A vederlo non si direbbe. Eppure Paolo Ruffini, teledipendente dichiarato, sogna un futuro da conduttore alla vecchia maniera. Proprio come il suo idolo sin da quando era piccolo: Corrado Mantoni, indimenticato padrone di casa de La Corrida e de Il Pranzo è servito. Nell’attesa di coronare il suo sogno, il conduttore e attore livornese si divide tra Stracult (ogni lunedi in seconda serata su Raidue) e le parodie di Sto Classico (ogni martedi in prima serata su Italia1) spin off del suo fortunatissimo Colorado, la cui nuova edizione andrà in onda il prossimo autunno con o senza (non è dato saperlo) la prima donna Belen Rodriguez. Proprio a proposito della sensuale argentina Paolo conia un inedito paragone: Belen come Marilyn Monroe…
Paolo hai debuttato su Italia 1 con Sto Classico. Com’è andata?
Devo ammettere che ero molto curioso quando mi è arrivata la proposta che mi ha subito entusiasmato; l’idea delle parodie non è nuova ma è stata declinata in una maniera assolutamente originale. Questo è avvenuto grazie ad una parte tecnica straordinaria che si avvale di una regia e di costumi quasi cinematografici. Inoltre hanno partecipato attori molto bravi che non provengono solo da Colorado. Abbiamo avuto guest cinematografiche come Nicoletta Romanoff, Dino Abbrescia, Enzo Salvi, Biagio Izzo e personaggi tv come Gerry Scotti e Juliana Moreira.
E’ stato un bel rischio quello che ti sei assunto.
Sì, però, meno male. In questo periodo, poi, vacci a capire qualcosa in materia di ascolti, ormai è difficilissimo.
Nel frattempo ti vediamo a Stracult su Raidue, ha un po’ sorpreso questo tuo doppio ruolo.
Perché no?
Perché con Colorado sei diventato un volto Mediaset a tutti gli effetti.
Faccio Stracult dal 2005 e mi è sembrata una grande occasione quella di poter prender parte ad un’edizione molto rinnovata e poi posso divertirmi anche come autore. Stracult mi consente di fare tutt’altro rispetto a Colorado e sono contento perché la trasmissione sta avendo molto gradimento. Trovo molto interessante fare un talk sul cinema con i più disparati ospiti, dalla Ferilli a Pietro Valsecchi, a Luca Miniero, che puoi trovare solo a Stracult in un clima senza ansia e di cazzeggio. Ho avuto il nulla osta da parte di Mediaset anche perché, essendo una trasmissione di nicchia, non avrebbe dato fastidio né a Colorado nè a Sto classico.
Attore, conduttore, cabarettista: cosa vuole fare Paolo Ruffini da grande?
Vorrei continuare a fare questo lavoro che ancora non ho capito qual è, arriverei a 80 anni in questo modo. E’ un lavoro precario dove a decidere (giustamente) è la gente. Se non compreranno più biglietti per il cinema non farò più cinema idem per il teatro, o per la televisione se cambiano canale.
C’è stata però una cosa che ti è particolarmente piaciuta fare e viceversa una cosa che non ti ha fatto sentire a tuo agio?
Mi sono sempre trovato a mio agio. La televisione è una cosa che amo molto, nella mia formazione è stata fondamentale. Sono un teledipendente, da piccolo mentre i miei compagni andavano a giocare a pallone io guardavo la televisione oppure non andavo a scuola per guardare alle 12 Bis, alle 12.45 Il Pranzo è servito e prima ancora c’era Tuttinfamiglia. Non è un caso che il mio più grande sogno sia di condurre una delle trasmissioni che ha condotto Corrado Mantoni. Mi piacerebbe da morire presentare La Corrida o Il Pranzo è servito, sarebbe come vincere un Oscar o forse qualcosa in più.
Sogni, dunque, di fare il conduttore classico?
Sì quello che voglio essere è un conduttore classico aggiornato, che poi è quello che faccio già da un po’ a Colorado. Voglio essere quello che dice ad inizio puntata: “Benvenuti” ; ringrazia alla fine e da’ appuntamento alla prossima. Bisognerebbe tornare alle vecchie liturgie e prendo Corrado come esempio perchè lui aveva un modo straordinario di “prendere per il culo” il pubblico, un modo straordinario di ringraziarlo e soprattutto di fare uno sfottò senza essere pesante nè volgare nè cattivo. Era uno davvero popolare, ricordo che lui quando entrava in studio non usciva da dietro le quinte ma scendendo le scale e salutando il pubblico. Corrado rappresentava quello che deve essere la televisione, un mezzo per entrare a casa della gente in punta di piedi. E’ straordinario pensare che ti guarda la cassiera di Enna, come la pensionata delle poste di Treviso.
Tra l’altro La Corrida cerca conduttore…
Lo so…
In questo mestiere capita spesso di mettersi alla prova, come vivi il rapporto con le aspettative del pubblico?
Ho molto paura a teatro mentre con la tv e il cinema mi sento molto meno deresponsabilizzato. Ci tengo chiaramente a fare bene il mio lavoro, ma col teatro è diverso: la gente esce di casa, anche con la pioggia, spende 30 – 35 euro e ci sto male al pensiero di deluderla. In tv c’è il grande vantaggio del telecomando, se ti fa schifo una cosa cambi canale. Infatti molto spesso non capisco tutte le critiche che ci sono sulla televisione, anche su tutti questi blog. Io seguo DM perché da’ tante informazioni ma, quando leggo i commenti con gente che si incazza se un programma fa più o meno share dell’altro, mi stupisco di quanta energia ci si impiega per cose che per me sono veramente semplici.
Credo che, togliendo i casi estremi, ci sia l’effetto “tifoseria”.
Hai ragione. Non mi piacciono comunque i blog, e non è il caso vostro, dove si parla sempre male. Ci sono persone convinte che parlando male dimostrano intelligenza mentre le persone più ganze sono quelle che parlano bene. E comunque ci sono cose belle in tv, meglio anche di quelle che c’erano una volta. Penso a Le Iene, che vent’anni fa non esistevano, o Viene via con me che secondo me sarà stato meglio di qualche puntata di Canzonissima.
In una recente intervista Nicola Savino ha parlato della poca liberta d’azione che aveva a Colorado, quasi come il programma avesse un’impostazione teatrale con tutto già scritto. E’ un limite che hai riscontrato anche tu?
Probabilmente lui da conduttore radiofonico lo considerava teatrale, per me che vengo dal teatro mi sembra televisivo. Fortunatamente ho avuto una grande libertà, la cosa bella è stata il clima sereno che si respirava davanti e dietro le quinte. Non vorrei dire la solita banalità ma credo proprio che la formula vincente di Colorado, che ci permette di essere apprezzati anche dai più piccoli, risieda proprio nel gruppo di comici capace di interagire senza competizione. Proprio questa grande solidarietà è la nota distintiva rispetto al fratellone Zelig dove vedo raramente le esibizioni dei comici intersecarsi. Ad ogni modo se potessi stare a Colorado come Bisio sta nella storia di Zelig sarebbe una grande cosa. Per me lui è un mito moderno. E’ una spalla ideale tutti pensano che sia il direttore d’orchestra, lo è ma facendo la spalla, cosa che non è facile fare. Il problema della nostra generazione è che tutti vogliono essere il protagonista, ma a me il ruolo di spalla piace.
Di chi vorresti essere la spalla?
Di chiunque ma di tanti attori bravissimi, Fabio de Luigi è un grandissimo ma anche tutti i comici. Toto è un mito ma anche Peppino era straordinario, il ruolo della spalla è molto più interessante di quello del protagonista.
Rispetto al programma “fratello” Zelig, Colorado non gode della benevolenza della critica. L’impressione è ci sia un po’ di snobismo verso quella che è ritenuta una comicità spicciola.
Alle critiche ci sono abituato, avendo fatto i cinepanettoni. In realtà io quelle che in gergo si chiamano critiche le chiamo commenti, anzi spesso complimenti. Quando mi dicevano che con i cinepanettoni facevo trash per me era un complimento, visto che a Stracult parliamo di trash. Anzi ti dico di più il mio sogno sarebbe stato recitare in un film di Lino Banfi o Alvaro Vitali. E poi dicevano anche di Totò che era trash..
A proposito di Colorado, Belen potrebbe approdare su altri lidi…
Io mi auguro di rilavorarci perché mi sono trovato a mio agio. Siamo diventati amici e le voglio bene. Belen mi piace perché è una che non sgomita, ha il vantaggio di arrivare in prima pagina qualsiasi cosa lei faccia anche per cose che potrebbero fare altre ragazze. Non so dire il suo segreto, si parla di lei d’altronde come un tempo si parlava solo di Marilyn Monroe.
Sembra un po’ azzardato il paragone.
No, è la stessa cosa: perché parli di Elvis e non di Fabio Concato? Belen è diventata un’icona mediatica come Marilyn né più, né meno. Anche con Marilyn si parlava della storia con Kennedy piuttosto dei film capolavoro ai quali ha preso parte. Lei riesce a essere trasversale, abbiamo vissuto insieme a Colorado la carognata che le hanno fatto del video hard, e lei ne è uscita a testa altissima come solo una grande donna sa fare. Non si prende sul serio e il non prendersi sul serio è l’arma più vincente nello spettacolo, nella politica, anzi nella vita in generale.
Ipotizziamo che l’anno prossimo non ci sia a Colorado, chi vorresti al suo posto?
Non lo so, per ora per me c’è solo lei anche se ci sono tantissime altre persone valide. Ultimamente ho lavorato con Virginia Raffaele, che imita Belen, e devo dire che è bravissima.
Visto che sei un teledipendente, qual è il tuo programma preferito?
Le Iene, mi piacciono tantissimo. Poi apprezzo anche G’ Day, Quelli che il Calcio con Vicky che è bravissima.
1. Tommi ha scritto:
17 maggio 2012 alle 15:24