, un buco di target. E siamo noi, le single dai 30 ai 40! Quelle che Auditel chiama “le sognanti”, le Sex And The City de no’artri, le trendy, le donne in carriera, quelle che passano la vita in Facebook, sperando che un ex compagno dell’asilo si scopra innamorato di loro e venga a portarle via. Noi siamo un target, cavolo! E che target. Autentiche “big spender”, patite di shopping compulsivo, acquirenti di creme, shampini, vacanze, vestiti, e di qualsiasi orpello o stampella ci faccia apparire più ventenni che mai! Anche noi vogliamo il nostro “format”, quello che ci rappresenti, quello che ci dia di diritto il nostro spazio nel cosmo-tv.


22
giugno

CASTING CHIAMA, KAMIKAZE CORRE

Casting - Cinzia Bancone

E’ “La Voce del Web” di TV Talk, il programma di RaiEdu in onda su Raitre che si nutre e ci nutre di televisione, settimanalmente. Ma l’appuntamento sembra destinato a moltiplicarsi: se, infatti, troveremo Cinzia Bancone, come d’abitudine, ogni sabato mattina su Raitre, ci sarà anche la possibilità di leggerla sulle pagine del nostro blog. E avremo modo di farlo in una chiave decisamente diversa da quella a cui siamo abituati. DM ha scovato, infatti, un lato comico (a tratti tragicomico) che, dopo mirabolanti trattative, potremo leggere con piacere su davidemaggio.it. Vi lascio, dunque, al primo pezzo di Cinzia Bancone dandole contemporaneamente un caloroso benvenuto. 

Bella l’estate! Sì, perché finalmente arrivano i casting, quelli di X Factor, quelli del GF, ad allietare il kamikaze televisivo che può finalmente dare sfogo ai suoi istinti primari ed immolarsi per la grande avventura.

E allora si parte, kamikaze d’Italia uniti, tutti in massa verso il successo: deportati su treni improbabili, su pullman a più piani, a prendersi il loro sogno, “the dream”, a sgomitare per sti cinque minuti di celebrità, in nome del loro essere speciali ma soprattutto “vveri” – ma poi, cosa mai vorrà dir sto “io sono vero” con cui si riempie la bocca il kamikaze-tv? Cioè, se lui è vero, noi cosa siamo? “Non veri”, quindi? Fantocci a forma di donna, bambole gonfiabili, uomini di gomma? Bo!

Vabbè, l’esperienza del casting è comunque bellissima e li riempie di “ggioia” perché loro hanno fatto il provino, e al loro arrivo a destinazione, si ritrovano sotto il sole, a quaranta gradi all’ombra, in coda, numerati, con altri 12.500 aspiranti kamikaze. E alla fine, dopo 8 ore, freschi come fiori a primavera, hanno avuto il loro momento di gloria e, di fronte ad uno stuolo di autori dissetati e divertiti, hanno potuto donare la loro performance, quella che li farà accedere al favoloso mondo della tv. Colmi di speranze e mai più senza cellulare alla mano, passato il primo casting, pochi eletti però verranno chiamati per il secondo, il terzo, il quarto e il quinto step ma alla fine eccoli i dieci prescelti, immolati inconsapevoli di vivere l’esperienza più sadomaso della loro vita. Ebbene si, più sadomaso, perché da quando la tv è diventata “democratica” tv-verità, e ha aperto le sue porte alla “ggente”, questa ha sempre dovuto pagare un prezzo in nome dell’audience e del gradimento del “pubblico a casa”.

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