C’è una sottile linea di demarcazione tra il sostenere il proprio pensiero in modo garbato e farlo mancando di rispetto agli altri, colpendo le loro debolezze. Quando questa linea viene oltrepassata non si può fare nulla per rimediare. È quanto accaduto a Jeremias Rodriguez, che alcuni giorni fa, a seguito di una lite piuttosto colorita avuta con Simona Izzo, si è lasciato andare ad affermazioni che offendono, senza se e senza ma, chi soffre: “Depressa di mer** che prende psicofarmaci per stare bene, per fare un sorriso, per svegliarti dal letto“, è stato questo l’epiteto rivolto alla regista romana, mentre il fratello minore di Belen stava discutendo con Luca Onestini.
Che tra i due concorrenti del Grande Fratello Vip non corresse proprio buon sangue lo si era già capito da tempo (in passato Jeremias aveva dato a più riprese della falsa alla donna), ma l’antipatia personale non può e non deve giustificare esternazioni tanto gravi, capaci di demolire qualsiasi essere umano. Ammesso e non concesso che l’intento dell’argentino non fosse quello di offendere direttamente la Izzo – quel ‘depressa di me**a‘ è stato difatti pronunciato proprio per sottolineare che non si sarebbe mai permesso di definirla così a tu per tu (ma solo alle spalle?, ndDM)- sta di fatto che un’espressione simile non può essere in alcun modo ignorata né tanto meno avallata. Specie se a proferirla è stato un individuo che è sorvegliato giorno e notte da uno stuolo di telecamere.
L’origine della diatriba ha a che vedere con la squalifica di Marco Predolin: un ‘cattivo maestro’ per la donna, un uomo imperfetto come tutti gli altri per il ventinovenne. Non riuscendo a tollerare l’intransigenza della coinquilina nei riguardi del presentatore di Parma, a Jeremias è letteralmente salito il sangue al cervello e dopo averla definita ‘ipocrita’ e ‘vecchia’, ha ‘pensato bene’ di colpirla – lontano dalle sue orecchie – nella sua (forse) maggior debolezza. E questa sua esternazione vale, a nostro avviso, il prezzo dell’uscita dal gioco. Va anche detto, tra l’altro, che il Rodriguez non è nuovo ad una simile violenza verbale. Basti pensare a quel ‘bastardo‘ o “persona di mer**” rivolti a Daniele Bossari al termine della seconda settimana di gioco (con il quale, peraltro, non aveva ancora convissuto neppure un giorno intero), a cui aveva fatto seguito una pseudo-minaccia non meglio precisata.
Di elementi per poter prendere un provvedimento nei suoi riguardi crediamo ce ne siano abbastanza. La bestemmia non può essere del resto l’unica ragione per poter squalificare un individuo (seppur la motivazione sia sacrosanta). Quando un epiteto, fosse anche una sola parola, è in grado di schiacciare qualsivoglia forma di rispetto umano non si può far altro che prenderne atto e muoversi di conseguenza. A maggior ragione se si tratta di malati e gente che soffre.
1. aaaaa ha scritto:
6 ottobre 2017 alle 15:59