Carta di Credito



28
ottobre

RAI, AUGUSTO MINZOLINI CONDANNATO IN APPELLO PER PECULATO. L’EX DIRETTORE: SONO ALLIBITO

Augusto Minzolini

I giudici hanno cambiato idea: ora Augusto Minzolini non è più innocente. L’ex direttore del Tg1, oggi senatore di Forza Italia, è stato condannato a due anni e sei mesi di reclusione per peculato continuato, nonostante lo scorso anno fosse stato assolto in primo grado per la medesima accusa. La Corte d’Appello di Roma ha ribaltato quella sentenza e ieri ha giudicato il giornalista colpevole di aver utilizzato in modo improprio la carta di credito della Rai durante la permanenza a Saxa Rubra. Per l’ex direttore, il tribunale ha anche disposto l’interdizione dai pubblici uffici per l’intera durata della pena.

Sono allibito, attonito” ha dichiarato il senatore su Twitter, chiedendosi dove fosse finita la certezza del diritto. Riguardo alla vicenda della carta di credito, a Minzolini era stato contestato di aver sforato, in quattordici mesi, il budget a sua disposizione nella misura di circa 65 mila euro. L’ex direttore – è doveroso precisarlo – aveva rimborsato a Viale Mazzini l’intera somma contestatagli. In primo grado i giudici avevano assolto il giornalista, riconoscendone la buona fede: a seguito di quel pronunciamento, il giornalista aveva chiesto il reintegro alla direzione del Tg1. Ora invece le toghe hanno gli hanno inflitto più di quanto l’accusa avesse richiesto (due anni).




14
febbraio

SPESE AZIENDALI, AUGUSTO MINZOLINI ASSOLTO DALL’ACCUSA DI PECULATO

Augusto Minzolini

L’ex direttore del Tg1 Augusto Minzolini è stato assolto dall’accusa di peculato nell’ambito del processo che lo vedeva imputato per il presunto utilizzo improprio delle carte di credito aziendali. Il giudice ha respinto la richiesta del pm Mario Dovinola, il quale aveva chiesto una condanna a due anni, perché “il fatto non costituisce reato“. Al giornalista, lo ricordiamo, si contestava di aver sforato, in 14 mesi, il budget a sua disposizione per circa 68 mila euro. Tale somma è stata restituita dal Minzo stesso.

Per me è stata una vera e propria via Crucis”, ha commentato a caldo l’ex responsabile del Tg1, come riportato da Adnkronos. ”Per questo processo – ha aggiunto il giornalista – ho rifiutato di fare il capo dell’ufficio di corrispondenza della Rai a New York. Ho seguito tutto il processo e quello a cui ho assistito oggi mi rincuora sul rapporto tra giustizia e informazione in questo Paese“. Nei mesi scorsi, Minzolini si era trovato a dover rendere conto della vicenda anche davanti microfoni di Servizio Pubblico, nel corso di un movimentato botta e risposta finito a suon di insulti.

Viene ora di chiedersi se il programma di Michele Santoro racconterà l’assoluzione con la stessa enfasi riservata al processo ancora in corso. Intanto, l’ex “direttorissimo” avrà a che fare con una nuova faccenda giudiziaria: è stata infatti notificata la chiusura di un’altra inchiesta che lo riguarda, quella sul mancato reintegro di Tiziana Ferrario al Tg1. La giornalista non era stata reintegrata nelle sua abituali mansioni, come indicato da una sentenza del giudice del lavoro.


24
febbraio

DOPO LE POLEMICHE, IL CONSIGLIERE RAI GUGLIELMO ROSITANI RICONSEGNA LA CARTA DI CREDITO AZIENDALE: “L’AVRA’ USATA MIA MOGLIE PER SBAGLIO”

CdA Rai

CdA Rai

3870 euro nel periodo aprile-agosto 2011 tra gioiellerie, ristoranti e negozi di Rieti (qui i dettagli): le “spese di rappresentanza” del consigliere Rai Guglielmo Rositani con la carta di credito aziendale dal valore di 10 mila euro divulgate da una fonte anonima a Repubblica hanno scatenato l’intervento immediato dello stesso Consigliere, che con una nota tramite l’Ufficio Stampa Rai ha respinto le accuse sporgendo querela e dichiarando che tali spese fossero del tutto “regolari, motivate e giustificate”.

Sarà, fatto sta che Rositani ha deciso di riconsegnare all’azienda la carta di credito delle polemiche. “Mi avete rovinato l’immagine, nella mia città cosa penseranno? Mi sento scarnificato e dolente”, avrebbe dichiarato, mentre in un’intervista a Libero ha sottolineato che l’errore è stato commesso probabilmente dalla moglie. Sulla vicenda sono comunque intervenuti i colleghi in CdA, che si son dati da fare per ricontrollare tutte le ricevute e verificare le spese effettuate, onde evitare di finire sui giornali.

Nino Rizzo Nervo ha speso lo scorso anno 1450 euro. “Per me la rappresentanza consiste nell’invito a pranzo. Due, tre alla volta. Nulla in più. E’ questione di stile”. Giorgio Van Straten, che parla di troppa esposizione sui media dell’alta dirigenza, si è invece fermato a 850 euro. Le spese di rappresentanza di Antonio Verro consistono invece in qualche omaggio floreale. Ma Rositani fondamentalmente non sembra aver colpe: l’uso consono dei 10 mila pare sia demandato agli stessi possessori, dato che l’azienda non ha fornito regolamentazioni. Giuste o meno, Rositani – che è anche Sindaco, Consigliere della Stretto di Messina SpA e artefice della Sagra del Peperoncino di Rieti – non è comunque nuovo alle polemiche sui giornali.





23
febbraio

LE “SPESE DI RAPPRESENTANZA” DI GUGLIELMO ROSITANI PUBBLICATE DA REPUBBLICA: 3870 EURO TRA RISTORANTI E GIOIELLERIE. IL CONSIGLIERE: “E’ TUTTO REGOLARE, MOTIVATO E GIUSTIFICATO”. E PARTE LA QUERELA.

Guglielmo Rositani

Guglielmo Rositani

E mica solo Augusto Minzolini. In Rai l’uso della carta di credito aziendale per spese di rappresentanza è diventata una prassi per diversi protagonisti dell’azienda. Stando a quanto rivelato da Repubblica infatti, che ha ricevuto in via anonima 11 ricevute di una carta di credito che fa riferimento all’azienda pubblica, tra i personaggi del settimo piano di Viale Mazzini che hanno usufruito in più di un’occasione di questa possibilità compare anche il Consigliere di Amministrazione della Rai Guglielmo Rositani.

Nulla di strano, fondamentalmente. Ai Consiglieri di Amministrazione viene elargito uno stipendio (lordo) di 98 mila euro l’anno, più 28 mila euro extra nel caso diano vita ai comitati editoriali e una carta di credito aziendale dal valore di 10 mila euro l’anno per le spese di rappresentanza. In merito a questa carta, non vi sono -a quanto pare- regole precise sull’utilizzo e quindi l’ “uso consono e corretto” viene demandato agli stessi possessori.

La domanda che sorge spontanea è cosa si intenda per “spese di rappresentanza” e soprattutto per “uso consono” poichè nelle ricevute in mano a Repubblica, che riportano l’intestazione Rai (o comunque sono spillate su carta intestata di Viale Mazzini) e fanno riferimento a Rositani, compaiono degli acquisti (tutti effettuati a Rieti) forse poco attinenti allo scopo.