15
marzo

Su Rai 1 apre lo Studio Battaglia

Lunetta Savino, Barbora Bobulova e Miriam Dalmazio

Lunetta Savino, Barbora Bobulova e Miriam Dalmazio

Rai Fiction da diversi anni punta molto sul racconto al femminile, offrendo al pubblico storie che valorizzano e raccontano la donna a 360 gradi. Ma stavolta “esagera”, perchè in Studio Battaglia di donne protagoniste ce ne sono ben quattro, tutte dai caratteri forti e con le idee chiare, e tutte appartenenti alla stessa famiglia. Una madre e tre figlie che da oggi alle 21.25 faranno compagnia ai telespettatori di Rai 1 per quattro prime serate, per parlare di casi legali e, soprattutto, di legami forti.

Tratta dalla serie BBC The Split, Studio Battaglia è una produzione Palomar e Tempesta, scritta da Lisa Nur Sultan e diretta da Simone Spada. A capitanare questa squadra tutta la femminile c’è un’attrice che per il pubblico di Rai 1 fa famiglia a prescindere, ovvero Lunetta Savino: sarà lei il cuore del legal dramedy, madre di tre figlie interpretate dalle ben note Barbora Bobulova e Miriam Dalmazio e da Marina Occhionero, che ha preso parte a Monterossi, Petra, Il Primo Re e House of Gucci. Nel cast anche altri nomi noti del piccolo schermo quali Thomas Trabacchi, Giorgio Marchesi, Massimo Ghini, Carla Signoris e Michele Di Mauro.

Studio Battaglia: la trama

Lo Studio Battaglia insegnerà che un nome può indicare una predisposizione: alla battaglia, appunto. Le donne Battaglia sono tre avvocate divorziste e una futura sposa, ognuna coi propri sogni e turbamenti, unite da un amore profondissimo e da un’invincibile ironia che le ha sempre salvate, ogni volta che tutto sembrava crollare, come quando venticinque anni prima il padre Giorgio (Ghini) se n’era andato.

Anna (Bobulova) ha appena deciso di lasciare il prestigioso studio fondato e gestito dalla madre Marina (Savino), in cui lavora anche la sorella Nina (Dalmazio). Ha accettato un nuovo incarico nello Studio Zander, dove ritrova un vecchio flirt dei tempi dell’Università, Massimo (Marchesi). Al tempo preferì Alberto (Trabacchi), che ha sposato, ma sembra arrivata l’ora di chiedersi se sia stata la scelta giusta e se a un certo punto della vita sia meglio avere rimorsi o rimpianti.

Oltre a questo triangolo, il cuore del racconto sono le donne Battaglia, alle prese con diverse fasi della loro vita e, anche, con il ritorno di Giorgio, il marito e padre che abbandonò tutte loro per inseguire un nuovo amore. Il racconto intreccia, con un linguaggio e un’estetica contemporanei, un lungo caso orizzontale (la separazione dei Parmegiani, ovvero la Signoris e Di Mauro) a numerosi casi di puntata dai risvolti inediti riguardo gli aspetti più attuali del diritto di famiglia: unioni civili, accordi di riservatezza, tutela dell’immagine, famiglie omogenitoriali, congelamento degli embrioni, uso dei social media, diffamazione, eredità digitale, insomma tutto l’universo in costante espansione dei rapporti coi nuovi media.

E a fare da contraltare a tutto questo e al disincanto che questo tipo di lavoro ha creato in sua madre e nelle sue sorelle, c’è Viola (Occhionero), la più piccola della famiglia. Che le altre comprendono poco perchè crede nell’amore, sta per sposarsi e non ha le loro feroci ambizioni. Tranne quella, suprema, di essere felice.

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