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MAI DIRE GRANDE FRATELLO: I CONCORRENTI DI QUEST’EDIZIONE UN DRAPPELLO DI INUTILI CIOFECHE. SONO COSI’ SCIAPI CHE NEMMENO I PARENTI LI RICONOSCONO
di Cristian Tracà
31/01/2012 - 12:54

Cinici e beffardi come non mai i Gialappi ieri sera. Una telecronaca sulla vita della casa post-puntata puntellata continuamente da interrogativi del tipo: ‘Ma chi è sto panzone?’, ‘E quest’altra chi è? Ma è sempre lei che si cambia il vestito ogni venti minuti, perché a me pare di risconoscerne solo le pere?!‘.
Dopo una puntata in cui il volto del Grande Fratello è tornato a mostrare i soliti nei, roba che al confronto Bruna Vespa è arruolabile per una pubblicità di creme per il viso, la sana goliardia della tribunetta notturna dell’irriverenza è arrivato proprio come un toccasana: televisivamente brillante l’accanimento contro l’insostenibile pesantezza dell’essere di Amedeo o contro l’allargamento a vista d’occhio di Floriana.
Che Mai dire Grande Fratello suggerisca che forse l’Isola di quest’anno con la linea scanzonata ci abbia visto giusto? Non è meglio forse sbellicarsi con le tragicomiche avventure dei gavettoni notturni in casa con panzate e voli degni della migliore Fantozzeide piuttosto che ostinarsi a immaginare storie d’amore con la a maiuscola, il più delle volte poi vere e proprie panzane?
I Gialappi con la loro crudeltà strategica buttano fuori dai denti ciò che tutto il pubblico, anche il più affezionato al marchio, comincia a pensare con insistenza:
“I concorrenti di quest’edizione sono così sciapi che nemmeno i parenti li riconoscono.” O, senza andarci troppo per il sottile: “un drappello di inutili ciofeche”.
Secondo Santin e company ad aumentare la confusione sulle identità c’è Fabrizio che, nonostante un fascino discutibile secondo i Gialappi (bello come il radiatore di un motorino), passa da una donna all’altra costringendole a stare spesso in una posizione orizzontale che certo non aiuta il pubblico a far associare il nome al volto.
Al di là della boutade con la parodia si centra un nucleo forte del problema: la tendenza a non far emergere il lato più spensierato, che aiuterebbe magari a rendere più credibili i personaggi, nel bene e nel male, più identificabili. Del resto, se non ci avesse pensato la costola dissacrante a segnalare dei particolari succosi probabilmente alcuni personaggi non sarebbero entrati nemmeno per un giorno nella case degli italiani.
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Tyrael87 dice:
e a proposito di Ottusangolo all'epoca quando uscì suonarono le campane a morto. non scherzo ;)