Continua la nostra carrellata nella storia più recente di Amici alla scoperta del talento più meritevole della vittoria della nona edizione del talent principe della televisione italiana. E’ la volta di Pierdavide Carone, domani sera di bianco vestito, il cantautore migliore del programma, scommessa per una volta azzeccata da Grazia Di Michele.
Di poche parole, come del resto la sua professione di casellante autostradale lo obbliga ad essere, un piccolo Trudi secondo i compagni, ma soprattutto per la fidanzata, l’ex allieva Grazia per cui ha dato tantissimo in termini di scrittura e di difesa personale, contro tutto e tutti. Gli ultimi rilevamenti di gradimento sembrano poco favorevoli a Pierdavide, ma in una lotteria così ardua come la finale nessun dato è certo, considerato anche il trionfo frequente nelle sfide dirette con Matteo che invece è stato sempre molto gradito con il voto settimanale.
Quando la De Filippi il primo giorno ne lesse la scheda si capì subito che finalmente nella scuola era arrivato un cantautore con la C maiuscola, e non il solito strimpellatore di motivetti adolescenziali d’amore spacciato per poeta. A muso duro Pierdavide dichiarò tutta la sua insofferenza per i trasformisti politici, gli ignavi, la religiosità più ipocrita e più fondamentalista, la superficialità. Acuta soprattutto l’osservazione su Dio, non un tizio con la barba e la vestaglia bianca ma la ricerca della bontà tutti i giorni. Il pubblico già da queste parole aveva capito il balzo di qualità su cui avevano puntato gli strateghi del programma.
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Amici 9, chi vuoi che vinca?
- Pierdavide Carone (34% con 1.508 Voti)
- Loredana Errore (24% con 1.099 Voti)
- Emma Marrone (15% con 696 Voti)
- Matteo Macchioni (27% con 1.197 Voti)
Voti Totali : 4.500
Tratto di penna sottile e interessante, calamaio capace di intingere ai repertori della lirica erotica, della satira e dell’epigramma. I paragoni con i colleghi più titolati si sprecano: la narrazione a mò di ballata come i grandi Gaetano e De André, lo straniamento allucinato alla Cristicchi, la concessione al raccoglimento intimistico vagamente evocativo di grandi autori come Cammariere e Zarrillo. Pierdavide è riuscito a soddisfare il palato generalista dell’audience sanremese scrivendo il testo del vincente Scanu, ma anche i gusti più esigenti con delle chicche formidabili come i pezzi d’esordio, Trullallero rullalà e La ballata dell’ospedale.
Anche la scelta dei pezzi da reinterpretare sul palco ne hanno dimostrato la caratura portando nel repertorio della trasmissione nicchie di ascolto inimmaginabili fino a qualche mese prima, con grande gioia della conduttrice sempre più contenta di allargare il cerchio della trasmissione per abituare gradualmente il grande pubblico allo spettacolo di qualità. Carone ha sfidato la barriera del pubblico generalista portando un testo di grande impegno come Vieni a ballare in Puglia, e mettendo tra i suoi pezzi, anche se finora mai eseguito, Il Ballo di San Vito. Peccato solo per le prove per nulla esaltanti nei duetti con i vip, quando uscito dal suo raccoglimento più tipico non è riuscito a ingranare la marcia in più che oggi lo avrebbe favorito maggiormente.
L’arguzia e la facilità di scrittura dimostrata sin dall’inzio lo hanno incoronato come autore dell’ennesima fatica editoriale sulle vicende della scuola. Pur in tutto questo caos creativo la freschezza del lume poetico non si è mai esaurita, sfornando in extremis la perla più grande, quel Di Notte che è stato capace di lasciare a bocca aperta già al primo ascolto sia i critici della stampa sia il pubblico. La capacità di questo brano di guardare il mondo solo con gli occhi della mente aperti varrebbe da sola la vittoria per il sensibilissimo Pierdavide, un trionfo che sarebbe una vera rivoluzione persino agli occhi degli apocalittici, prendendo a prestito il termine che Eco ha utilizzato per descrivere certi rigidi schemi culturali restii ad accettare le forme del nuovo.
Chissà se domani sarà proprio la notte, dipinta nei suoi testi come regno giusto perché la brutalità più autentica del mondo dorme, a regalare il successo alla personalità più matura ed equilibrata trapiantata nell’humus defilippico…
1. Silvia ha scritto:
28 marzo 2010 alle 20:38