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agosto

CDA RAI, RITA BORIONI: SATELLITE E DIGITALE? NON SO, IO MI OCCUPO DI CULTURA

Rita Borioni

Il nuovo CdA Rai è composto da professionisti, ha certificato Matteo Renzi. Ma, a sentire le recenti dichiarazioni della neoeletta consigliera Rita Borioni, verrebbe da chiedersi: professionisti di cosa? Intervistata da Il Messaggero, la vice-responsabile cultura del Pd approdata a Viale Mazzini è apparsa poco preparata sul mondo radiotelevisivo di cui ora dovrà occuparsi. Interrogata a bruciapelo sulla tecnica da utilizzare per affrontare la concorrenza di Sky, la Borioni ha risposto: “Sky? Io non ce l’ho Sky. Non ho la parabola“. Annamo bene, avrebbe chiosato Sora Lella.

Ha anche un costo l’abbonamento a Sky. In tempi di ristrettezze economiche per tutti…” ha spiegato la Consigliera Rai in area Pd, aggiungendo però di guardare la tv satellitare ogni tanto, per esempio a casa di suo fratello. “Comunque ora l’abbonamento lo farò” ha assicurato. Avanti, altra domanda: e il digitale terrestre lo sa che cos’è? “Io mi occupo di cultura ha precisato la Borioni. Per fortuna che il premier Renzi aveva applaudito il nuovo CdA di “esperti della comunicazione, anziché astrofisici“.

E il digitale terrestre non è cultura? “Tutt’altro – ha argomentato la consigliera – volevo dire che la cultura da cui provengo io e le nuove tecnologie sono due cose vicine e che possono stare insieme“. Azzardato, però, chiedere alla signora Borioni se si impegnerà sul fronte della digitalizzazione della Rai, come si è permesso di fare il cronista del Messaggero.

Lei mi sta facendo la domanda dalle mille pistole. Questo della digitalizzazione è un tema da saggio scientifico, non da domanda al telefono. Si discuterà della cosa sul piano tecnico. Mi piacerebbe parlarne prima con gli altri consiglieri miei colleghi”.

A differenza di quanto si potesse malignare, però, la Borioni vede la tv spaziando dai talk show politici alla divulgazione scientifica. E Netflix? E’ “una sorta di i-Tunes. Ecco una i-Tunes televisiva“, dice. Inutile indagare ulteriormente: “la complessità del mondo contemporaneo non ti permette di essere competente su tutto” ha concluso la neoeletta consigliera Rai.

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6 Commenti dei lettori »

1. ellen ha scritto:

7 agosto 2015 alle 11:58

@Marco Leardi: poco preparata sul mondo radiotelevisivo perchè non ha Sky? Anzi, a me pare una nota a suo favore. Lei dovrà lavorare per la RAI che nulla ha a che spartire con Sky, per tradizione e cultura televisiva. La Rai è un patrimonio culturale nazionale nonchè un servizio pubblico, mentre Sky e Netflix sono scatole vuote.



2. Marco Leardi ha scritto:

7 agosto 2015 alle 17:25

@ellen. Il panorama radiotelevisivo va osservato nella sua interezza. Anche perché la Rai non è una monade isolata ma deve necessariamente fare i conti con ciò che la circonda. Un conto è preservare l’identità del servizio pubblico (con la sua mission), un altro è ignorare le potenzialità delle programmazioni concorrenti.



3. ellen ha scritto:

7 agosto 2015 alle 20:07

@Marco Leardi: ma non c’è concorrenza tra RAI e Sky o Netflix, e non ci potrà mai essere. Sono due mondi separati e diversi, che non devono incontrarsi mai. Sky e Netflix per me non sono neanche da considerarsi televisione, sono due gruppi che offrono intrattenimento a pagamento a soli fini di lucro. Cosa c’entra la RAI con loro? Avranno tecnologie avanzate o anche vanzatissime (che tra qualche anno verranno surclassate e rimpiazzate da tecnologie ancora più nuove), ma sono totalmente prive di contenuti. A parte le partite di calcio e qualche filmetto moderno pieno di effetti speciali ma senza trama, cosa hanno da offrire questi due colossi del lucro alla famiglia italiana? La loro unica e sola mission è incassare i soldi di un abbonamento e basta.
La RAI è un servizio pubblico ed è storia ormai della nostra cultura italiana. L’unica azienda culturale che può farle concorrenza è Mediaset. Sono parte di noi, della nostra cultura, entrano nelle nostra case da sempre.
Sky e Netflix sono un fronzolo in più, non necessario e da pochissimi scelto.



4. lele ha scritto:

8 agosto 2015 alle 19:04

Totalmente d’accordo con Leardi.
Il mercato televisivo (in cui rientrano a pieno diritto anche le emittenti pubbliche) sta vedendo l’ingresso di nuovi operatori e il rafforzamento di altri già presenti, perlopiù multinazionali con molto capitale da investire. Se la Rai non preparerà entro poco tempo un piano industriale coerente e competitivo e se la politica evitasse di proporre ridimensionamenti senza criteri (non solo a livello di finanziamento pubblico) rischia di essere fagocitata dalla concorrenza.

@ellen
Sky e Netflix mi sembranno tutto fuorché prive di contenuto.



5. lele ha scritto:

8 agosto 2015 alle 19:19

corrego:
Proprio la massiccia disponibilità di soldi che hanno questi gruppi deve far tramontare l’idea di ridimensionamento drastico del servizo pubblico, proposata da vari schieramento politici, non solo a livello di finanziamento pubblico.
Infine, se la Rai non preparerà entro poco tempo un piano industriale coerente e competitivo, rischia di essere fagocitata dalla concorrenza.



6. Franco2 ha scritto:

9 agosto 2015 alle 13:25

La prova di smontare e rimontare una telecamera a occhi chiusi non gliel’hanno fatta?
È importante sapere com’è fatta e come funziona una telecamera se si fa il consigliere Rai.



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