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ottobre

ADRIANO OLIVETTI – LA FORZA DI UN SOGNO: CON LUCA ZINGARETTI RIVIVE L’IMPRENDITORE PIEMONTESE

Luca Zingaretti è Adriano Olivetti

Il suo volto è inequivocabilmente legato a Il Commissario Montalbano, il personaggio nato dalla penna di Andrea Camilleri, ma nel corso della sua carriera Luca Zingaretti ha avuto modo di calarsi con successo nei panni di uomini realmente esistiti come Giorgio Perlasca e Paolo Borsellino. Due figure importanti del secolo scorso, neppure troppo distanti per indole dall’imprenditore Adriano Olivetti, al quale l’attore dà il volto nella miniserie Adriano Olivetti  – La Forza di un Sogno, in onda questa sera e domani in prima serata su Rai1. E’ lo stesso Zingaretti a sottolineare, nel corso della conferenza stampa, come questi personaggi siano stati in qualche modo accomunati da una forma di isolamento, un vuoto che si viene a creare intorno a figure “scomode”.

“L’unica cosa che non si perdona in Italia è il successo, si tende a livellare tutto, il nostro è un Paese che isola, un termine usato spesso per esempio per le vittime della mafia. Le persone che vogliono dare uno strappo sono lasciate sole”

Anche Adriano Olivetti era un uomo di successo, un industriale che portò nel secondo dopoguerra, l’azienda italiana delle macchine da scrivere ad essere una delle più moderne e competitive anche in ambito internazionale. Un imprenditore capace di far convivere le esigenze del mercato con quelle dell’individuo e della comunità, il primo all’epoca ad intendere il rapporto imprenditore – lavoratore in modo diverso.

Il biopic, una coproduzione Rai Fiction e Casanova Multimedia con la collaborazione della Fondazione Adriano Olivetti, inizia, come abitudine di molte fiction Rai, dalla fine. È il 1960, il calcolatore elettronico a transistor prodotto dalla Olivetti, il primo al mondo, sta per entrare in produzione e si prepara a sbarcare sui mercati americani. Adriano Olivetti è nel pieno della sua straordinaria avventura imprenditoriale. Ma la mattina del 27 febbraio questa avventura si arresta bruscamente: Adriano sale su un treno diretto in Svizzera e muore di infarto. Da qui parte come un flashback tutta la storia dell’uomo che costruì il primo computer al mondo (grazie anche all’intuizione e al lavoro del figlio Roberto) e che non smise mai di sognare un futuro diverso per il suo Paese e un’industria al servizio della comunità.

Adriano Olivetti – La Forza di un Sogno: foto

Adriano Olivetti – La Forza di un Sogno: il cast

Accanto a Zingaretti, troviamo Stefania Rocca nei panni di Karen Bates, l’aviatrice americana che il giovane industriale aveva salvato dai nazisti e che poi rincontrerà, ignorandone il ruolo di agente inviata in Italia dalla Cia per spiarlo. Massimo Poggio è il compagno d’infanzia Mauro Barale, che poi lo tradirà, passando alla concorrenza. Francesca Cavallin è la prima moglie Paola Levi, mentre Elena Radonicich è Grazia, la seconda importante donna della sua vita. Roberto Accornero veste i panni di Enrico Fermi, e Francesco Pannofino quelli di Dalmasso, un personaggio di fantasia che riassume nella persona di un industriale del novarese, alcuni dei tanti acerrimi oppositori di Olivetti.

Il regista Michele Soavi è il nipote di Adriano Olivetti

Dietro la macchina da presa Michele Soavi, che ha collaborato alla scrittura con gli autori del soggetto e della sceneggiatura Franco Bernini e Silvia Napolitano. Il regista ha apportato alla storia un contributo diretto, essendo il nipote di Olivetti, figlio della figlia Lidia. A riguardo di questa esperienza, nelle note di regia, Soavi dichiara:

“Avevo timore nel raccontare una storia molto diversa dalle mie corde di regista definito di genere, ma dal momento che Adriano Olivetti era mio nonno, il papà di mia madre, mi sono offerto di dirigere questa storia e voglio ringraziare tutti coloro mi hanno dato questa opportunità. Mio padre Giorgio Soavi, scrittore, aveva lavorato per più di trent’anni in Olivetti e in numerosi suoi racconti aveva fatto vari ritratti di Adriano.”

Adriano Olivetti – La Forza di un Sogno: trama

Coma anticipato la miniserie parte dalla morte di Adriano Olivetti, che lascia dietro di sé una scia di domande, di dubbi, di rimpianti, ma anche un segno indelebile nella storia sociale, culturale e politica del nostro paese. Da questo momento si torna come indietro nel tempo. Adriano ha solo dodici anni quando entra per la prima volta nell’azienda di famiglia. Alla morte del padre, dopo la Seconda Guerra Mondiale diventa il leader della Olivetti. La sua guida innovativa e ispirata destabilizza soci e imprenditori avversari, ma spesso anche operai e sindacalisti. L’andamento degli affari è più che positivo. La Lettera 22 diventa un simbolo dell’Italia nel mondo ed è esposta al MoMA di New York. I contrasti in famiglia crescono fino a costringerlo a lasciare la guida dell’azienda al fratello minore, Marcello. Fuori dalla fabbrica Adriano si dedica alla costituzione delle Comunità, piccoli centri rurali di solidarietà e produzione etica. La scomparsa prematura del fratello lo induce a riprendere le redini dell’azienda. Con la giovanissima moglie Grazia al suo fianco, Adriano affronta il tradimento di Mauro, l’amico di sempre. Contro ogni parere, Adriano apre una fabbrica a Pozzuoli, nel sud depresso e bisognoso di lavoro. Ma l’odio dei nemici cresce, e l’Olivetti conosce momenti di difficoltà. Mentre l’innovativo progetto del calcolatore è già molto avanti, Adriano tratta l’acquisto dell’Underwood, società americana leader nel mercato delle macchine da scrivere. L’affare è già siglato quando si scopre trattarsi di una trappola. Ma improvvisamente Adriano muore, non riuscendo ad assistere alle fasi di ripresa della sua azienda e alla crescita della piccola amatissima Lalla, la figlia nata dopo il matrimonio con Grazia.



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1 Commento dei lettori »

1. Nina ha scritto:

29 ottobre 2013 alle 23:41

Non conoscevo la storia di Adriano Olivetti, davvero un uomo che vedeva molto lontano nel futuro,un grande erudito, retto, altruista, umile, uno dei pochi che ha preso a cuore il benessere della gente bisognosa, che trattava gli operai con grande rispetto. Un esempio per molti, ma purtroppo una mosca bianca. E’ molto importante che Adriano Olivetti venga ricordato e portato alla conoscenza delle persone come me che non lo conoscevano. Complimenti al regista, a Luca Zingaretti e tutto il cast del film.



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