Alla notizia di un sorcino all’Isola gli animalisti del WWF sono balzati su dalla sedia. Tranquilli, non si tratta nè del topolino di campagna, nè del ratto di fogna, e nemmeno del noto imitatore toscano Giorgio Panariello, bensì di Roberto Fiacchini, figlio adottivo di Renato Zero. Mentre il papà si fa vedere su Canale cinque con i bambini cenciani di Io canto, lui sta naufragando, televisivamente parlando.
“Mio padre mi ha consigliato di non andare”, e tu che fai? Ignori il saggio suggerimento del mitico cantautore e parti per l’Isola dei Famosi per far parte dei quattro figli di previsti per l’edizione in corso, osservando pedissequamente ciò che dicono gli psicologi che vanno in tv, e cioè che il figlio tende sempre a ribellarsi e a fare l’opposto di quello che dicono i genitori, anche se questi ultimi sono adottivi (è stato accolto sotto l’ala protettiva dell’artista romano solo nel 2003).
Dalle prime dichiarazioni, rilasciate in esclusiva a Romina di Leo, per Diva e Donna, sembra un personaggio sui generis, molto timido, che con la sua partecipazione al reality vuole avvicinare il pubblico italiano a tematiche serie come l’adozione, le annesse difficoltà legislativo-burocratiche che ci sono in Italia e l’estensione dell’istituto anche alle coppie gay.
Il trentaseienne futuro naufrago ha una storia molto particolare alle spalle, essendo letteralmente passato “dalle stalle alle stelle“: dall’orfanotrofio a casa Zero, dalla minestra della mensa al piatto raffinato, dalla sfiducia nel futuro alla gloria e ai successi della sua etichetta discografica. Adesso è anche sposato, con due figlie, e può contare sulla presenza di una sorella che non sapeva di avere: “L’Isola è anche un modo per farmi conoscere da mia sorella Cinzia, incontrata di persona solo pochi giorni fa”. Sembra una soap opera ma è tutto vero; il padre adottivo Renato Zero lo seguirà in silenzio da casa, assieme alle nipotine Virginia e Ada, sue fans.
Ma la favola finirà con un lieto fine? Non sentenziamo frettolosamente, “entriamo nel fuoco delle polemiche”, come dice Monica Setta. Noi di DM lo abbiamo sentito spavaldamente affermare, durante il suo provino, con la sua identificabilissima erre moscia, di essere un uomo fortunato, perchè vive nel benessere, può permettersi lussi, auto, case meravigliose, vestiti firmati tanto che sembrava stesse interpretando la canzone di Tiziano Ferro “…case, libri, auto, viaggi, fogli di giornale”.
Un atteggiamento che, se portato anche in Nicaragua, fa ipotizzare una scarsa ”presa” sull’italiano medio, sicuramente meno fortunato. D’altro canto, un “figlio di”, si sa, parte già cinquanta metri avanti in una gara di atletica dei cento metri piani.
Probabilmente avrebbe dovuto ascoltare meglio una canzone del padre che dice che nella vita ci vuole “prudenza e giudizio”. Anche perchè, con ogni probabilità, fa più simpatia la delicatezza di chi non ostenta piuttosto che la sincerità a volte smargiassa di chi paga con un’American Express Oro.
1. lauretta ha scritto:
8 marzo 2010 alle 14:25