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Un Festival per Gerry Scotti
di Stefania Stefanelli
12/02/2025 - 17:50
© Agi per US Rai
4.5 /5
Gerry Scotti, dopo quarant’anni di carriera, è finalmente arrivato al Festival di Sanremo. Peccato si sia trattato solo di una co-conduzione per una singola serata, perchè meriterebbe molto di più, e forse sarebbe tempo di darglielo.
Il Sanremo di Carlo Conti è pulito, istituzionale e anche veloce, cosa che a taluni non dispiace. Ma non ha nulla di nuovo da dare al pubblico: perfino le battute che il padrone di casa sta per pronunciare possiamo già intuirle, così come gli scambi con l’amica Antonella Clerici.
Gerry Scotti ha portato grande leggerezza sul palco dell’Ariston
La presenza di Scotti, invece, ha rotto la liturgia, facendo intravedere una speranza per il futuro. Certo, lo zio Gerry se l’è goduta, calcando il palco dell’Ariston con l’allegria data dal suo essere ospite senza responsabilità, e se fosse lui a condurre probabilmente non se lo riuscirebbe a permettere. Ma varrebbe la pena tentare, perchè lui sembra davvero uno di famiglia come i conduttori di una volta.
Anche la gestione della diretta, che da anni non gli appartiene, si è rivelata congeniale per lui, facile. Gerry Scotti, a dispetto delle superflue e inutili battute sul peso che gli vengono fatte impropriamente da sempre, ha portato una leggerezza incredibile. Viva la sua ironica e delicata sobrietà.
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Lorenzo Innocenti dice:
Leggerezza? E' stato pesante come un macigno con battute spesso fuori luogo, oltre tutto anche cafone a sparire prima della conclusione lasciando Conti e Clerici soli sul palco nel finale. Mi auguro di non rivederlo mai più a Sanremo, insopportabile.