Una puntata passata a vedere una che si mette dentro le bocce: non c’è migliore epitaffio di quello usato dai Gialappi (a commento del ‘vestito’ di Guendalina) per parlare dell’ultima puntata del Grande Fratello, dominata in lungo e in largo dalla mamma fuori di tetta. Per una Alessia Marcuzzi che usa solo sostativi e aggettivi da fiaba per bambini per gestire i concorrenti scalmanati, spesso bravi solo nell’accezione più donabbondiana del termine, ci pensa la Marchesa del Trash Guenda a parlare anche agli adulti superando se stessa. Bocca al gomito, celebre rito della rosicata e una chicca di saggezza, di risposta a Ferdinando che la accusa di essere gelosa del suo rapporto con Angelica: ‘Piuttosto me la cucio!’ (e non si riferiva esattamente alla bocca!).
I dialoghi che la Ocone e la Cortellesi esageravano parodicamente nelle avventure della popolana romana di nome Feliciana, se paragonati alle frasi che volano nella casa, risultano moderati. Indice minaccioso puntato e via col liscio: Valentina fiato corto e lingua lunga, sbattuta a furor di popolo fuori dalla casa con percentuali che non si vedevano da tempo, costruisce tutto un suo teorema sulla profumiera Angelica raggiungendo acuti di rabbia francamente surreali. Il motto di Feliciana- mio marito quando mangiamo mi rutta in faccia perché mi rispetta- diventa un verso dello Stilnovo, se confrontato al livore con cui l’italo-tunisina denuncia le statistiche di scarsa generosità sessuale della Livraghi. I peggiori bar di Caracas impallidiscono ancora una volta dinanzi a cotanta effervescenza lirica, nonostante Signorini sostituisca con il biblico fornicare il verbo più comunemente conosciuto come fare l’amore (con buona dose di ottimismo diciamo così).
La notizia migliore che possiamo darvi è che il Grande Fratello, forse condividendo la nostra nostalgia per le prove dinamiche di una volta, ritorna a proporre una gara ai concorrenti. E stavolta non si tratta di chi ha più corna presunte tra Rosa, Margherita e l’outsider Baroncini (per il quale Erinela può rivelarsi la vendetta che non ti aspetti), ma di una corsa ad ostacoli in una giungla ricreata nell’arena. Peccato che per il percorso nella fanghiglia l’occhio del Gf non veda gli unici due che avremmo voluto vedere rotolarsi per bene lì dentro. Chi non pagherebbe un euro per vedere la coda e le sopracciglia del vanesio Biagio, che forse finora di fango ha conosciuto solo quello della proverbiale alga, irrorarsi di putrida materia limacciosa? Chi non pagherebbe persino due euro per vedere Guenda incastrata tra il finto filo spinato con il suo enorme ‘bagaglio di esperienza’? Sicuramente più di coloro che giornalmente in televisione rispondono a domande del tipo: le zucchine le preferisci a rondelli o alla julienne?