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Intervista a Clara: “Torno a Sanremo con maggiore consapevolezza. E a tutti offro un ‘bonus psicologo'”

La cantante confessa di aver scritto a Emis Killa dopo il suo ritiro e ci dice la sua sul sesso...

Mattia Buonocore

di Mattia Buonocore

03/02/2025 - 11:06

Intervista a Clara: “Torno a Sanremo con maggiore consapevolezza. E a tutti offro un ‘bonus psicologo'”

Un anno dopo dalla sua prima volta, Clara Soccini è già pronta a riaffrontare il palco del Festival di Sanremo. Lo fa con maggiore consapevolezza, ci confessa, ma anche con una voglia di portare qualcosa di diverso oltre alla musica. In Riviera ha organizzato, infatti, uno spazio per parlare di psicoterapia e darà vita ad un podcast sul sesso. Abbiamo incontrato Clara, in gara all’Ariston col brano Febbre.

Non è usuale tornare a Sanremo ad un anno di distanza dall’ultima volta, come mai?

Dopo la vincita di Sanremo Giovani ho avuto due mesi per rendermi conto del palco che stavo per varcare, che stavo per cantare la mia canzone Diamanti e Grezzi a Sanremo che fino all’anno prima guardavo da casa. Quando è finito Sanremo sono stata subito molto coerente, ho detto che avrei continuato. Infatti molte persone se lo ricordavano, avevo detto che mi sarebbe piaciuto tornarci. Penso che quest’anno mi abbia dato molta consapevolezza in più. Ho potuto lavorare con tantissimi produttori, artisti, autori, stare molto in studio, cantare in un club tour con la band, fare tante prime volte. Questo mi ha dato modo di crescere come cantante e come artista. Il fatto che io fossi felice mi ha dato modo anche di equilibrare la mia vita personale. Quindi affronterò questo palco con maggiore consapevolezza. Forse proprio per questo sono tornata.

Che canzone è la tua Febbre?

È una canzone che mi ha messo alla prova durante la scrittura. È fatta da più parti molto diverse tra loro. Al primo ascolto, quando ho registrato la prima stesura, non mi convinceva al 100%, dicevo: “Ma qui abbiamo tutte parti diverse”. Invece mio fratello e Dardust mi hanno detto: “Fidati di noi.” Io mando sempre a mio fratello le cose, è la persona più critica che c’è con me. Quando leggo, magari, i commenti della stampa, dico: “Voi non avete idea rispetto a mio fratello!…”. Però gli voglio bene per questo, lo fa per farmi crescere, anche se è più piccolo di me.

E’ del mestiere tuo fratello?

No, però lui è molto nella musica, gli piace l’arte. Molte volte mi manda gli album da ascoltare aiutandomi nel mio percorso. Devo dire che Febbre mi ha messo alla prova, ma prepararla, anche con l’allenamento che sto facendo per quel palco, è qualcosa di bellissimo.

Notizia sanremese calda è il ritiro di Emis Killa. Condividete, almeno anche un’autrice, Federica Abate.

E condividiamo anche che lui è di Vimercate e mia mamma è di Vimercate.

Che cosa pensi?

Mi dispiace molto, gli ho scritto adesso. Penso che fosse una grande opportunità per lui e per la sua musica, dopo tanti anni di carriera. È un big nella musica rap, quindi mi dispiace davvero.

Non pensi che ci fosse anche un problema etico sulla sua partecipazione?

Io penso che ultimamente la televisione stia al passo con le nuove generazioni e i tempi. Fortunatamente sta aprendo sempre di più la mente. Presumo non sia per quello, spero non sia per quello. Non lo so.

Si parla tanto di modelli per i giovani. Tu hai interpretato un modello negativo, per così dire, in una fiction, Mare Fuori.

Crazy J non è un modello negativo. Molte ragazze si sono identificate in lei. Molte volte non sai in cosa identificarti finché non ce l’hai davanti, o non sai chi sei finché non vedi qualcun altro. Quando scrivo una canzone e racconto di una mia fragilità, molte persone dicono: “Ce l’ho anche io, non l’ho mai detta a nessuno”. Non penso che sia un modello negativo, Crazy J ha fatto delle azioni sbagliate, ma sono sicura che anche lei lo sa.

E quindi non c’è un problema di tipo educativo rispetto ad alcuni testi musicali o a certe serie TV in generale?

Brunori Sas ha risposto a questa domanda con una frase bellissima: “Io ascoltavo Marilyn Manson, ma non per questo, quando ero giovane, andavo a spaccare le cose in giro”. Penso che il primo fine della musica non sia educare, ma descrivere quello che provi, quello che senti, quello che ti circonda. Non dovrebbe mai esserci un divieto di parola: la libertà di espressione di un artista va sempre tutelata. Le vie per educare all’ascolto della musica e alla visione di un film sono tante: la scuola, la famiglia… Altrimenti, quando da piccola guardavo Arancia Meccanica, avrei dovuto andare in giro a picchiare le persone a caso.

Però non c’è un limite alla libertà di espressione?

Sì, nel momento in cui davvero offendi o maltratti qualcuno.

Alcuni testi non sono offensivi?

Io sono cresciuta con la musica trap e rap. Quando avevo 15 anni, in piazzetta era scoppiata la trap e non mi sono mai sentita offesa da certi testi. Penso che dipenda molto da chi dice le cose e da come le dice. E poi soprattutto conosco le persone che le hanno scritte.

Tornando a Crazy J, mi chiami una domanda. Non ti ha lasciato un po’ l’amaro in bocca il destino del personaggio, viene considerata un caso perso, mentre altri personaggi di Mare Fuori sembrano recuperabili, anche quelli con storie più gravi. La più cattiva di Mare Fuori quando forse…

Quando forse non lo era. Maddalena gli dice alla fine: “tanto su sei un caso perso”. Io penso che per comprendere molte azioni sbagliate bisogna guardare al passato delle persone. Tante volte gli altri non hanno voglia di farlo. Magari è successo anche con Crazy J.

Non ti è dispiaciuto, visto che la “difendi”?

Quando abbiamo girato la scena finale di Crazy J ho pianto tanto. Non era solo la fine di un personaggio, ma la fine anche del mio trampolino di lancio in Mare Fuori. Ho abbracciato tanto il regista. Quando ho letto la sceneggiatura mi piaceva che l’ultima persona con cui parlasse fosse Micciarella. C’era un collegamento con la musica, un in bocca al lupo per la musica, un po’ quello che avrei detto alla Clara piccola.

Hai deciso tu di lasciare Mare Fuori?

No. Io ho solo scelto di prender parte ai provini.

Se ti proponessero di tornare?

Crazy J non c’è più, con un altro personaggio non tornerei. Come Crazy J tornerei.

Duetti con Il Volo. Sentivo in conferenza stampa che hai contattato direttamente Gianluca.

Sì, li ho chiamati io. Era prima delle vacanze di Natale, Gianluca mi sembra non fosse nemmeno in Italia. Abbiamo fatto una chiamata e ho detto: “Ragazzi, vi va di fare la serata delle cover con me? Non so ancora il brano, troveremo assieme quello più adatto a noi che siamo super giovani, super ragazzi scialli ma molto diversi”. Loro erano molto aperti a questa opportunità.

Hai scelto The Sound of Silence. Vuoi chiedere un po’ di silenzio ai social netwrok?

No, non voglio dire “basta ai social”, ma Sanremo è un palco con molta visibilità e penso che questa canzone oggi sia più attuale che mai. Prima si parlava solo della TV, ora siamo lobotomizzati da ogni parte dagli schermi. Ho voluto portare qualcosa di attuale che si ricollegasse al tema dell’amore per se stessi, di cui tratta Febbre e di cui tratta La Farmacia dell’Amore.

La tua iniziativa sanremese La Farmacia dell’amore offre l’accesso a un terapeuta. Non si rischia di banalizzare la salute mentale?

No, anzi. Sanremo è un momento di grande visibilità. L’anno scorso non ero così conosciuta, con il grande pubblico che ho mi sembrava giusto sfruttare la mia visibilità per qualcosa a cui tengo. Siccome tante volte voi giornalisti e le mie amiche, trattate della salute mentale, ho pensato che uno spazio del genere fosse importante aprirlo. Se anche una sola persona entrasse, facesse il colloquio col terapeuta e decidesse di iniziare un percorso, per me sarebbe già tanto.

È un percorso che fai anche tu?

Sì, da piccola ho iniziato alle medie grazie alla mia scuola che aveva aperto uno sportello. Poi, in momenti più difficili, mi ero negata questa possibilità, nonostante le persone a me vicine mi spronassero. Ho avuto delle vicende personali poco belle durante una seduta, ho lasciato ma poi ho ripreso.

Cosa intendi per vicende personali poco belle? Un terapeuta non si è comportato bene?

Sì ho avuto una vicenda personale abbastanza turbolenta, sono arrivata a mollare il tutto, poi ho ripreso. Mi aiuta tanto. Non è che bisogna andarci solo quando succede qualcosa di brutto. Puoi anche entrare a fare la seduta settimanale parlando di una cosa bella. Quindi non ci vedo del viscido nella mia iniziativa.

Offrirai un bonus psicologo!

Un bonus psicologo di 30 minuti.

Farai un podcast sul sesso.

Sì, è un argomento poco affrontato, è ottimo sfruttare Sanremo anche per quello. Salute mentale e sessualità sono argomenti che si affrontano molto poco. Conoscersi meglio parte anche dalla sessualità.

Cosa hai imparato tu?

Sto ancora imparando. Penso che la sessualità si impari fino alla morte dal punto di vista del sesso. Io ho imparato a non essere bigotta con me stessa, a non avere chiusure mentali.

Nel senso di fluidità?

Ognuno fa quello che vuole. L’importante è non essere rigidi nel modo di pensare. Sarà bello normalizzare il parlare del sesso.

Se dovessi scommettere 50 euro sul vincitore di Sanremo, su chi punteresti?

Prima avrei detto Giorgia, ma mi hanno detto che Cristicchi ha una canzone che fa piangere tanto. Sull’Alzheimer. Punto su Cristicchi (ecco cosa ci aveva risposto lo scorso anno, ndDM).

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