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L’Amica Geniale 3, Gaia Girace: «Non sapevo se volevo ancora fare l’attrice, il nuovo regista mi ha aiutata»

Stefania Stefanelli

di Stefania Stefanelli

26/01/2022 - 18:18

L’Amica Geniale 3, Gaia Girace: «Non sapevo se volevo ancora fare l’attrice, il nuovo regista mi ha aiutata»
Margherita Mazzucco, Gaia Girace e Daniele Luchetti
Margherita Mazzucco, Gaia Girace e Daniele Luchetti

Il terzo capitolo de L’Amica Geniale racconterà, da domenica 6 febbraio su Rai 1, la Storia di chi Fugge e di chi Resta e si preannuncia diverso dai precedenti. Cuore di questo cambiamento è Daniele Luchetti, scelto personalmente dal regista storico Saverio Costanzo per sostituirlo: complice la decisione di Elena (Margherita Mazzucco) di scappare e studiare al Nord per allontanarsi dal grigiume del rione, i nuovi quattro episodi saranno “pieni di colore“. Lo ha annunciato stamane in conferenza stampa la direttrice di Rai Fiction Maria Pia Ammirati. Verrà raccontata l’Italia degli anni ’70 con le sue rivolte politiche, la “caccia alla donna” e la lotta femminista in quella che, secondo Luchetti, è “l’autobiografia di tutti quelli che hanno vissuto quegli anni“.

“Quando arrivi in una serie così forte puoi entrare in competizione con chi già c’è stato, puoi entrare in una sorta di autosabotaggio. Io ho deciso di seguire i personaggi e di metterli in condizione di vivere le scene, che è quello che faccio in tutti i miei film”

Luchetti si è approcciato al compito di proseguire il racconto di Costanzo tra mille dubbi, come quelli causati dalle “sceneggiature rischiose, che sembravano corte” e lo ha fatto con l’aiuto dei romanzi, nei quali ha sempre trovato risposte unite ad altre domande. Ma il dubbio maggiore, il primo che ha dovuto affrontare ha riguardato le interpreti di Lila e Lenù, che in questo nuovo capitolo arriveranno ad avere circa trent’anni: l’idea di sostituire Gaia Girace e la Mazzucco c’è stata, ma “era troppo presto per lasciarle, abbiamo capito che avrebbero potuto portare la storia sulle spalle senza scricchiolare“.

Le due attrici, poco più che diciottenni, sono cresciute con i loro personaggi e sembrano molto più scafate degli esordi: serie, compite, professionali e distanti l’una dall’altra. Non hanno avuto modo di frequentarsi fuori dal set, rivelano, e per Luchetti tra loro c’è “un rapporto complesso, che è la forza della serie“. Un po’, forse, come quello tra i loro personaggi, che per la Mazzucco “non è un rapporto di amicizia, ma un rapporto di amore e odio, un rincorrersi a vicenda, uno sfidarsi per una crescita personale“.

In questo terzo capitolo la Lenù della Mazzucco si creerà una famiglia e vivrà “una stagione molto dinamica, vivrà un momento di crisi nella sua famiglia e uno personale, cercando di capire chi è e di ritagliarsi uno spazio in questo mondo“. Lila, invece, è quella che resta e affronterà il duro lavoro in fabbrica, con un figlio da crescere e un’insoddisfazione crescente. La Girace ha ammesso di avere in comune con lei la determinazione e l’impulsività, svelando anche le difficoltà di gestire la fama che le è piovuta addosso con questo ruolo così forte, avvolto da quella che Luchetti definisce “un’aura che mette soggezione“:

“Quando Luchetti ci ha incontrate per la prima volta, ha detto che dovevamo divertirci. Io venivo da un periodo di breakdown, non sapevo se volevo continuare a fare l’attrice, perchè sono cresciuta su questo set e non ho potuto vivere l’adolescenza. Ma il suo approccio mi ha aiutato. […] Trovare persone vere che vogliono stare vicino a me per quello che sono non è facile, mi tengo vicino le amicizie vere”

Resta aperto l’eterno mistero sull‘identità della Ferrante, che firma la serie e collabora con gli sceneggiatori attraverso mail e messaggi. Lo sceneggiatore Francesco Piccolo chiosa così:

“Il nostro è un rapporto di grande vicinanza. La Ferrante è totalmente dentro, ci osserva con note e suggerimenti e c’è un confronto con lei. […] All’inizio ci ha studiati, il suo timore era capire che rapporto ci sarebbe stato tra il libro e la serie, quando ha sentito che questo rapporto era virtuoso, di vicinanza, che andavamo tutti nella stessa direzione, è stata una compagnia e un supporto importantissimo”.

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