Vero è che ci aspettavamo tutti un finale aperto, ma così… è un po’ troppo. I fan di Squadra Antimafia hanno già il calendario alla mano e possono far partire il countdown. L’ultimo frangente del finale di questa quarta stagione ha lasciato tutti gli appassionati con l’ennesimo interrogativo irrisolto. Non sono bastati i cliffhanger presenti praticamente in ogni singolo episodio, le decine di questioni rimaste impregiudicate, i continui colpi di scena. Il fiore all’occhiello della fiction Mediaset ha tirato un bello scherzo a tutti i fan della serie, che dovranno aspettare tanto tempo per risolvere l’annosa questione: chi ha aperto la botola e salvato così il Vice Questore Domenico Calcaterra?
In attesa che il mistero venga svelato nella quinta stagione della fiction, non possiamo che scatenare la fantasia e dilettarci nella ricostruzione delle ipotesi più plausibili (un po’ come abbiamo fatto con la questione del padre del figlio di Claudia Mares), consapevoli del fatto che avremo almeno una decina di mesi a disposizione per individuare la soluzione più credibile.
Le nostre indagini partono da un dato che sembrerebbe inconfutabile. Ad aprire la botola non può essere stato un collega di Calcaterra. Non potevano infatti trovarsi a Partinico, sede dell’acquedotto dove il personaggio impersonato da Marco Bocci era stato imprigionato né il Questore Licata né il giudice Pulvirenti, impegnati a seguire l’evoluzione della situazione negli uffici della Duomo. Impossibile che a salvare il proprio superiore sia stato il povero Pietrangeli, che questo finale di stagione ha collocato ‘tra color che son sospesi’ – essendo la sua sopravvivenza un’altra questione lasciata impregiudicata dalla trama – o la nuova coppia formata da Leoni e Palladino, questi ultimi chiamati alla vera sfida di lavorare nel caotico traffico di Palermo.
Con Rosy Abate in volo nei cieli della Sicilia in attesa di un nuovo capitolo della fiction tutto da vivere in una situazione di latitanza e i Servizi Segreti più stolti di sempre sul luogo dei cadaveri di Ilaria La Viola e del narcotrafficante Talebano, si restringe ulteriormente il campo delle ipotesi. Vogliamo veramente credere che la luce vista da Calcaterra al momento dell’apertura della botola sia un’illuminazione celestiale (avrà visto la Madonna?) o pensare a un nuovo personaggio che scopriremo solo con l’avvento delle nuove puntate?
In realtà secondo i fan della serie, è questa l’ipotesi più gettonata. Ci potrebbe essere stato il provvidenziale intervento di Claudia Mares a guidare l’operazione salvataggio del suo compagno. L’ipotesi più gettonata non è però quella più credibile. Come potrebbe un personaggio deceduto da oltre cinque episodi essere al corrente del pericolo corso da Calcaterra, individuare il luogo in cui è nascosto e intervenire tempestivamente prima della Duomo che aveva condotto le indagini?
Chissà, forse il riferimento alla “morte come concetto relativo nelle fiction” espresso da Simona Cavallari in un’intervista preludeva a un suo ritorno nel cast della quinta stagione, magari come membro di un’agenzia di Servizi Segreti più sveglia ed efficiente rispetto a quella di appartenenza di Manetti e Antonucci. Se così fosse, la patata bollente passerà agli sceneggiatori della serie, veri e propri maestri nell’ingarbugliare vicende, chiamati a spiegarci la resurrezione (e l’efficienza operativa) di un personaggio ormai passato a miglior vita e avvolto in un lago di sangue dopo la bomba fatta scoppiare da Ilaria Abate all’aereoporto di Punta Raisi.
1. Alessia ha scritto:
20 novembre 2012 alle 11:55