Le dichiarazioni di Sergej Lavrov, il ministro degli Esteri russo, alla trasmissione di Rete 4 Zona Bianca hanno scatenato un polverone mediatico di livello mondiale. Sotto accusa le pesanti parole dell’intervistato, in particolare in merito alla nazificazione dell’Ucraina e alle origini ebree del presidente Zelensky, che a suo dire non possono rappresentare una scusante poiché “anche Hitler aveva origini ebree, i maggiori antisemiti sono proprio gli ebrei“. Un affondo clamoroso che ha scatenato inevitabilmente reazioni dure, su tutte quella del premier italiano Mario Draghi.
“Il ministro Lavrov appartiene a un Paese dove non c’è libertà di espressione. Questo Paese (l’Italia, ndDM) permette di esprimere le proprie opinioni liberamente, anche quando sono palesemente false, aberranti (…) Quello che il ministro Lavrov ha detto è aberrante“
ha tuonato Draghi in conferenza stampa, rimarcando il passaggio degli ebrei che ha considerato “veramente osceno”. Ma il premier non si risparmia e punta il dito anche contro il programma Mediaset condotto da Giuseppe Brindisi per come ha gestito l’ospitata del ministro russo:
“In realtà è stato un comizio. Quindi la domanda che ci si deve chiedere è se si deve accettare di invitare una persona che chiede di essere intervistato senza nessun contraddittorio. Non è granché, eh! Non è granché professionalmente. Fa venire in mente strane idee“.
Le parole di Giuseppe Brindisi
Mentre dalla Russia arriva la replica a Draghi da parte della portavoce di Lavrov (“L’iniziativa di condurre l’intervista non è venuta dal ministro degli Esteri russo, ma da giornalisti italiani”, ha affermato), a parlare è anche Brindisi, che non si scompone difronte alle parole di Draghi, anzi difende con orgoglio il lavoro fatto:
“Il mestiere del giornalista è portare le notizie e se guardo a quello che sta succedendo da ieri sera, a oggi un po’ di notizie le ho portate (…) Io ho la coscienza pulitissima: ha detto delle enormità e io ho un po’ il merito di avergliele fatte dire. Quando lui sbrocca, io il mio obiettivo l’ho ottenuto”.
ha dichiarato a 105 Kaos, il programma di Francesco Facchinetti, Sabrina Scampini e Gibba su Radio 105. Il conduttore di Zona Bianca ha aggiunto:
“Mi aspettavo che l’intervista a Lavrov avrebbe avuto un’eco molto grande, non credevo che questa eco provasse a travolgere un po’ anche me (…) Io l’avevo portato a dire quello che ha detto, avevo la possibilità di arrabbiarmi dicendogli che stava dicendo assurdità, ma avrei dato quella che è la mia opinione e non so se a voi tra l’opinione di Lavrov e quella di Giuseppe Brindisi interessa quella di Giuseppe Brindisi. Io credo quella di Lavrov. A quel punto io mollo, io ho ottenuto lo scopo. Devo fare il mio mestiere (…) Non posso spiegarvi come sono arrivato a intervistarlo, spero di riuscire a fare anche qualcosa di più. C’è stato un lavoro di redazione durissimo (…) abbiamo fatto un lavoro di settimane per arrivare a questo risultato. Quello che più mi dispiace constatare è che quelli che parlano di Russia come di un paese autarchico, dove c’è la dittatura e dove c’è la censura sulla stampa, chiedono la censura su Lavrov”.
1. andrea ha scritto:
3 maggio 2022 alle 12:08