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Nudes, la recensione della prima stagione

Stefania Stefanelli

di Stefania Stefanelli

20/04/2021 - 18:21

Nudes, la recensione della prima stagione

3.8 /5

Nudes, la serie sul revenge p0rn disponibile da oggi su RaiPlay, mette in risalto qualcosa di importante. Non solo la fragilità delle nuove generazioni e il bisogno di approvazione, denunciati con una sensibilità ed una coinvolgente schiettezza che a tratti diventa disturbante. Mette soprattutto in risalto i propri giovani interpreti, appartenenti alla generazione Z, alcuni dei quali già noti e adesso sulla via della consacrazione.

Il primo è Nicolas Maupas, ventiduenne milanese che aveva già attirato l’attenzione con la commovente interpretazione di Filippo in Mare Fuori e che adesso, con Vittorio, cambia registro mantenendo intatta la propria intensità. Un attore dotato di una presenza scenica che senz’altro può essere stata coltivata con l’applicazione e la professionalità ma, considerata la giovane età, svela il talento vero. Maupas in questo ricorda Carmine Buschini ed Eduardo Scarpetta, esplosi rispettivamente dopo Braccialetti Rossi e Carosello Carosone. Di qualche anno più grandi ma parimenti intensi, capaci di riempire la scena e costruirne alcune sono con le espressioni degli occhi ed i sorrisi, quando radiosi e quando nascosti.

Tornando a Mare Fuori, viene in mente anche l’altro giovane protagonista, Massimiliano Caiazzo (era Carmine), che come i colleghi appena citati è destinato a far parlare di sé.

Non è comunque solo una questione di singole personalità, perchè la serialità italiana sta crescendo una generazione più che promettente, che potrà fare la differenza: i giovani interpreti, talvolta esordienti selezionati nelle scuole, creano empatia più degli interpreti principali delle fiction alle quali prendono parte.

Nel cast di  Nudes spicca anche la bravissima Fotinì Peluso, che aveva convinto già in Romanzo Famigliare e La Compagnia del Cigno, insieme a nuove scoperte quali Anna Agio, Giulia Sangiorgi, Alessandro Bedetti.

C’è molto su cui investire, insomma. Potenzialità importanti, volti freschi e sensibilità artistiche notevoli che, soprattutto quando guidate da registi all’altezza, illuminano il futuro della fiction italiana.

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