Giù il sipario. Dopo quattro stagioni, è con ogni probabilità arrivata l’ora di salutare definitivamente Il Cantante Mascherato. Il trasloco al sabato sera si è rivelato la mazzata finale per un programma i cui ascolti erano stati già altalenanti nella precedente edizione. Una debacle che non stupisce, dunque, proprio come non stupisce più il format, nato nelle intenzioni per stupire il pubblico.
Quell’aspetto nuovo, surreale e intrigante che caratterizza The Masked Singer è stato presto banalizzato anzi ballandizzato! E’ vero che la missione di Milly Carlucci di adattare il programma al pubblico di Rai1 e al lungo prime time italiano non era facile ma omologare un programma di rottura, che fa dell’imprevedibilità il suo punto di forza, non può mai essere una buona idea. Il risultato è un meccanismo confuso che contribuisce alla caciara dello studio e quello che dovrebbe essere volutamente kitch diventa cheap. Scelta scellerata di questa edizione è la spersonalizzazione delle maschere. Da un lato Carlucci e co. scelgono di puntare solo su maschere che hanno un’anima (scegliendo per lo più animali), dall’altro assistiamo a clip in cui i personaggi misteriosi vengono interrogati senza maschera. Ma la maschera non è un semplice velo che nasconde il vip, è qualcosa di più. Un’entità dall’anima definita che può rispecchiare ma anche dominare il personaggio.
E poi c’è un tema legato al budget. Qualche settimana fa erano trapelati costi di produzione milionari, che avevano suscitato indignazione salvo poi essere “contraddetti” da altri rumors che parlavano di cifre nettamente inferiori. Il problema è che il budget basso dovrebbe far indignare più di quello alto: se al sabato sera mandi la quarta edizione di una trasmissione come Il Cantante Mascherato, dovresti avere la forza di supportarla economicamente altrimenti rischi di buttare anche il “poco” investito.
1. Pianeta Urano ha scritto:
26 aprile 2023 alle 11:28