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Giovanni Allevi emoziona il Teatro Ariston

Il pianista a Sanremo a due anni dal ritiro: «Non potendo più contare sul mio corpo, suonerò con tutta l’anima».

Fabio Fabbretti

di Fabio Fabbretti

07/02/2024 - 22:41

Giovanni Allevi emoziona il Teatro Ariston
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Un Giovanni Allevi commosso e commovente domina la scena nella seconda serata del Festival di Sanremo 2024. Un ritorno, a due anni dal ritiro causa malattia che sta ancora combattendo, potente e fragile al tempo stesso, che sono un po’ le condizioni di oggi del noto pianista di Ascoli Piceno.

All’improvviso mi è crollato tutto

inizia così il suo intervento sul palco del Teatro Ariston, accolto da un caloroso applauso. Ricorda il buio in cui è caduto nel giugno del 2022, quando gli è stato diagnosticato un mieloma multiplo. Da quel momento è iniziata una nuova fase della sua vita, passata ogni giorno – confessa – “con la sensazione di avere la febbre a 39 per un anno consecutivo”Ho perso tutto, aggiunge, compresa la folta chioma nera, ma non la speranza.

E’ come se il dolore mi porgesse anche degli inaspettati doni

continua Allevi, mosso come da un senso di timore misto a coraggio. All’apice della carriera notava persino se, tra migliaia di persone, ci fosse anche soltanto una poltrona vuota ai suoi concerti. Oggi, dopo la malattia, non so cosa darei per suonare davanti a quindici persone, ammette con la voce rotta dall’emozione. E qui spiega quali altri doni sente di aver ricevuto in questi ultimi due anni:

La gratitudine nei confronti della bellezza del creato. Non si contano le albe e i tramonti che ho ammirato da quelle stanze dell’ospedale. La gratitudine e la riconoscenza per i medici, gli infermieri e tutto il personale ospedaliero (…), per la ricerca scientifica, la famiglia, la forza e l’esempio dagli altri pazienti.

Oggi la battaglia continua perché deve sempre esserci un domani a cui aspirare. Il pianista lo fa togliendosi il berretto e mostrando per la prima volta in pubblico la nuova chioma grigia:

Voglio accettare il nuovo Giovanni.

Nuovo, ma pur sempre “poetico” quando si siede al piano, difronte ad una platea, due anni dopo l’ultima volta. Tremore e formicolio alle dita non lo abbandonano, ma il suo talento pesca altrove e si congeda suonando magicamente Tomorrow:

Non potendo più contare sul mio corpo, suonerò con tutta l’anima.

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