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Quel gran figo di Gerri
di Stefania Stefanelli
06/05/2025 - 13:17
© US Boom PR
4 /5
Dal momento che i polizieschi si somigliano un po’ tutti, a fare la differenza possono essere solo i personaggi e nel caso di Gerri ne basta uno, il protagonista. Che ha tutte le carte in regola per diventare un beniamino a lungo termine del pubblico Rai.
Originale, affascinante e pieno di sfumature, il poliziotto di origini rom Gregorio Esposito è un protagonista sui generis. Di personaggi come lui ne abbiamo visti tanti ma di solito erano relegati ai margini, come teste calde che minavano il lavoro delle squadre investigative e che dovevano essere tenuti a bada. Nella serie Cattleya, invece, questo outsider si prende tutta la scena, facendo sparire il resto e diventando essenza stessa del prodotto.
Gerri, un poliziesco in cui il protagonista si prende tutta la scena
Gerri è un uomo irrisolto, che ha dentro un’enorme malinconia che contrasta con un atteggiamento sovversivo e ribelle, disubbidendo sempre agli ordini dei suoi superiori e passando da una donna all’altra senza mettersi mai davvero in gioco.
Non riesce neanche a contenere del tutto l’attrazione che sente nei confronti della moglie del suo mentore, ma ci prova e si impegna per riuscirci, perchè dietro la maschera del ribelle si nasconde un uomo con una grande morale. E, soprattutto, con la sensibilità estrema che gli viene dal suo passato doloroso, e che mette a servizio dei più deboli, degli ultimi. Ai quali si sente vicino.
Un personaggio così ben scritto e coraggioso, però, non avrebbe avuto tale presa senza un attore che si mettesse al suo servizio, arricchendolo con la propria interpretazione. E il volto poco inflazionato di Giulio Beranek si è rivelato una scelta azzeccata, che ha contribuito ad emozionare e sorprendere il pubblico, già innamorato di quella che potremmo definire la classica “tenera canaglia”.
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