Ora in tendenza

Respira: più drama che medical

Daniele Lombardi

di Daniele Lombardi

04/09/2024 - 18:55

Respira: più drama che medical

© Carla Oset/Netflix

3.5 /5

Non è il classico medical drama e forse potrebbe far storcere il naso a chi si aspetta pazienti da curare e malattie da diagnosticare. Al centro di Respira c’è la crisi del sistema sanitario pubblico spagnolo.

La nuova serie di Netflix si scaglia duramente contro una situazione fuori controllo: la malasanità dovuta alla mancanza di fondi, tema ormai all’ordine del giorno nel dibattito politico e quindi più che mai attuale.

Il merito di questa serie sta nell’aver rappresentato il dramma del personale sanitario ma anche le posizioni della classe dirigente sul tema. Il vero protagonista è lo scontro, che si consuma ogni giorno, tra chi è costretto a turni insostenibili pur di portare avanti gli ospedali e chi guarda all’aspetto economico.

Respira mette in evidenza i lati eroici e oscuri dei medici

Stress, frustrazione, stanchezza sono solo alcune delle condizioni in cui versano i medici e che vengono descritte nel corso degli episodi. Il cast corale, in cui spicca Manu Rios nei panni dello specializzando Biel De Felipe, permette allo spettatore di comprendere le varie sfaccettature del mestiere. I lati eroici di chi compie la scelta giusta e riesce a salvare la vita di un paziente, ma anche i lati oscuri. Le insicurezze, i disagi, le vite private che irrompono sul lavoro e che rendono anche loro ‘umani’ e bisognosi di una pausa.

Non manca la linea soap

Questa serie è coinvolgente proprio perché si pone come uno spaccato di realtà poco ‘contestabile‘. Fa riflettere e, a tratti, fa paura se si pensa alla concretezza di ciò che accade. Il riferimento all’attualità, tuttavia, non impedisce l’innesto di una linea soap: non mancano amorazzi e momenti audaci, come tradizione seriale spagnola vuole (l’ideatore è lo stesso di Elite), che contribuiscono ad alleggerire e a rendere più patinate le vicende.

Si differenzia dal classico medical

Il pubblico non è nuovo a serie ambientate in ospedali. I successi di Doc – Nelle tue mani e di Grey’s Anatomy testimoniano l’affezione degli spettatori verso questo genere. Quello che però differenzia Respira dai titoli sopracitati è il fil rouge del racconto. Il lieto fine non c’è quasi mai e tutto ruota attorno ad una continua tensione, talvolta pure troppa. Gli eventi sono così veloci che si approfondiscono poco le storie in favore di una narrazione volta alla quantità piuttosto che alla qualità.

Otto episodi da 50 minuti ciascuno che tengono incollati ma non come accade solitamente. Non c’entrano nulla le patologie dei pazienti o la ricerca disperata di una cura. Sono le proteste e gli scioperi, le difficoltà nei reparti e lo scontro politica-sanità, insieme alle relazione personali di chi sta in corsia, a rappresentare il focus. Un medical drama sugli ospedali e i medici, dunque, più che su pazienti e malattie.

Tags

Lascia un commento