Canzone Segreta, a differenza di tanti show del recente passato di Rai 1, ha una sua struttura chiara, immediatamente percepibile. C’è un meccanismo che si ripete più volte durante la puntata: c’è un ospite che siede su una poltrona bianca per ripercorrere i momenti importanti della sua vita e della sua carriera per arrivare, tra una sorpresa e l’altra, alla canzone segreta finale. Hanno bussato addirittura agli “amici” francesi per averlo (il format originale è La Chanson Secrète), e il programma ha goduto di un battage pubblicitario (promo orrendo) e un budget decisamente importanti. Ma la forma definita, se è vero, come è vero, che aiuta, non è sufficiente a riempire la ‘gabbia’: servono contenuti. E i contenuti a Canzone Segreta latitano: la resa, tra il patinato e il paludato, è deludente e le tante premesse non riescono a dare un reale senso allo show condotto da Serena Rossi.
L’ospite arriva, preoccupato da non si sa cosa, si siede sulla poltrona bianca a lui riservata, guarda un paio di immagini/filmati che lo riguardano, ascolta la testimonianza di persone a lui care (a mo’ di intervista da talk pomeridiano) e assiste all’esibizione live della sua canzone del cuore, cantata da un amico o una persona speciale. Fine. E, manco a dirlo, quell’emozione tanto sbandierata non arriva minimamente a casa. Il telespettatore non ha modo di immedesimarsi nelle storie né tantomeno di capirci qualcosa. La famigerata canzone segreta, poi, nemmeno viene più di tanto spiegata; dunque, che si canti un brano piuttosto che un altro poco cambia. Solo l’ospite sa. Forse.
Il contorno, poi, è tutto inutile. La Rossi ricorda che i protagonisti dello show sono isolati in camerini segreti (che nessuno vede), non possono ascoltare o vedere niente né parlarsi tra loro finché non sono chiamati sul palco. Ma perché? Qual è il senso? Se Carlo Conti viene a conoscenza della canzone preferita di Luca Argentero (tanto per citare due dei protagonisti della premiere di venerdì), quale piano salterebbe? In tutto ciò, che già basterebbe per porre almeno rimedio a tanta agonia, ogni ospite viene anticipato dal noioso filmato sulle prove della sorpresa a sua insaputa, svelando anzitempo protagonisti e canzone che lo riguardano. Insomma, il pubblico già sa in partenza cosa e chi andrà a vedere e ad ascoltare.
Capitolo a parte per Serena Rossi, che si è buttata in questa avventura perché il chiodo fisso della conduzione ce l’ha e ce l’ha sempre avuto. Occhio, però, a non esagerare (già nel 2017 ci fu l’infelice Celebration in coppia con Neri Marcorè nel sabato sera di Rai 1 e nel 2018 il poco fortunato show di Real Time Da Qui a un Anno), in particolare in questo momento in cui la carriera di attrice ha raggiunto l’apice e il grande pubblico con Mina Settembre. Perché puoi essere brava quanto vuoi (e lei lo è), ma gestire un emotainment è complicato soprattutto quando mancano le emozioni.
1. CARLO ha scritto:
15 marzo 2021 alle 16:33