
7
novembre
FACCIA A FACCIA: MINOLI VIVE DI RENDITA. IL SUO RITORNO È UN DEJA VU

Giovanni Minoli, Faccia a Faccia
Giovanni Minoli va sul sicuro, vive di rendita: il suo nuovo Faccia a Faccia è un déjà vu a colpo d’occhio. Sin dalla sigla. A tre anni e mezzo dal suo addio alla Rai, il giornalista è tornato in tv con un programma che è la riproduzione perfetta e la combinazione ordinata di formule già sperimentate da lui stesso in passato. E ben note al pubblico. Certo, negli anni sono cambiati i protagonisti e i temi d’attualità (che poi: siam proprio sicuri?) ma lo stile, le inquadrature e i ritmi utilizzati dal conduttore sono sempre i medesimi.
Meglio una buona riproposizione che una sperimentazione senza criterio. Minoli deve averlo pensato, e così per il suo debutto su La7 ha riaperto il bagaglio di esperienze televisive, rispolverando persino la sigla del suo storico programma Mixer, che è stata semplicemente riarrangiata. E, sempre da Mixer, il giornalista ha recuperato la formula del faccia a faccia, vero fulcro della puntata e occasione per dimostrare di essere ancora un maestro nel genere.
Il primo ospite è stato Matteo Renzi, ormai onnipresente in tv. Stavolta, però, il premier non ha avuto tempo per esercitare la propria vis retorica: Minoli, infatti, lo ho sottoposto ad una raffica di domande serrate e dirette – talora severe e inaspettate, altre volte più comode – che hanno tenuto alto il ritmo della conversazione. Caratteristica, quest’ultima, sempre apprezzabile in tempi in cui l’informazione politica non gode di particolare seguito.
L’effetto déjà vu lo si è avuto soprattutto nel segmento di programma dedicato all’approfondimento storico (ieri si è parlato del caso Sindona), che Minoli ha affrontato riproponendo pure spezzoni di sue vecchie interviste. Autocitazioni ridondanti – ci riferiamo al materiale, non ai contenuti – poco adatte alla fascia oraria e in grado di far calare l’interesse. Nel commento delle vicende della Prima Repubblica, a tratti il giornalista sembrava rispecchiare la propria caricatura interpretata da Corrado Guzzanti: che anche questo fosse un richiamo al passato?
Amarcord a parte, Minoli ha confermato di aver ancora voce in capitolo in fatto di infotainment: gli va ad esempio riconosciuto intuito nell’aver arruolato Pietrangelo Buttafuoco come editorialista ‘anti-televisivo’ del suo Faccia a Faccia. Lo scrittore ha proposto un’analisi inedita e pungente sulle elezioni americane.
La rottamazione è già passata di moda in politica, figuriamoci in tv (dove forse non è mai iniziata): il giornalista romano, così, si è ripresentato tale e quale su La7. Con la certezza di un format rodato e ancora funzionale, che tuttavia dovrà fare i conti con gli attuali palinsesti e con gli ospiti via via a disposizione. Per il momento il debutto è stato di tutto rispetto: 4.1%.


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2 Commenti dei lettori »

quando scopro l’esistenza di programmi inutili come questo ,rimpiango il caro vecchio monoscopio


2. Antonio ha scritto:
Che schifo! È strapieno di pubblicità

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1. Luca ha scritto:
7 novembre 2016 alle 14:36