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Sara – La Donna nell’Ombra, spy story all’italiana con una protagonista strepitosa
di Stefania Stefanelli
09/06/2025 - 16:58
© Netflix / Duccio Giordano
4.2 /5
Maurizio De Giovanni ha colpito ancora e questa volta lo ha fatto lontano da Rai 1: dai suoi romanzi con protagonista l’agente dei Servizi Segreti interni Sara Morozzi è stata tratta la serie Netflix Sara – La Donna nell’Ombra, che lo conferma re Mida della letteratura trasportata sullo schermo.
Sara è forse il più forte tra i personaggi creati dall’autore e, se con I Bastardi di Pizzofalcone ha in comune le indagini ai margini, con Il Commissario Ricciardi condivide la malinconia e la solitudine dei diversi, di coloro che hanno un dono speciale. Il suo è quello di saper leggere il labiale anche a distanza, di captare qualunque segnale verbale e non verbale, il che l’ha condannata ad avere sempre massima attenzione sugli altri e poca su se stessa.
Sara – La Donna nell’Ombra brilla per le interpretazioni di Teresa Saponangelo e Flavio Furno
Sara è un’anonima, appare e scompare all’improvviso ma ha una storia potente, che lascia il segno. E quella storia viene raccontata bene nella serie tv diretta da Carmine Elia per Palomar, che risulta godibile ed originale pur sparandosi subito le sue cartucce migliori. Il primo dei sei episodi è un gioiello di sorpresa e scoperta, quella per l’appunto del personaggio e delle sue perdite, poi la narrazione si sposta su un piano meno emotivo e più macchinoso, raccontando l’indagine che riporta Sara nel mondo dopo un lungo e volontario isolamento.
E’ una spy story molto “all’italiana”, con gli agenti che non si nascondono mai, si muovono e si incontrano come se nulla fosse e svelano la loro identità segreta a un mucchio di persone, coinvolgendo anche dei civili nel loro lavoro pericoloso. Nulla a che vedere con la professionalità americana, insomma, ma forse così la storia è più a portata di mano dello spettatore.
Teresa Saponangelo si cala alla perfezione nei panni della protagonista, mettendo a frutto anni e anni di gavetta premiati poi dal successo di E’ stata la mano di Dio di Paolo Sorrentino. Se il suo primo ruolo televisivo di rilievo è stato quello della poliziotta alla disperata ricerca di una gravidanza ne La Nuova Squadra, qui è invece un’investigatrice che il figlio lo ha abbandonato da bambino e convive con i sensi di colpa da allora. Troverà una figlia putativa nella nuora Viola, per ironia della sorte interpretata da Chiara Celotto che era stata proprio “sua figlia” in Vincenzo Malinconico – Avvocato d’Insuccesso. E sembra un cerchio perfetto.
Attorno alla Saponangelo un cast interessante e variegato, nel quale brilla soprattutto Flavio Furno nei panni di un ispettore Pardo divertente, intenso, spontaneo e credibile. Carmine Recano appare invece sotto forma di fantasma o di ricordo del compagno di Sara, e non si capisce per quale motivo gli presti il volto sia da giovane che da adulto, mentre per la protagonista e la sua migliore amica sono state giustamente ingaggiate altre attrici per impersonarle nei flashback: sarebbe stato più giusto sostituire anche lui nelle scene al suo capezzale.
E, restando in tema del tempo che passa, va sottolineato che l’ingrigimento dei capelli di Sara non ha convinto al 100%, risultando a volte più intenso e a volte meno.
A fare da sfondo a questa intricata vicenda fatta di amore, dolore e pericolosi interessi politici, c’è poi una Napoli diversa da tutte le altre che De Giovanni ha già raccontato e questo è un altro punto di forza suo e delle sue storie: quello di spaziare tra registri diversi e offrire sempre un punto di vista nuovo su qualcosa che nuovo non è.