Data per vincente, anche se la base concreta dell’argomentazione sembra piuttosto fragile, Emma Marrone si presenta ai nastri della finale di Amici con il successo del suo lavoro discografico e con un primo posto nell’ultima classifica di gradimento che la lasciano ben sperare. Fossimo in lei ci aggrapperemmo al primo ferro di cavallo, data la tradizione storica che raramente ha portato bene ai partenti favoriti dal pubblico, scontratisi in finale con una naturale correzione meritocratica che almeno cinque volte su otto ha fatto svettare il talento veramente più autentico.

Figlia di lu vientu del suo Salientu la Marrone prova a bissare il successo pugliese, con un orgoglio campanilistico presente come non mai nel suo profilo. Il rischio di assomigliare alla Amoroso a tratti ha fatto desistere in molti sulle possibilità del suo successo ma a ben vedere tra le due cantanti, a parte una grossa energia vocale, ci sono parecchie differenze di sostanza. Emma, forse per la sua precedente scottatura con il mondo dei talent, ha portato con sé sin dall’inizio un patrimonio genetico molto meno smaliziato rispetto alla cristallina naturalezza di Alessandra, approccio diverso anche nell’affrontare i brani. La Marrone ha sempre dato il meglio di sé quando è stata chiamata a digrignare i denti.

Tanti gli inediti che ha interpretato con grande slancio, accusando sempre i detrattori di non capire la sua poetica, che al motto di tanta roba ha sempre gridato la sua fame di palcoscenico. Viscerale nel bene e nel male, restia a complimenti sulla sua fisicità, la bionda salentina ha voluto sempre e solo graffiare con il suo canto. Il brano che l’ha fatta veramente imporre al grande ascolto è sicuramente l’inedito Davvero, con il quale ha dato voce alla sua sensualità rock, di ispirazione nanniniana, a quel suo modo di comunicare eternamente chiuso nell’aggressività da autodifesa.

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Il meglio di sé Emma l’ha dato nei momenti decisivi, quando si trattava di rimanere impressi nell’immaginario collettivo. Porta la sua firma il duetto vip più bello di tutto il serale, quella grande alchimia con Anna Oxa che ha fatto veramente volare le quotazioni della Marrone, ‘animalessa’ da palcoscenico anche nel convincente scambio vocale con Craig David. Tutto quello che manca a Pierdavide è Emma, forza della natura ad occhi aperti, rigida non appena deve portare se stessa, al di là della retorica del cuore che ha più volte usato in maniera un po’ grossolana e populista.

L’eterno duello con Loredana potrebbe riproporsi anche nella finale delle finali, almeno secondo quanto emerge dagli ultimi sondaggi, e sarebbe una sfida all’ultimo sangue tra le due rivali di sempre, così brave così diverse che sarebbe proprio bello vederle duettare presto insieme, dopo che finirà il rigido dualismo a cui le ha costrette il rituale manicheiste del gioco.

Tutti a cantare in Puglia anche quest’anno?

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