5
ottobre

Quelli che il lunedì… cercano una nuova identità

Quelli che il lunedì

Quelli che…  non sanno ancora con esattezza dove andare a parare. E così, realizzano uno show fatto di gag ironiche, momenti musicali, imitazioni, notizie sportive, cenni all’attualità. Ma senza un filo conduttore ben distinto. Quelli che… devono approdare in prime time con un format nuovo, ma senza tradire lo spirito di uno storico titolo televisivo: impresa impegnativa, sì. Luca e Paolo con Mia Ceran ci hanno provato ieri sera, non senza qualche difficoltà di adattamento.

I tre conduttori, al loro debutto in prima serata su Rai2 con , si sono ritrovati a presentare uno spettacolo che – sin dalle premesse della vigilia – aveva poco o nulla a che fare con l’originario programma domenicale, ora soppiantato. Fuorviante dunque azzardare paragoni con la precedente esperienza tv; la nuova trasmissione va invece considerata come un tentativo a sé, con tutte le incertezze del caso.

A lasciare dubbiosi, nello specifico, non è certo stata la verve di Bizzarri e Kessisoglu (che non è mancata) ma una scaletta che, invece di attribuire alla novità televisiva un’identità e dunque una riconoscibilità, si è limitata ad alternare momenti di spettacolo più o meno riusciti. Al riguardo, promuoviamo l’intervento dell’ospite Sara Simeoni e quello del cantante Francesco Gabbani. Sul fronte musicale, merita una menzione la parodia di “Zitti e buoni” dei Maneskin, realizzata da Luca e Paolo con riferimenti al caso Morisi. “Comandavo la Bestia, era il mio tesoro / Ma una notte di festa mi è costata il lavoro“, hanno cantato i due comici.

Le imitazioni di Matteo Salvini e Alessandro Barbero (alias Ubaldo Pantani) e Serena Bortone (by Barbara Foria) si sono rivelate meno d’impatto sullo show rispetto ad altre e precedenti occasioni. Nuova e irriverente la versione attualizzata dei talebani interpretati da Luca e Paolo: i due hanno ironizzato a modo loro sull’integralismo. Sulla trascurabilità degli spazi affidati a Melissa Greta Marchetto non spenderemo invece ulteriori parole. Comprensibile, ma non priva di conseguenze, la scelta di dedicare la seconda parte dello show alle notizie sportive: la separazione tra l’iniziale show e il “terzo tempo” è apparsa un po’ troppo netta.

Quelli che il lunedì ha sofferto l’iniziale mancanza di una personalità definita, dal momento che la corrispondenza con lo storico marchio domenicale è apparsa solo un pretesto, uno spunto iniziale per elaborare poi una nuova formula. “Questo programma durerà fino a maggio. Partirà in un modo e arriverà in un altro, lo costruiremo di settimana in settimana“, aveva affermato il vicedirettore di Rai2 Fabio Di Iorio alla conferenza stampa di presentazione. Sarà così: per resistere al banco di prova del lunedì, la trasmissione dovrà subire qualche opportuno aggiustamento (come dimostrato dagli ascolti).

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