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La Costa del Crimine, i parenti poveri dei Soprano

Stefania Stefanelli

di Stefania Stefanelli

12/09/2024 - 18:34

La Costa del Crimine, i parenti poveri dei Soprano

© Sky

2 /5

Famiglia e malavita sono temi di cui le serie tv sono piene zeppe fin dalle origini, e a fare la differenza tra racconti simili è solo lo stile. Quello de La Costa del Crimine, serie Sky Atlantic in otto episodi, potremmo definirlo ingenuamente retrò. Ma anche un po’ cringe nella sua esaltazione degli anni ’80.

Pettinature cotonate, abiti coloratissimi e un senso del ridicolo inesistente caratterizzano la famiglia Lord, composta da una manciata di delinquenti un po’ kitsch che desidera tornare in auge. Tra loro si distingue, almeno inizialmente, il giovane Gene (Jack Rowand), che con il suo amore per Cindy (Tahirah Sharif) finirà per dare il via alla nuova escalation. E portare l’intera banda a far danni sulla Costa del Sol con le proprie manie di grandezza.

La Costa del Crimine, un racconto gangster un po’ kitsch con zero emozioni

Lì i Lord – altro che nomen omen – danno il meglio di sé tra pistolettate, omicidi, fughe e possibili affari grandiosi. E Cindy, all’apparenza un pesce fuor d’acqua in un tale marasma, si rivelerà la più spietata e misteriosa delle nuore per l’indisponente Mint (Martha Plimpton), madre di Gene. Nessuna delle due, in ogni caso, ispirerà mai grande simpatia, così come nessun altro protagonista sarà in grado di scatenare empatia nello spettatore.

Le scene si susseguono in una continua messa in campo di conflitti e personaggi effimeri che non danno corpo al racconto e non emozionano mai. E non si può fare a meno di ripensare con nostalgia allo stile ironico e ficcante del clan televisivo per eccellenza, I Soprano, dei quali questi piccoli ambiziosi malfattori potrebbero al massimo sembrare i parenti poveri.

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