Duramente insultata per aver appoggiato la “politica” dell’apertura ai migranti, Emma Marrone non si nasconde e replica a chi sui social in questi giorni ha tentato di intimorirla, coprendola di odio e offese. A differenza dei leoni da tastiera, molti dei quali anche “coraggiosi” per non essersi nascosti dietro a profili anonimi e aver accostato la propria faccia e il proprio nome a certi commenti e messaggi, la cantante usa il suo palco e la sua musica “per combattere ogni forma di violenza, di razzismo, di omofobia, perché sono ancora convinta che la musica abbia il potere di unire le persone, di sensibilizzarle e non di dividerle, non di creare odio”.
L’insulto del consigliere della Lega
Tutto nasce dallo slogan “aprite i porti“, che Emma ha gridato lo scorso 18 febbraio nella tappa di Eboli del suo tour. Un consigliere della Lega, Massimiliano Galli di Amelia, in provincia di Terni, ha espresso nel peggiore dei modi tutto il suo dissenso, tra l’altro non richiesto, che gli è costato l’espulsione immediata dal partito:
“Faresti bene ad aprire le tue cosce, facendoti pagare per esempio“
ha scritto Galli su Facebook, scatenando una catena di offese e insulti nei confronti della stessa Emma.
La replica di Emma al concerto di Ancona
La cantante, come detto, non ha esitato a replicare e lo ha fatto ieri di fronte ai fan che l’hanno accolta al concerto di Ancona:
“Pensavo di vivere in un paese libero, democratico, dove è possibile esprimere un pensiero, tra l’altro in maniera anche positiva, senza offendere e attaccare nessuno [...] Io ho semplicemente detto una cosa che penso da libera cittadina. Un pensiero che parla di accoglienza”.
Un’arringa, quella di Emma, che non si placa, nonostante la voce “rotta” dalla rabbia:
“Ho ricevuto delle offese violenti e gravissime, anche da chi ci governa. Ho ricevuto un’offesa sessista e violenta e mi dispiace che a seguito di questa offesa molte donne, invece di difendermi, hanno rincarato la dose. Le stesse donne, quelle donne per le quali io ogni giorno metto la faccia, per cercare di creare un mondo di pari diritti e pari opportunità per tutti. E non perché sono una politicante, io non voglio fare politica, questa non è politica, questa è umanità. Significa rimanere umani in un momento storico in cui stiamo annegando nell’odio, in un momento in cui un professore a scuola prende un ragazzino di colore e lo prende in giro davanti ai suoi compagni. Io non sono madre, ma mi piacerebbe che un domani mio figlio nascesse in un’Italia bella, sana, pulita, coraggiosa, rispettosa dei diritti di tutti e del diritto di pensiero e di parola”.
1. vinn ha scritto:
23 febbraio 2019 alle 13:50