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Ma se ognuno facesse il proprio mestiere?

Da Fedez a Matilde Gioli: sempre più attori e cantanti si cimentano con il mestiere della conduzione televisiva

Mattia Buonocore

di Mattia Buonocore

07/06/2024 - 13:40

Ma se ognuno facesse il proprio mestiere?

Le commistioni tra “mondi dello spettacolo” diversi posseggono sempre un certo fascino. Dopotutto, il potenziale, in linea teorica, è notevole: potrebbero travasare pubblico, facilitare determinati posizionamenti e accendere le curiosità dei più. Il problema è quando l’eccezione diventa una regola. E’ quello che sta accadendo nel campo della conduzione televisiva.

Già non esiste una scuola di conduttori, già è difficile trovare nuovi presentatori e deprezzare il mestiere attingendo puntualmente da altri campi dello spettacolo (o dai social, ahinoi) non aiuta. I casi di attori e cantanti prestati alla tv si moltiplicano. Una volta c’era l’antesignana Iva Zanicchi, che con la tv aveva abbandonato le classifiche di vendita (come lei Wilma De Angelis), poi sono arrivati altri sporadici casi (Enrico Ruggeri, Fabio Troiano) fino all’exploit odierno. Tralasciando i cohost sanremesi, si segnalano i casi di Nek su Rai2, Fedez e Dargen d’Amico su Prime Video, Gianni Morandi che racconta la storia della tv su Rai1, Matilde Gioli su Netflix, Elettra Lamborghini (che in realtà rimane un personaggio ibrido) sul Nove. Sky per il dopo Cattelan a X Factor, si è affidata a un attore (Lodovico Tersigni) e a due cantanti (Francesca Michielin e la “new entry” Giorgia) mentre Canale 5 scelse Anna Tatangelo per rispolverare Scene da un Matrimonio. I cantanti, poi, si prendono sempre più spazio nelle giurie dei vari talent  o negli show musicali cuciti su di loro (Il Volo, Gigi D’Alessio, Massimo Ranieri).

Da notare come a propendere per la via ‘altri mondi’ siano in particolari le nuove realtà che hanno bisogno di nomi che fanno buzz, in grado altresì di conferire una certa immagine. Viene anche da chiedersi se il mondo della musica snob accetterebbe determinate commistioni: Giorgia si ripresenterebbe in gara a Sanremo dovendo gareggiare con, esempio, Massimiliano Ossini e Barbara D’Urso?

Il messaggio che passa è che basta esser famosi per fare il conduttore. Show come Masterchef hanno dato l’illusione che sia tutta una questione di facce ma la realtà è ben diversa quando non sei alle prese con montaggio e autori che ti dettano le battute. Se il programma ha bisogno di calore, di guida, di un punto di riferimento, solo chi ha esperienza e conosce determinati meccanismi può fare la differenza. Al di là di sporadici casi felici, sarebbe meglio se ognuno facesse il proprio mestiere e si concentrasse dove eccelle. Altrimenti si corre anche un altro rischio, che sia un ‘ndo cojo cojo che non fa bene a nessuna delle due carriere.

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