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Leroy Jethro Gibbs è l’Origine di NCIS
di Stefania Stefanelli
28/02/2025 - 13:12
© US Rai
3 /5
L’abbondare di prequel, sequel, reboot e spin off certifica la scarsità delle idee autoriali nel mondo della serie tv, è un dato di fatto. Qualche volta, però, dare nuovamente voce ad un personaggio può essere un modo per celebrarlo, rendergli onore, e per questo NCIS: Origins non dispiace.
Il protagonista della serie in onda nella domenica sera di Rai 2 – in totale 13 episodi con una seconda stagione già confermata – è un giovane Leroy Jethro Gibbs che nel 1991, appena entrato nell’allora NIS, tenta di lasciarsi alle spalle il suo passato di Marines e il dramma per la perdita della moglie e della figlia.
Un tema del quale gli appassionati della celebre serie poliziesca hanno sentito parlare per vent’anni, non riuscendo mai a soddisfare appieno quella voglia di conoscere davvero questo personaggio straordinario, ricco di arguzia e sfumature, che Mark Harmon ha interpretato per diciannove stagioni.
In NCIS: Origins c’è anche Mark Harmon
E l’attore compare anche nel prequel, intento a scrivere un diario che prende vita sotto gli occhi del pubblico e che mostra la sua versione giovane, alla quale presta il volto un forse fin troppo aitante Austin Stowell. Accanto a lui il suo mentore Mike Frans (Kyle Schmid), i neo colleghi Cecilia Dominguez (Mariel Molino) e Bernard Randolf (Caleb Foote) e Vera Strickland (Diany Rodriguez), una “vecchia futura” conoscenza.
Quello che rende NCIS: Origins un bell’amarcord è il fatto che, indagando il passato di Gibbs, vengono messi in scena quei meccanismi tanto cari alla serie madre, che strizzano l’occhio al pubblico e lasciano intuire cosa l’abbia ispirata: ad esempio il protagonista nella nuova squadra era chiamato “pivello”, come è stato sempre appellato McGee (Sean Murray), e i personaggi relativi alla scientifica e alla medicina legale sembrano dei ricalchi.
Insomma, assolutamente nulla di originale, ma un poliziesco giusto, di quelli che il pubblico sa apprezzare.