La guerra è uno dei temi forti della fiction, delle serie tv e del cinema. E’ stata raccontata da ogni angolazione possibile, ne sono stati sottolineati il dramma, il dolore, il pericolo, l’attesa, le conseguenze, l’eroismo. Ma, per studiarla da vicino, stavolta è stata usata una lente diversa, quella del sarcasmo, che ha reso surreale qualcosa di tangibile e serio come la storia. Accade in Catch 22, la nuova serie di Sky Atlantic.
Catch 22: un racconto sarcastico ed originale
Nel 2009 George Clooney produsse ed interpretò un film in cui i militari tentavano di usare i poteri psichici per sconfiggere il nemico; a distanza di dieci anni da L’Uomo che fissa le Capre, l’attore hollywodiano racconta qui il tema della follia, vera o presunta, che si insinua negli affari bellici e che a qualche soldato finisce per sembrare l’unica via di fuga da una quotidianità troppo spaventosa da affrontare.
La serie, coniugando immagini dure ed angoscianti con dialoghi serrati ed inattesi, ha un buon ritmo e rende a tratti leggero un argomento di difficile assorbimento. I paradossi della guerra, l’assurdità del Comma 22 e tutti i sotterfugi messi in atto dai militari per rendere sopportabile e magari vantaggiosa la vita al fronte, umanizzano i personaggi togliendo protagonismo alla divisa.
Catch 22: un cast ricco per tanti ruoli stravaganti
Nel volto di Christopher Abbott (che interpreta John “Yo Yo” Yossarian) e nelle sue espressioni continuamente esterrefatte c’è tutta la follia della guerra, sottolineata con l’evidenziatore e quasi urlata nel silenzio dietro il quale il suo personaggio è costretto spesso a trincerarsi. Anche gli altri attori riescono a dare spessore ai loro alter ego, a partire da Clooney – presente solo all’inizio – fino all’ex dottor House Hugh Laurie (il maggiore de Coverley) e ad un inflessibile e scatenato Kyle Chandler che, smessi i rassicuranti panni del protagonista di Ultime dal Cielo, dà vita al colonnello Cathcart, colui che aumenta costantemente il numero di missioni necessarie al congedo.
Raccontare un tema esausto da un punto di vista diverso ed originale non era facile; “denunciare” un sistema che dell’America è il vanto, nemmeno. Ma l’impresa può dirsi riuscita.
1. Sanjuro ha scritto:
24 maggio 2019 alle 17:51