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Medici in corsia, errore e orrore

Stefania Stefanelli

di Stefania Stefanelli

23/09/2024 - 14:27

Medici in corsia, errore e orrore

© RaiPlay

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C’è una sola domanda che possiamo porci in merito alla serie tedesca che sta facendo sprofondare il preserale di Rai 2 intorno all’1% di share: si tratta più di un semplice orrore narrativo senza capo né coda o più di un madornale errore della direzione cinema e serie tv, che l’ha piazzata in uno slot sbagliatissimo? La risposta è davvero difficile da dare, perchè ci troviamo dinanzi ad uno svarione in piena regola.

Medici in Corsia è una serie scritta male e priva di empatia

Partiamo dai dati oggettivi, che rendono Medici in Corsia un prodotto fatto male, che non si capisce come sia potuto arrivare in patria addirittura alla settima stagione. Si tratta di un medical che del medical ha ben poco, dal momento che i pazienti fanno da sfondo fastidioso alle vicende private dei protagonisti, impegnati più ad accoppiarsi in ogni angolo dell’ospedale che a curare qualcuno. E va bene che questo succedeva anche in ER – Medici in Prima Linea e Grey’s Anatomy, ma loro se lo potevano permettere.

A capo del team c’è il dottor Niklas Ahrend, interpretato dall’attore tedesco Roy Peter Link, che all’epoca del debutto della serie aveva soli 33 anni: semplicemente poco credibile. Ci fosse almeno una buona costruzione dei personaggi e delle vicende personali dei medici, ci si potrebbe anche passare sopra, ma la narrazione scorre talmente veloce e senza approfondimento che è impossibile percepire la benché minima empatia.

Tanto per raccontarne una, nella prima metà del primo episodio uno dei personaggi ha avuto il tempo di: convincere una collega a stare con lui, portarla fuori in gita, restare vittima di un incidente nel quale ha perso una gamba, litigare con la sua nuova compagna perchè non comprendeva il suo dolore, mettere una protesi, tornare al lavoro e curare due colleghi che avevano avuto a loro volta un incidente automobilistico. Roba che neanche al Benny Hill Show.

Medici in Corsia: nel preserale di Rai 2 una soap medical al posto dei soliti procedural

Veniamo adesso all’errore di aver piazzato all’improvviso questa soap di quart’ordine, che la messa in onda non la meritava a prescindere, in una fascia oraria in cui da anni Rai 2 trasmette gialli investigativi come NCIS o Castle. Ai quali il pubblico si era abituato e che garantivano uno share variabile tra il 3.5% e il 5.5%. E’ chiaro che la scelta non poteva funzionare, e infatti In aller Freunschaft – Die jungen Ärzte (questo il titolo originale), partita lunedì 16 settembre con un tiepido 2.53%-2.78% di share (facilitata dall’inizio tardivo di Reazione a Catena su Rai1), sta percorrendo velocemente la sua breve strada verso l’abisso.

Come se non bastasse, la ciliegina sulla torta è stata quella di programmare la serie a partire dalla terza stagione. Le prime due restano dunque inedite e, anche se dubitiamo che vederle sarebbe bastato per affezionarsi ai personaggi, di certo avrebbe aiutato a conoscerli nella loro genesi e forse a comprenderne scelte e azioni.

Insomma, una pagina da dimenticare per il preserale di Rai 2, alla quale bisognerebbe porre rimedio quanto prima.

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