Ora in tendenza
Untamed, un dramma “selvaggio” dalla doppia faccia
di Stefania Stefanelli
21/07/2025 - 11:50
© Netflix / Ricardo Hubbs
3.4 /5
Avete presente quei meme che vi mostrano la differenza tra quando acquistate un articolo on line e quando vi arriva a casa? Ecco, quella sensazione di inganno e delusione potrebbe cogliervi durante la visione del primo episodio di Untamed, ma se andrete avanti e darete fiducia a questa serie potrete godervi un’indagine se non particolarmente originale, quantomeno molto affascinante.
Untamed si apre con una morte spettacolare
Il primo dei sei episodi disponibili su Netflix si apre con una delle scene più inquietanti mai viste in una serie tv: una donna cade da una montagna rocciosa alta oltre duemila metri, sulla quale era in atto un’arrampicata. Il corpo rischia di trascinare con sé quelli di altri due uomini, ma finisce col restare sospeso in una macabra posizione, ed è lì che lo trova l’agente speciale Kyle Turner (Eric Bana), dando il via alle indagini.
La grande adrenalina iniziale predispone lo spettatore ad un racconto al fulmicotone, ma così non è. Perchè l’indagine di Turner, per quanto destinata a scuotere dalle fondamenta il Parco Nazionale dello Yosemite nel quale lavora, tende molto più all’introspezione psicologica che all’azione.
La narrazione si mostra ambivalente, ma alla resa dei conti questo si rivela un valore aggiunto perchè va a sviscerare temi delicati e si sofferma sui legami familiari dei protagonisti e sul loro passato, svelando misteri e segreti che, proprio come l’epilogo, sono tutto sommato roba già vista ma non per questo incapace di intrattenere.
Ciò che, invece, fa la differenza, è la scenografia naturale e selvaggia (questo il significato di “Untamed“) che fa da sfondo al racconto. Ma non lasciatevi ingannare: per quanto la storia sia ambientata in California, in realtà la maggior parte delle scene è stata girata in Canada, più precisamente nella Columbia britannica.
Tags