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QUALUNQUE COSA SUCCEDA: ANTICIPAZIONI SECONDA PUNTATA DEL 2 DICEMBRE 2014

Qualunque cosa succeda

A cinque anni dal successo di Pane e Libertà, miniserie che ripercorreva la vita del sindacalista Giuseppe Di Vittorio, Pierfrancesco Favino e Alberto Negrin sono tornati insieme su Rai1 con Qualunque cosa succeda. La fiction in due puntate, incentrata sulla figura dell’avvocato Giorgio Ambrosoli – il cui primo appuntamento si avvia alla conclusione in questi minuti su Rai1 – è il quarto progetto che l’attore e il regista realizzano in comune. In sede di presentazione della fiction è lo stesso Negrin a sottolineare il rapporto di stima e d’amicizia che lo lega a Favino.

“Ho immediatamente chiamato Pierfrancesco Favino dicendogli che ave­vamo una nuova impresa da portare a termine… La sua risposta è stata semplice e im­mediata: “quando?”. Nessuna precondizione, nessuna richiesta di leggere prima, eravamo nuovamente destinati a stare assieme per la quarta volta. La nostra è una bellissima amicizia che ha per cemento una enorme stima professionale reciproca e una altrettanto enorme simpatia personale. Lui ha un grande e insuperabile vantaggio su di me: da gigantesco attore qua­le è, riesce a imitarmi perfettamente, anticipandomi.”

Il regista, che con Favino ha lavorato, oltre che nel già citato Pane e Libertà del 2009, anche nel film tv Una Questione Privata (1991) e nella miniserie Gino Bartali – L’intramontabile (2005), racconta inoltre l’importante lavoro di documentazione fatto per poter realizzare una miniserie come Qualunque cosa succeda.

“(Vi è stato) un duplice meticolosissimo lavoro di documen­tazione: leggere le migliaia di pagine di documentazione, gli atti della Commissione Parlamentare d’Inchiesta, articoli di giornale, libri, testimo­nianze e incontrare sopratutto due persone indispensabili, imprescindibili: la moglie di Giorgio, Annalori e il Maresciallo della Guardia di Finanza, Silvio Novembre, l’uomo che aveva collaborato con Giorgio in tutti gli atti che avevano portato allo svelamento e alla raccolta delle prove inconfuta­bili che avrebbero contribuito a costituire il più solido e indistruttibile atto d’accusa contro il finanziere Michele Sindona, sia in Italia che negli Stati Uniti.”

Un lavoro di documentazione minuzioso, ma fondamentale per non incorrere in errori sin troppo frequenti in tante produzioni che ripercorrono periodi passati, persone e vicende reali. Domani sera sempre in prima serata alle 21,10 su Rai1 andrà in onda la seconda ed ultima parte della miniserie. Di seguito le anticipazioni.

Qualunque cosa succeda – Anticipazioni seconda e ultima puntata – 2 dicembre 2014

Grazie al bottino di informazioni carpito agli archivi della Fasco, Ambrosoli può testimoniare davanti al Grand Jury americano, dove è nato un procedimento parallelo a quello italiano nei confronti di Sindona, per il fallimento di un altro pilastro del suo impero, la Franklin National Bank. Il banchiere, che sfugge all’arresto solo grazie al pagamento di una cauzione milionaria, attiva i suoi amici nella politica e nella massoneria deviata. Grazie a questi presenta “un piano di salvataggio” della sua banca in cui gli immensi debiti sarebbero scaricati sulla collettività e ogni pendenza penale sarebbe azzerata. Ma il piano, nonostante trovi interlocutori nel governo, fallisce per l’opposizione netta di Ambrosoli e della Banca d’Italia, il cui nuovo governatore Baffi, assieme al direttore della vigilanza Sarcinelli, continua, come il predecessore Carli, ad appoggiare Ambrosoli senza esitazioni.

Per Sindona è una dichiarazione di guerra totale. Poco dopo i vertici della Banca d’Italia vengono inquisiti, Sarcinelli addirittura arrestato, mentre a Baffi viene ritirato il passaporto. Non è chiaro se l’attacco senza precedenti alla Banca d’Italia abbia a che vedere con l’affaire Sindona. Ma Ambrosoli si sente sempre più solo. Lui e il maresciallo Novembre ricevono minacce sempre più pesanti. Un misterioso “picciotto” siciliano chiama più volte l’avvocato dicendogli che se non smetterà di perseguitare Sindona, farà una brutta fine. Nonostante ciò, Ambrosoli tiene duro. Rassicura la moglie e i figli, preoccupatissimi. E’ convinto che Sindona non potrà mai arrivare a fargli del male. Ha fede nella ragione, anche del suo nemico. Sindona sa che se ad Ambrosoli accadesse qualcosa di brutto, sarebbe il primo sospettato.

Qualunque cosa succeda – Foto

E quindi non commetterà mai un atto così contrario alla sua intelligenza. E poi Ambrosoli non può proprio fermarsi ora che è vicinissimo a scoprire il cuore dei segreti di Sindona e a recuperare almeno in parte i capitali svaniti nel crack. Assieme a Novembre, sta preparando una nuova testimonianza per rogatoria per i giudici americani che verranno ad ascoltarlo a Milano. Per Sindona sarebbe la fine. Il banchiere contatta un killer italo americano e lo ingaggia perché segua Ambrosoli e si tenga pronto. E’ il luglio del 1979. Ambrosoli rende una testimonianza davanti ai magistrati Usa che è il suo capolavoro giuridico-finanziario e sbaraglia l’opposizione dei super-avvocati americani di Sindona.

La sera dell’11 luglio, poche ore prima di firmare il verbale di quella testimonianza, William Aricò, il killer pagato da Sindona, uccide l’avvocato Ambrosoli sotto il portone di casa sua. Al funerale di Ambrosoli non ci sono autorità di quello Stato per cui ha lottato, a parte i vertici della Banca d’Italia e i magistrati che seguono l’inchiesta su Sindona. Ci sono però tutti i suoi amici che si stringono attorno alla sua famiglia. E ci sono moltissimi dei risparmiatori che Sindona ha rovinato e che grazie ad Ambrosoli hanno recuperato i loro investimenti. Pochi anni dopo Sindona viene condannato per l’omicidio di Ambrosoli e muore suicida in carcere.



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