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CARO DIRETTORE…
di Mattia Buonocore
13/07/2009 - 13:30

“Gentile Dolores,
Mediaset ha scocciato anche noi di Sorrisi: questi continui cambiamenti sono un attentato sistematico alla credibilità dei giornali, di tutti i giornali, compreso il nostro. Ma, come si dice, chi la fa l’aspetti: mettere i palinsesti su una specie di toboga ha provocato solo…l’inzuppamento di chi ha trafficato in preda al panico, spostando e mescolando senza fine e senza costrutto. Mi spiace per i telespettatori, per i lettori di Sorrisi e per quei prodotti televisivi che avrebbero meritato ben altra cura. Spero, almeno, che la lezione possa servire. Ma, con franchezza, non mi faccio illusioni. Buona giornata md”
Era il 3 novembre 2004 e a una tal Dolores, che lamentava continui cambi di palinsesto messi in atto da Mediaset, così rispondeva l’allora apprezzato Direttore di TV Sorrisi e Canzoni Massimo Donelli, oggi ancora Direttore, non più del noto settimanale ma di Canale 5. E più che apprezzato, discusso.
A Sorrisi, il giornalista genovese aveva conquistato il favore dei suoi numerosi lettori facendosi paladino dei diritti dei telespettatori, destinatari di controprogrammazioni selvagge, cambi repentini di palinsesto e sfori del prime time. Donelli si ergeva, altresì, a censore della tv trash, nemico delle Buone Domeniche e dei programmi alla Uomini e Donne. Ma come si sa, da tiranneggiato a tiranno il passo è breve e così, una volta divenuto Direttore di Canale 5, pare abbia dimenticato le antiche “battaglie” per cedere proprio a quelle logiche che vogliono due talent show contrapposti, programmi spostati in maniera improvvisa, e che fanno di Canale 5 una rete fondata sul reality: un network, in parole povere, che per ottenere risultati soddisfacenti, tanto in prime time quanto in daytime, necessita di un reality “spalmabile”. Il direttore è solito chiamare commerciali tali logiche poichè sono finalizzate a preservare gli investimenti degli inserzionisti pubblicitari. Strano, però, che per “accontentare” gli inserzionisti si debbano irretire i clienti di questi.
Ma nulla è come sembra, e tutte le scelte con cui Donelli sembrerebbe tradire i vecchi precetti hanno dei perchè, dal direttore prontamente spiegati alla stampa. E così, la colpa di sfori e spostamenti è spesso della Rai, che si dimentica di fare servizio pubblico o, tutt’al più, possono dipendere dalla volontà di non programmare fiction contro fiction; peccato che, poi, ci si affretti a dire che tra Rai e Mediaset non esiste nessuna concorrenza e che, in alcune occasioni, il duello tra fiction sia stato creato “ad hoc” da Mediaset. Parimenti, la Domenica della Perego (che fa sembrare la pluricriticata domenica di Costanzo un documentario di History Channel) è stata, incredibilmente, capace di affrontare temi di grande attualità; e Uomini e Donne è diventato un programma da non stigmatizzare in quanto capace di intercettare fenomeni sociali.
Sulle donne della tv, invece, Donelli ha sempre tenuto fede alle sue opinioni, sia che si trattasse di una sorta di antipatia, come nei confronti di Simona Ventura, sempre “aspramente controprogrammata” dall’ammiraglia di Cologno Monzese, sia che si trattasse di manifestazioni di stima, come nei casi della De Filippi e della D’Urso. E sembrano già acqua passata gli editoriali con cui l’attuale numero uno di Canale 5 si augurava una pausa per la De Filippi, mediaticamente sovraesposta a causa degli innumerevoli programmi condotti; o ancora quelli con cui auspicava il medesimo break per la D’Urso, quando costei era al timone di soli due prime time all’anno (e non due prime time e due programmi quotidiani, come nella stagione passata). Perchè, diceva lui, il troppo stroppia.
Detto ciò, non sappiamo se Donelli sia di idee volubili o se anche il direttore di Canale 5 debba obbedire a degli ordini superiori, ma fatto sta che ci piacerebbe scoprirlo. Ci piacerebbe che egli facesse con Canale 5 quello che faceva sulle pagine web di Sorrisi: un dialogo con i lettori, ora telespettatori, schietto, talvolta antipatico, ma sempre improntato al confronto. Perché lui era uno di noi, che da lettore si era ritrovato direttore di un settimanale patrimonio degli italiani. E se è vero come è vero che Canale 5, pur non essendo tv pubblica, appartiene proprio come Sorrisi all’ Italia e che il dialogo con i telespettatori è il miglior modo per fidelizzarli, perchè caro Direttore non ripristinare la vecchia rubrica? Ovviamente in modi e tempi diversi.
Sappia che, se crede, saremmo onorati di ospitarLa. Di una sola cosa ce ne dispiaceremmo, se Lei avesse smesso di essere uno di noi.
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luigino dice:
@Mattia Buonocore: per carità non voglio risultare polemico,tuttavia secondo me non dovrebbe essere così. un'ammiraglia, proprio in quanto tale, dovrebbe essere leader nel campo,dovrebbe essere quella che detta legge, e non che la segue. questo probabilmente ci fa capire che il gruppo di lavoro non è sufficientemnete capace e che probabilmente non ha le giuste competenze per fare il proprio lavoro. infatti qua andiamo a sminuire il lavoro di "direttore di rete" e tra l'altro della rete principale del gruppo. se dobbiamo avere dei canali "di servizio" dove si sperimenta e poi a seconda dei risultati si mette su Canale 5, mi chiedo: dove sta la competenza? quali particolari doti ha questo Donelli? Tiene in vita i programmi che funzionano, se qualcosa non funziona, lo sospende. i programmi che funzionano sulle altre reti, le mette sulla sua, o, qualora sia qualcosa di un'altra parrocchia, propone un prototipo... insomma, questo lavoretto così lo potremmo fare tutti. evidentemtene a Mediaset manca un gruppo di lavoro capace di interpretare i gusti del pubblico. faccio un esempio letto su Internet: quando Corrado ha prodotto il pranzo è servito, a Berlusconi era piaciuto subito e ha chiesto di mandarlo in onda. evidentemtne Berlusconi ha avuto la capacità di intuire che il programma, come è piaciuto a lui, sarebbe evidentmente piaciuto a tanti altri italiani. il mestiere richiede fiducia in se stessi. evidentemente Donelli non ha nessuna fiducia nelle sue credenze, infatti cambia come fa più comodo. se io faccio un programma, faccio la puntata pilota, e la puntata pilota mi è piaciuta, non vedo perché non dovrebbe piacere anche a milioni di altri telespettatori. se invece a me è piaciuta e agli altri no,significa che evidentemente ho dei gusti particoliri e non posso lavorare per una rete che richiede certi ascolti. in poche parole sto dicendo che se Donelli non è capace di decidere da sé se un programma è bello o no, allora forse farebbe meglio a non fare il direttore. per esempio Freccero aveva rivoluzionato il palinsesto di Raidue e tutti i programmi che sono stati offerti,hanno abbondantemente raggiunto gli obiettivi di rete. evidentemtne Freccero o aveva dei gusti comunemente condivisi o aveva la capacità di capre quello che piace al pubblico. ecco, Freccero è l'esempio di un signore che deve fare il Direttore. e no Donelli o Marano o la maggior parte dei direttori. non ha caso Freccero è anche laureato in scienze delle comunicazioni... è si vede!