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Under the Bridge racconta con precisione chirurgica le angosce degli adolescenti

Stefania Stefanelli

di Stefania Stefanelli

17/08/2024 - 13:14

Under the Bridge racconta con precisione chirurgica le angosce degli adolescenti

3.5 /5

Cupa, inquietante, dolorosa e capace di raccontare con precisione chirurgica le angosce e i vuoti emotivi degli adolescenti: questa è Under the Bridge, la serie Disney+ che racconta l’efferato omicidio di una sedicenne nel Canada di fine anni ’90. E sembrerebbe fin troppo fantasiosa ed esagerata, se non fosse tristemente vera.

Basata sull’omonimo saggio di Rebecca Godfrey (edito in Italia sia come La Ragazza che doveva Morire che come La Notte Rossa), la serie racconta la morte violenta di Reena Virk (Vritika Gupta) avvenuta nel 1997 sotto un ponte. E lo fa sottolineando tutto il disagio e il malessere dell’epoca – ma quanto mai attuale – nei confronti degli immigrati, delle minoranze religiose e in generale dei “diversi”.

Under the Bridge e la morte di Reena Virk

Under the Bridge - Reena Virk nella realta? (a destra) e nella finzione (Vritika Gupta)
Under the Bridge – Reena Virk nella realtà (a destra) e nella finzione (Vritika Gupta)

Reena Virk era una ragazzina indo-canadese emarginata e presa in giro dai coetanei per il suo aspetto fisico e per l’appartenenza della sua famiglia ai Testimoni di Geova. Il suo sentirsi esclusa ed incompresa la spinse ad accusare ingiustamente il padre di abusi pur di poter lasciare la propria casa e stare con un gruppo di compagne alle quali non somigliava. E che mai l’avrebbe accettata.

La serie parte raccontando in poche sequenze quel suo mondo chiuso, opprimente, per poi raccontare la morte della ragazza e soprattutto l’indagine per scoprire l’identità degli assassini. Indagine nel corso della quale verrà fuori una gioventù bruciata priva di punti di riferimento, sogni e prospettive, emblema della quale è Kelly (Izzy G.).

La Godfrey, che si appassionò al caso e scrisse il saggio intervistando i protagonisti e spulciando i verbali della Polizia, è essa stessa uno dei personaggi (interpretata da Riley Keough). Inorridita dalla vicenda ma capace di empatizzare con i giovani coinvolti, nei confronti dei quali prova un senso di protezione scatenato dal trauma mai risolto per la morte del fratello.

Under the Bridge: una storia vera ma ricca di elementi di fantasia

La scelta autorale è stata quella di inserire nella narrazione alcuni elementi di fantasia, per trasformare questo caso di cronaca in una vera denuncia sociale. L’operato dei vari agenti coinvolti nel caso converge così in quello di Cam Bentland (Lily Gladstone), poliziotta volenterosa e capace che porta su di sé il peso dell’emarginazione subita da Reena, essendo lei stessa una nativa adottata da piccola nonchè lesbica.

Della donna, che in realtà non è mai esistita, viene raccontata una relazione amorosa proprio con Rebecca Godfrey, e questo crea una suggestiva contraddizione. Infatti la scrittrice, morta prematuramente due anni fa, aveva preso parte alla genesi della serie ma, a quanto risulta, non era omosessuale.

La forza di Under the Bridge sta tutta in questi personaggi che, complici gli ottimi interpreti scelti, portano in scena un groviglio di emozioni represse, paure e inquietudini capaci di catturare l’attenzione dello spettatore. Per poi lasciarlo lì, triste ed inerme dinanzi alla violenza insensata della realtà quando supera la fantasia.

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