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QUELLI CHE… STANNO DIETRO

di Massimo Dorati

04/04/2012 - 12:02

QUELLI CHE… STANNO DIETRO
Isola dei Famosi 9 - backstage

di Massimo Dorati – Sembra il titolo di una canzone di Jannacci, Quelli che… stanno dietro. Non mi fraintendete, nulla di volgare, banale, scontato; vorrei trasmettervi passione, amore per il proprio lavoro, notti insonni, adrenalina pura, spirito di corpo e di squadra, sentimenti veri come amicizia, rispetto, cameratismo.

L’idea nasce da un’inquadratura, una veloce furtiva inquadratura della durata di 10 secondi, si  solo 1o secondi, che però sono bastati per accendere in me un travolgente tsunami di ricordi, attimi, frammenti di vita vissuta e condivisa per più di 20 anni con centinaia e centinaia di persone.

Questa sequenza di 10 secondi l’ho rivissuta al termine della semifinale dell’Isola dei Famosi quando dall’Honduras le telecamere hanno mostrato le 200 persone che per 65 giorni dichiarati (ma in effetti da 3 o più mesi) stanno alacremente lavorando per mettere in piedi, in condizioni non proprio da Grand Hotel, quello che poi voi avete potuto “gustare” in onda durante le puntate di uno dei vostri show preferiti.

200 volti, 200 nomi, 200 professionalità, 200 famiglie che all’apparire del loro caro, inquadrato furtivamente, si sono sentite pure loro partecipi ed importanti e, quasi sicuramente, alla fine della puntata, hanno condiviso con altri parenti quell’attimo di notorietà vissuta dal loro caro appena inquadrato.

E se pensate che solo in Honduras c’erano 200 persone, provate a pensare quante ce n’erano a Milano. Per lo meno altre 200!

Ne ho vissuti tanti di quei “10 secondi”, ma dovete sapere che c’è una ritualità precisa: viene redatto un foglio da dare alla conduttrice/ore ove ci sono scritti tutti i reparti che hanno lavorato al programma: trucco, parrucco, regia, autori, cameramen, sarte, macchinisti, audio, tecnica, redazione, produzione. Durante tutta la puntata ognuno, come un soldatino, svolge il proprio lavoro come se nulla fosse, ma poi quando la puntata sta per volgere al termine, arriva di solito la delegata di produzione con un foglietto nelle mani e riunisce per gruppi i vari settori. Li briffa dando indicazioni secche ma veloci, ognuno si dispone riconoscendosi per reparto e quando scatta il fatidico momento, in quei 10 secondi 10, davanti agli occhi di ognuna di quelle 200 persone passano mesi di sofferenze, di impegno, di cestini mangiati velocemente, di risate, di notti insonni, di amicizie rafforzate, brevi flash pieni di intensità.

Ne ho vissuti tanti di quei 10 secondi nella mia vita e vi assicuro che sono davvero emozionanti. Un breve ricordo personale mi associa a Franco Bianca, regista dall’Honduras dell’Isola, ma anche regista del Karaoke di Fiorello: era l’ultima puntata da San Severino Marche dopo più di 650 puntate e tutti noi nella sigla di coda schierati intorno a Fiore; durante quei minuti dovetti mettere gli occhiali scuri perche non riuscivo a smettere di piangere. 650 puntate di ricordi, emozioni, alcune tragedie, viaggi, nebbie, pioggia tutti concentrati in pochi momenti.

Anche questo è amore, passione. La parte buona e bella di un lavoro meraviglioso.

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11 commenti su "QUELLI CHE… STANNO DIETRO"

  1. Caro Massimo, io contesto la tua necessità di "dare importanza a certe figure che non hanno mai modo di essere protagoniste almeno per 10 secondi". Sai quante figure professionali avrebbero bisogno di essere davvero protagoniste e altro che per 10 secondi? Il tono autoreferenziale del post si avverte nel momento in cui tu che sei un autore ti metti fondamentalmente a ringraziare te stesso elogiando il tuo lavoro e mascherando il tutto con una lunga spataffiata su chi soffre in condizioni di lavoro al limite della sopravvivenza. Non hai capito la questione: il mio appunto non nasce dalla convinzione che chi sta dietro le quinte guadagni tanto da poter sopportare chissà quale disagio, sarebbe demagogico nonché poco corrispondente alla realtà dei fatti. Credo, piuttosto, che sia necessario dare il giusto peso specifico alle cose. Da qui il parallelismo con i militari in Afghanistan. Senza entrare troppo nello specifico, sappi che conosco perfettamente i meccanismi di cui parli, inclusi gli stipendi del sopra e del sotto la linea , per intenderci, ma il mio era un commento di un telespettatore che legge e che si dice , perdonami il francesismo: "e sti caxxi?". Quello che scrivi è vero, lavorare in esterna e in quelle condizioni è dura, ma quello che arriva (almeno al sottoscritto che si è messo nei panni di un telespettatore che fa l'operaio così come l'amministratore delegato di un'industria farmaceutica) è un post completamente distaccato dalla vita "reale" e dalla quotidianità delle persone. La cosa che infastidisce maggiormente è che il tutto sia scritto da un autore e su un blog di televisione. Se ti avesse intervistato un blogger che si fosse limitato a trascrivere le tue dichiarazioni, il tutto, forse, sarebbe apparso diversamente. Io credo, ma questa è una mia convinzione personale del tutto confutabile, che questo mestiere, in alcuni casi, possa allontanare dalla realtà e che questo post ne sia una piccola dimostrazione. Comprendo la necessità di chi lavora dietro le quinte di far conoscere a tutti la propria fatica e di voler fare capire che dietro ad un lavoro, seppur appassionante e pieno di "luci e paillettes", c'è tanta dedizione e spirito di sacrificio, ma permettimi di trovarlo autoreferenziale e inutile. Questo, caro Massimo, è il mio parere. Per quanto riguarda L'Isola, la frase ad effetto un po' alla "Costanzo" del tipo "esiste il telecomando" lascia il tempo che trova, perché allora varrebbe tutto e con questa risposta chi gestisce questo blog, ad esempio, potrebbe liquidare in un secondo qualsiasi posizione differente. Di questo stiamo parlando e di questo parlo , non mi sono espresso sui contenuti o sulla qualità del programma. La frase sull'Isola era solo per dire che stiamo parlando di un programma di intrattenimento e che le maestranze in Honduras non sono inviati di guerra , tutto qui. Auguro una buona serata anche a te