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La Porta Rossa 2: la seconda stagione è (di) troppo

Stefania Stefanelli

di Stefania Stefanelli

28/02/2019 - 12:45

La Porta Rossa 2: la seconda stagione è (di) troppo
La Porta Rossa 2 - Gabriella Pession e Lino Guanciale
La Porta Rossa 2 - Gabriella Pession e Lino Guanciale

Non sempre realizzare il secondo capitolo di una fiction di successo è una buona idea, perchè alcune sono quasi dei film suddivisi in puntate, che compiono il loro percorso e dovrebbero essere chiuse subito, come il cerchio perfetto. E’ il caso de La Porta Rossa, la cui seconda stagione risulta forzata.

La Porta Rossa 2: trama forzata, complessa e eccessivamente angosciante

Già la prima portava con sé un carico di angoscia notevole, perchè cominciare un’indagine con un protagonista morto, sapendo che non ci potrà mai essere un lieto fine, è una scelta narrativa molto forte. Appesantire il tutto con il possibile rapimento dell’orfana appena nata e la persecuzione della vedova (Gabriella Pession) ha creato un clima che più struggente non si può, che fa solo venire voglia di arrivare prima possibile al finale e permettere così al povero Cagliostro (Lino Guanciale) di riposare in pace.

La capacità di Vanessa (Valentina Romani) di parlare con i morti, così sfuggente e quasi eterea nella prima stagione, è stata adesso esposta al pubblico ludibrio, perchè la ragazza lo ha dichiarato apertamente; questo rende ancora più difficile per il telespettatore creare empatia con i personaggi, i cui limiti sono stati sottolineati con l’evidenziatore, togliendo al tutto ulteriore credibilità. E non aiuta l’inserimento nella trama di altri medium come lei.

L’emotività imperante è stato uno dei punti di forza della fiction, ma adesso è too much. Restano l’ottima interpretazione degli attori, la colonna sonora perfetta e una buona costruzione dell’indagine, che però, in questo clima generale di eccessiva sofisticazione, è stata “macchiata” dalla presenza della setta segreta che ormai è solo un cliché.

Si poteva forse fare de La Porta Rossa una serie antologica, con capitoli concatenati nei quali, però, il protagonista defunto era sempre diverso. Questo avrebbe permesso di non accartocciarsi in una trama complicatissima e non tirarla troppo per le lunghe, conservando il clima onirico e puntando ancora sul noir senza stancare.

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11 commenti su "La Porta Rossa 2: la seconda stagione è (di) troppo"

  1. Babbo, io cerco di essere più obiettivo possibile quando giudico una fiction, spero di riuscirci. La Porta Rossa lìho esaminata di dritto e di rovescio e cerco di esprimermi senza farmi condizionare dai miei gusti personali. Anche se abbiamo opinioni diverse spero che reciprocamente ognuno di noi faccia riflettere l'altro. Purtroppo fenomeni come le bobe sono ormai esistenti dovunque nel nostro paese. Bello che tu sia in ambedue le fiction, ti prego dicci quando e come perchè siamo molto invidiosi!