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Intervista a Sydney Sibilia, Elia Nuzzolo, Matteo Oscar Giuggoli. “Nella serie sugli 883 abbiamo immaginato che Maria De Filippi avesse mosso il destino di Pezzali”

Elia svela altresì come è stato passare da interpretare Max Pezzali a interpretare Mike Bongiorno

Mattia Buonocore

di Mattia Buonocore

10/10/2024 - 18:47

Intervista a Sydney Sibilia, Elia Nuzzolo, Matteo Oscar Giuggoli. “Nella serie sugli 883 abbiamo immaginato che Maria De Filippi avesse mosso il destino di Pezzali”
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Di biopic ce ne sono a bizzeffe nella fiction italiana. Quello che è inusuale è la scelta di una lunga serialità su artisti della scena contemporanea per giunta diventati famosi con il pop. Hanno Ucciso l’Uomo Ragno – La leggendaria storia degli 883 racconta la storia del duo di outsider della provincia che ha fatto irruzione negli anni 90 rappresentandoli e allo stesso tempo donandogli un’anima in cui tutti potessero rispecchiarsi. Abbiamo incontrato Sydney Sibilia, regista della serie Sky (da domani in prima serata su Sky Serie), Elia Nuzzolo, interprete di Max Pezzali, e Matteo Oscar Giuggioli alias Mauro Repetto.

Una serie su una storia vera, contemporanea e legata alla musica è qualcosa di inedito. Come mai questa scelta?

Sydney Sibilia: Non lo so, a un certo punto ci siamo resi conto che la storia degli 883 era interessantissima da raccontare e che riguardava tantissime persone che hanno un sogno. Ci sembrava qualcosa in cui i ragazzi potessero identificarsi in qualche modo e quindi abbiamo deciso di raccontarla in varie puntate.

Per voi attori, com’è stato interpretare personaggi realmente esistiti e viventi?

Elia Nuzzolo: Una grande responsabilità. Devi riuscire a trovare un compromesso, cercare di ricordare con diversi segni – come li chiamavamo noi – il personaggio e lasciare spazio ad una verità, a una spontaneità della persona.

Matteo Oscar Giuggioli: Una grande responsabilità. Io spero che Mauro guardando la serie dica: ‘Mi riconosco’.

Hai sentito Mauro?

MG: Non l’ho sentito.

SS: Però ha visto la serie.

MG: Gli è piaciuta?

SS: Sì.

Elia, com’è stato passare da Max Pezzali a Mike Bongiorno (interpreta il conduttore da giovane nella fiction Rai ai nastri di partenza)?

EN: Strano, due personaggi cosi centrali. Divertente. Due persone molto diverse e un approccio del tutto diverso.

SS: Lui fa solo icone di questo Paese. Poi ha Garibaldi, Mazzini… Solo grandi italiani.

Il nuovo Beppe Fiorello! Una domanda che tutti si faranno guardando la serie: nella prima puntata c’è un incontro tra i pavesi Max Pezzali e Maria De Filippi. Quest’ultima appare quasi come una sorta di deus ex machina, quanto c’è di vero nelle sue parole di incoraggiamento?

SS: L’incontro era vero. Noi abbiamo immaginato ma se si incontrassero in questa estate Maria De Filippi e Max Pezzali, lo abbiamo immaginato nella versione che abbiamo di Maria De Filippi che muove i destini delle persone, forse ha mosso anche il suo.

Sydney, nella tua cinematografia c’è un trait d’union: raccontare l’underdog che arriva ad un successo clamoroso (Smetto quando voglio, L’Incredibile Storia dell’Isola delle Rose…). Ha una funzione catartica, ti rispecchi…?

SS: A questo punto mi devo fare delle domande. Mi interessa molto chi sfida il proprio destino, chi in qualche modo combatte contro i mulini al vento, chi crede in un sogno che a prima vista può sembrare irrealizzabile.

Ti rispecchi quindi?

SS: Non lo faccio tanto consapevolmente ma forse sì. Anch’io volevo fare il regista in una città (Salerno, ndDM), in cui non c’erano tanti registi e degli 883 mi emozionava ‘Con un Deca’. La canzone dice: “Resta la soluzione divi del rock. Molliamo tutto e ce ne andiamo a New York ma poi ti guardi in faccia e dici dov’è che vuoi che andiamo con ste’ facce io e te”. Nel senso quante persone conosci, come noi, che fanno i cantanti. E quindi pensavo quanti come noi, che conosci, hanno fatto i registi.

Qual è l’aspetto degli anni 90 che vi ha colpito. Se avete detto: “Oddio esisteva questa cosa”.

OG: Il fatto che non esistessero delle cose che oggi diamo per scontato che ci danno un controllo, il fatto che oggi siamo forse un po’ meno liberi.

Parlavo anche a livello di costume, ad esempio un testo degli 883 che oggi sarebbe stato recepito diversamente.

SS: Ci si annoiava molto di più all’epoca.

Però la noia aguzza l’ingegno.

SS: Tutta la prima puntata parla di quello, se non hai un intrattenimento costante forse è pure meglio.

Per finire: chi ha ucciso L’uomo ragno?

SS: Noi no. Anzi l’abbiamo celebrato.

Non vi siete dati una risposta.

SS: Non ancora, dovete guardare tutta la serie, la seconda stagione e poi forse...

Dove si chiude la prima stagione? Con la vittoria al Festivalbar?

La vittoria è nella seconda stagione, nel 1993. La serie finisce prima. Noi abbiamo lavorato su un arco temporale più ampio di una stagione sola.

Quindi la seconda stagione è stata già confermata?

SS: Sì, un attimo… Cioè penso di sì. Speriamo! La stiamo scrivendo e speriamo di andare sul set presto. Questa stagione finisce alla fine dell’estate del 1992, quindi periodo l’Uomo Ragno. L’altra stagione è Nord Sud Ovest Est.

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