Stavolta ci tocca fare i loggionisti. Non potremmo agire diversamente per commentare Callas, l’opera che ieri sera Dario Fo e Paola Cortellesi hanno interpretato in prime time su Rai1. Nello spettacolo – al suo debutto assoluto davanti a una platea – la componente teatrale ha infatti prevalso su quella televisiva, scardinando sin da subito ogni equilibrio. Per celebrare la grande cantante lirica, i due attori hanno sostenuto una prova recitativa importante, disinvolta, appassionata. E impegnativa, anche per il pubblico.
Sin da subito, Fo e Cortellesi hanno mostrato sintonia e complementarietà. L’attrice romana, tutta inorgoglita per il ruolo assegnatole, ha instaurato una particolare intesa con l’ottuagenario premio Nobel, apparso in sorprendente forma ma anche sempre uguale a se stesso. Con i suoi gorgheggi, i suoi saltelli, le sue pose e i suoi tipici farfugliamenti lunghi quanto una carriera.
Inizialmente la recitazione è stata vivace, convincente, segnata da artifici meta-teatrali in grado di tenere accesa la curiosità e di spezzare il racconto, come la ricerca di un bicchiere d’acqua o di uno sgabello. In due ore di spettacolo, però, l’attenzione del telespettatore è anche stata messa alla prova. In particolare, nella seconda parte dell’opera – quella più intensa e drammatica – abbiamo avvertito un senso di pesantezza dovuto forse all’abbondante ed esclusivo uso della parola, che in teatro certamente incanta ma che in tv può anche indurre al sonno.
Durante la serata abbiamo inevitabilmente riflettuto sull’efficacia del teatro in tv, esperienza rischiosa e abbastanza ruffiana (ma è inutile: la sala teatrale ha un altro fascino). Nell’opera dedicata alla Divina Callas, inoltre, ci saremmo aspettati una forte presenza musicale: al contrario, le liriche eseguite dalla celeberrima cantante hanno trovato spazio solo in qualche selezionato momento. Un peccato. Se diffuse con maggior generosità, infatti, le note avrebbero arricchito il maestoso castello di parole costruito da Dario Fo e Paola Cortellesi.
I due artisti hanno portato in scena un’opera significativa, meritevole di interesse e di plauso. Ma non aspettatevi la standing ovation: i loggionisti, per antica tradizione, non assecondano gli entusiasmi della grande platea.
PS. Callas non poteva essere l’evento che accendeva il palinsesto di Rai5 anzichè il flop di Rai1 (qui gli ascolti)? La prima rete avrebbe poi potuto trasmetterlo in replica in fasce orarie “meno impegnative”.
1. Vince! ha scritto:
5 dicembre 2015 alle 15:32