Teo Mammucari è cambiato e i promo di “The Cube-La sfida” ne annunciano la rinascita: messa da parte l’ironia tagliente che da Libero a Distraction è stata un marchio di fabbrica di ogni sua apparizione, per questo nuovo format il conduttore dovrà traformarsi in un professionista serio e posato. Ma si tratta solo di un’esigenza del gioco o dietro a questa campagna promozionale si nasconde una scelta più mirata per dare un taglio ad un’irriverenza, a volte troppo spinta, che è costata ai suoi programmi l’etichetta di tv spazzatura?
A pochi giorni dal suo debutto non ha peli sulla lingua nell’intervista rilasciata al Corriere della Sera, oggi in edicola. Si difende da chi lo accusa di fare del trash, si prende i meriti per il successo riscosso da qualche sua partner lavorativa e si scaglia contro l’ipocrisia che imperversa tra molti suoi colleghi. A cominciare da Fiorello, al quale rimprovera di essere fuggito sul satellite per sottrarsi al confronto con il pubblico:
“Fiorello è un grande, ma sul ring sale poco. Non si butta con nuovi programmi. Ci vuole abilità anche nel capire di essere arrivati a un punto e ritirarsi. Ma è più facile. E’ semplice andare su Sky, senza sapere quanti ti guardano. Lui è stato bravo a raggiungere quel punto in cui ti danno più soldi per fare una pubblicità che un programma. Io mi sento come un calciatore con un contratto: non posso dire sempre no questo non lo faccio. Sul ring ci salgo“.
Al contrario di Fiorello e di molti altri suoi colleghi, Mammucari – dice – si è sempre imposto di testare nuovi programmi. D’altra parte in molti casi si è trattato di format deboli (citofonare The Call), costrutiti troppo spesso più sulla goliardia a tratti invasiva del conduttore e sul suo prender in giro i concorrenti o la valletta di turno, che su meccanismi di gioco davvero innovativi o appassionanti. Per questo ogni nuovo lancio è apparso poco più che una copia di un’idea precedente. Tuttavia la critica ai suoi colleghi è pienamente condivisibile:
“Voglio fare cose nuove, mai viste. Finora i risultati ci sono stati. Trovo giusto cambiare, misurarsi con altro. E’ il motivo per cui ho detto no alla seconda edizione di Libero o alla conduzione delle Iene: ci sono nato, perchè tornarci? Guarda Alessandro Greco: ha fatto Furore, Furore, Furore, e poi? Sento spesso conduttore lamentarsi sulla tv che non si rinnova: ‘Mi impongono di fare sempre le stesse cose’ Ma chi te lo impone? Dì di no. Certo guadagni di meno. Per dire, io non faccio neanche le telepromozioni perchè non mi trovo a dire: mangiate i sofficini. Faccio altro“.
La vera sfida per Mammucari sarà The Cube, al via su Italia 1 il 7 settembre. Il programma si basa su una serie di giochi mentali che alcuni concorrenti, italiani che vivono all’estero, dovranno risolvere. Il gioco, che si svolge all’interno di un cubo, mette in palio 100.000 euro. Così ne parla il conduttore:
“Per farlo sono andato a Londra, in studi iper tecnologici. E’ un game show articolato, fortissimo. Il fraintendimento è che non sono io che cambio ma mi adeguo al format. Qui è così forte che il conduttore deve solo non rovinarlo. Mi ha sempre fatto soffrire essere definito cattivello, tagliente. Quando l’ho fatto era perchè il format lo richiedeva. A Libero per provocare. O a Veline perchè credevo non bastasse fare quattro mosse su un bancone per vincere. Ho lavorato su questi programmi. Poi ho visto anche come li hanno condotti Greggio e Iacchetti, con la mano sinistra“.
La sua leggerezza è stata tacciata di essere trash, ma per Teo Mammucari il trash si trova da ben altre parti, nascosto sotto l’etichetta dell’istituzionalità e del perbenismo:
“Quando sposo un programma mi chiedo solo se può divertire. Credo sia sano tutto quello che allontana lo stress. Anche la comicità leggera. Trovo molto più trash quando vedo conduttori istituzionali rivolgersi al pubblico e dire cose come: ed ecco a voi la grande attrice Maria Mosè. [...] Trash è chi usa la cronaca nera in tv, trash è Giletti. Sono i conduttori educati ma che non ti danno niente. Trash è Rai International: se penso che è l’immagine della tv italiana che diamo nel mondo, me ne vergogno. Anche Sanremo: ci trovi sul palco la Canalis. Non mi dire per il suo talento“.
E a chi lo accusa di aver trattato male le partner con cui ha lavorato, risponde: “Flavia Vento esisteva perchè esistevo io. Quando ho smesso di parlarne è sparita da sola. La verità è che ho lavorato sulle ragazze con cui ho fatto un programma“.
E sugli esordi di Belen Rodriguez, rivela: “Prima era venuta a fare il provino per Distraction. Non l’avevo presa perchè mi aveva detto: ‘Se ti può servire sono la fidanzata di Borriello, il gossip è sempre utile’. Infatti il suo percorso lo vediamo“.
Con la veste più professionale di The Cube, riuscirà a scrollarsi la fama di personaggio antipatico e maleducato e a fare il salto di qualità che ancora manca nella sua carriera?
1. mats ha scritto:
28 agosto 2011 alle 13:42