In tempi di vacche magre e di programmi mordi e fuggi ogni tanto fa piacere leggere una notizia che, se venisse confermata, proverebbe ciò che noi, irriducibili videodipendenti della prima ora, cerchiamo di affermare da tempo immemore: il mezzo televisivo, troppo spesso vituperato e messo sotto accusa per la vacuità dei contenuti che spesso ci propina, è ancora in grado di sorprenderci prevedendo iniziative e progetti che, almeno per una volta, invece di seguire pedissequamente la moda, offrono un vero esempio di quello che viene propriamente detto pubblico servizio.
I lettori meno giovani ricordereranno sicuramente le lezioni del mitico professor Manzi che, tra gli anni 50 e 60 tentò con successo, proprio in televisione, di alfabetizzare molti italiani con il suo Non è mai troppo tardi. Ebbene, a distanza di più di quarant’anni (che televisivamente parlando è come dire quattrocento) di fronte ad una società ormai del tutto scolarizzata (salvo rari casi: basti guardare le Pupe e i secchioni la domenica sera) e viziata dalla dilagante tecnologia, sembra profilarsi all’orizzonte un nuovo progetto, avente uno scopo istruttivo ed integrativo, che coinvolge la piattaforma Sky ed ha come destinatari i molti immigrati residenti nella penisola.
E’ notizia di questi giorni l’incontro avvenuto a Montecitorio tra Gianfranco Fini e il figlio del magnate australiano Murdoch per definire modalità e contenuti del lancio di un nuovo canale, denominato in maniera simbolica Babel Tv, il cui compito sarà, a partire dal prossimo novembre, quello di fornire un servizio televisivo a tutti gli stranieri d’Italia, proponendo trasmissioni in italiano per favorire il loro processo d’integrazione nel nostro paese.
Nel palinsesto di Babel Tv ci saranno film e programmi d’intrattenimento importati dal paese d’origine e doppiati nella nostra lingua ma anche e soprattutto uno spazio quotidiano dedicato all’insegnamento della lingua e della legislazione italiana. I fruitori del servizio saranno necessariamente gli immigrati regolarmente residenti nel paese in quanto, essendo il canale previsto dalla piattaforma di Sky, sono richiesti per l’abbonamento il possesso dei legali documenti nonché del codice fiscale.
Fortemente voluto dall’attuale Presidente della Camera, Babel TV fa fronte all’esigenza di trasmissioni televisive che aiutino l’integrazione nel nostro paese e, nello stesso tempo, favoriscano lo sviluppo di una società più aperta alle differenze e alla multietnicità.
Se questo progetto dovesse realmente realizzarsi nei brevi tempi previsti ci stupisce come, nell’era della proliferazione dei canali tematici e della digitalizzazione, non sia stata la Rai, la concessionaria del servizio pubblico per eccellenza, a pensare ad un progetto del genere (che avrebbe dato senza dubbio un senso al suo ruolo istituzionale nella telecomunicazione) ma abbia dovuto provvedere a questa iniziativa una piattaforma a pagamento come quella di Murdoch.
1. lele ha scritto:
4 giugno 2010 alle 17:09