Vi ricordate Julie Nichols, la ragazza acqua e sapone di cui si innamorò uno straordinario Dustin Huffman travestito da donna in Tootsie? E Leigh Bowden, la moglie del magistrato Nick Nolte perseguitato dallo psicopatico Robert De Niro in Cape Fear? O ancora Ginny, la donna molestata, in tenera età, dal padre autarchico e maschilista in Segreti? Jessica Lange è stata questo e mille altre cose ancora, conquistando due Oscar e facendosi adottare dal piccolo schermo statunitense che, in appena tre anni, l’ha eletta la regina di American Horror Story.
Fin dai primi minuti di Murder House, la prima stagione della serie ideata da Ryan Murphy, sapevamo che la petulante Constance Langdon avrebbe dato del filo da torcere alla famiglia Hurmon, ma da qui a scoprire che fosse suo il grembo in cui è cresciuto Tate, il pericoloso liceale perdutamente innamorato della piccola Violet, è stato un vero colpo di genio. Poi è stata la volta di Asylum e di Briarcliff, l’ospedale psichiatrico gestito da Suor Jude ed è stato proprio allora che la Signorina Rottermaier e la Signora Danvers ci sembravano solo gli adorabili gattini dello screensaver di Ugly Betty al confronto. Algida, manipolatrice, pericolosa e seducente, Jessica Lange è riuscita, ancora una volta, a regalare una performance sublime e senza sbavature, svelando oltremodo il passato corrotto e lascivo del suo personaggio. Poi è arrivato il momento delle streghe ed è qui, nei panni della perfida Fiona Goode, che la Lange entra in estasi.
In Coven è una Strega Suprema, ossessionata dall’eterna giovinezza e decisa ad annientare qualsiasi cosa o persona ostacoli il suo sogno di gloria. Persino la bravissima Kathy Bates non riesce a tenerle testa, ostaggio, sia nel plot che nella vita, del suo sex appeal, del suo sguardo magnetico e dal suo stacco di coscia da far invidia a Sharon Stone. Perché era dai tempi di Anjelica Houston e di Michelle Pfeiffer che non vedevamo una Strega Suprema tanto affascinante, quanto crudele. Quale sarà il suo segreto?Mentre siamo assolutamente sicuri che impersonare i cattivi sia sempre più affascinante e divertente di dare il volto ai buoni, possiamo dire che Jessica Lange ha un talento naturale per calarsi nei ruoli più diversi e complessi. Da un’innocente attrice di soap opera a una suora autoritaria e inflessibile, da una donna indifesa e desiderosa di voltare pagina a una strega dotata di una sensuale malvagità. Sicuramente sarà per una validissima scrittura e per l’accurata scelta del cast, ma American Horror Story vede Jessica Lange come il suo valore aggiunto e questo è fuori discussione.
1. carlo ha scritto:
22 ottobre 2013 alle 18:46