Tutto come previsto, anzi no. Ospite dalla trasmissione Piazza Pulita, in onda in questo momento su La7, il Presidente del Consiglio Mario Monti ha concesso un’intervista nel corso della quale ha ‘risposto’ anche alle domande di alcuni giornalisti presenti in studio. Qualcosa di apparentemente inedito rispetto alle precedenti apparizioni televisive del Professore. Ma a volte, si sa, le apparenze ingannano.
La trasmissione d’attualità condotta da Corrado Formigli ha messo a segno il colpaccio giornalistico più istituzionale della sua prima stagione, riuscendo ad ospitare Monti subito dopo l’importante vertice sul futuro dell’Europa al quale ha preso parte anche il Primo Ministro italiano. In studio si è parlato di crisi e investimenti, di riforme necessarie, di disavanzi strutturali ed Eurobond.
“Gli Eurobond li potremo avere, ma solo se nell’Eurozona si deciderà di averli e quindi serve il consenso della Germania come di tutti gli altri, anche se la Germania vuol dire qualche cosa“
ha spiegato il Premier a Piazza Pulita. Mentre il pubblico a casa cercava di decodificare il linguaggio del Professore, Formigli lanciava un servizio sulla situazione economica e sociale della Grecia. Giusto per agitare lo spettro del crac: finiremo così? Al rientro in studio, la sorpresa.
Inizialmente Monti ha chiesto spazio per alcune precisazioni e Formigli, ‘prodigo’ come un Fabio Fazio d’annata, glielo ha concesso. Poi in studio sono apparsi due giornalisti, Rachel Donadio del New York Times e Federico Fubini del Corriere della Sera, pronti ad interrogare il premier con qualche domandina.
Ad aprire le danze è la stessa Donadio, che chiede a Monti un raffronto con la situazione greca. Fubini, invece, sottopone al Professore alcuni dati sulla scarsa fiducia che gli italiani avrebbero nei confronti dell’euro. Ma più che domande, i loro sembrano cinguettii poco pungenti e molto tecnici.
Formigli, da parte sua, tenta di portare il discorso su un piano più concreto e parla di imprenditori in difficoltà e di mancata liquidità. Ma niente da fare: il Primo Ministro risponde snocciolando dati e non offre certezze in merito al possibile aumento dell’Iva al 23%. Poi evoca la necessità di un “microscopio con bisturi” per risanare la situazione.
Il tenore della chiacchierata televisiva, dunque, non ha lasciato spazio ad alcun contraddittorio e pure la presenza dei due giornalisti – che faceva ben sperare – si è rivelata inefficace. Più che un’intervista, quella andata in onda stasera è stata l’ennesima occasione sprecata. Nemmeno stavolta il Professore si è fatto interrogare.
1. andrea ha scritto:
24 maggio 2012 alle 23:12