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Grotesquerie di nome e di fatto

Stefania Stefanelli

di Stefania Stefanelli

27/11/2024 - 18:25

Grotesquerie di nome e di fatto

© US Prashant Gupta/FX

2.6 /5

Se siete anche vagamente impressionabili, lasciate perdere la nuova serie di Ryan Murphy Grotesquerie su Disney+. Se invece vi piacciono i crime in odor di horror, con personaggi e delitti sui generis calati in atmosfere gotiche, allora fa al caso vostro. Ma non aspettatevi un capolavoro.

La storia è questa: un misterioso e fantasioso assassino, che si firma proprio Grotesquerie, uccide in modo brutale, smembrando i corpi delle vittime per poi usarli come manichini per la rappresentazione di scene bibliche. Teste mozzate, membra sparse e sangue a fiumi sconvolgono un’intera comunità e in particolare due donne, che indagano insieme.

Grotesquerie: le due protagoniste sembrano quasi dei fumetti

Una è la detective Lois Tryon (Niecy Nash-Betts), che con il suo atteggiamento somiglia un po’ a quei tipici poliziotti di strada americani: biascica quando parla, beve di continuo e sembra non aspettarsi più nulla di buono dalla vita. L’altra, Suor Megan (Micaela Diamond), al contrario è una giornalista appassionata di indagini, entusiasta e curiosa stile Sister Act, e non riesce a nascondere la gioia di essere coinvolta in un caso del genere. Entrambe così sopra le righe che un po’ grottesche finiscono per sembrarlo.

L’idea di partenza non è male, sembra quasi Il Codice da Vinci 2.0, e c’è un buon ritmo che riesce a inquietare come promesso. Tuttavia, l’insieme è talmente poco credibile e fumettistico che, se non fosse per tutti quei dettagli macabri, le immagini splatter e il simbolismo religioso, il logo Disney potrebbe quasi far pensare ad una serie per i più giovani.

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